Mi raccontava il grande Camillo Saini, che un giorno, arrivando a Quai de Javel, trovò una DS19 parcheggiata davanti al portone del civico 144: era TAPPEZZATA di fatture di riparazione e c'era su un cartello tipo "voici la bombe Citroën"...
Effettivamente, sui primi esemplari furono commessi viversi peccatucci venali, più che veniali: dai gommini a sezione quadrata per non pagare il brevetto che gravava sugli O-ring all'olio idraulico più economico (molto più economico) che non corrispondeva alle specifiche di quello usato da Paul Magés nei test. Se a questo aggiungi che la messa a punto fu ridotta a pochi mesi per l'urgenza di lanciare la nuova auto a cui lavoravano dal 1938, che le officine non erano state formate alla tecnica idraulica per mantenere l'assoluto segreto che circondava la nuova Citroën e che non esistevano nemmeno i manuali di riparazione, ottieni quel mix magico che ha fatto così tanto divertire i primi possessori della Dea Citroën.