Citroenismo: dove è piu' "acuto"?

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Offline SCARABEO

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Re:Citroenismo: dove è piu' "acuto"?
« Risposta #15 il: Agosto 24, 2018, 02:04:51 pm »
Non sono sicuro che abbia a che fare col fatto che oggi Citroen produca....delle merde. (per farla breve)
Vi ricordate il 50esimo ?
Poi guardatevi il 60esimo e capirete.

Vedere questi anziani appassionati delle 5 HP che si organizzano il loro raduno per i 100 anni del marchio e non vanno a quello commerciale di Citroen mi fa pensare.
E molti altri non ci andranno e basta. Senza organizzare nulla.
Quando ti chiedo 90€ a persona per passeggero di un'auto, cosa devi pensare ?

Mi sembrano organizzazioni alla Lapo Elkann......

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Offline MarioCX

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Re:Citroenismo: dove è piu' "acuto"?
« Risposta #16 il: Agosto 24, 2018, 02:50:31 pm »
Non sono sicuro che abbia a che fare col fatto che oggi Citroen produca....delle merde. (per farla breve)
Vi ricordate il 50esimo ?
Poi guardatevi il 60esimo e capirete.

Il 50esimo lo ricordo perché vi partecipai.
Ma il 60esimo? Cosa è successo?

Vedere questi anziani appassionati delle 5 HP che si organizzano il loro raduno per i 100 anni del marchio e non vanno a quello commerciale di Citroen mi fa pensare.
E molti altri non ci andranno e basta. Senza organizzare nulla.
Quando ti chiedo 90€ a persona per passeggero di un'auto, cosa devi pensare ?

In effetti una cifra di rilievo, però bisogna vedere cosa offre l'iniziativa.
Se si tratta di mettere le macchine in una piazza e mangiare tramezzini la cifra è assurda, se ci sono anche gli Aerosmith che suonano diventa accettabile...
« Ultima modifica: Agosto 24, 2018, 02:52:31 pm da MarioCX »
Non discutere mai con un idiota, ti trascina al suo livello e ti batte con l'esperienza. Oscar Wilde (Dublino 1854 - Parigi 1900)

Re:Citroenismo: dove è piu' "acuto"?
« Risposta #17 il: Agosto 25, 2018, 12:08:19 pm »
Secondo me il motivo, in generale non è proprio questo....l' appassionato vero vive della realtà della sua passione e se ne fotte abbastanza di come stanno le cose oggi (vale anche per gli appassionati degli altri marchi); secondo me i citroenisti sanno bene quando è nata l' ultima Citroen e si guardano indietro fermandosi a quello che anno in box, sono più interessati a cercarsi su internet i ricambi che a ricercare il motivo per cui Citroen non è più Citroen...
Il motivo per me è proprio quello economico, tanti raduni costano davvero troppo (almeno parlo per me) e magari c'è chi preferisce non spostarsi troppo e quindi spendere meno in generale, senza dare importanza allo stand, alle magliette, alla bottiglia di aceto "in regalo" con sopra la ds ecc ecc....
Cioè voglio dire che l' appassionato possessore di una o 10 Citroen d' epoca non è che non va ad un raduno della casa madre perché oggi Citroen non esiste più, ma solo perché si fa 2 conti...molto meglio una pizza organizzata con whatsapp,io parlo in generale, per me è così!
 [:hello]

QUOTO TUTTO. dalla A alla Z.
Per me la DS é la DS. Citroen oggi può fare quel che gli pare.

Tornando al dove il citroenismo sia più  acuto, secondo me dipende molto dalla presenza storica di concessionari e dal contesto economico della zona. Ad esempio, vedo che nel cuneese, provincia notoriamente ricca, ancora oggi ci sono tantissime DS, molte ancora appartenenti a chi le ha acquistate nuove. Concessionario storico e meccanici che le riparano con passione da sempre hanno contributo a mantenerle "in vita" ed evitare la rottamazione di massa.
Stessa cosa credo a Verona grazie alla presenza di Filippini.
Al sud invece, in Puglia e Calabria, vasta scelta di Fiat 500 utilizzate ancora oggi come auto ad uso quotidiano. Raramente incroci una 2cv o una dyane. Erano relativamente pochi quelli che potevano permettersi una DS.
Credo dunque che ancora oggi la densità di DS, e di vecchie Citroen in generale, sia proporzionale alla presenza storica nella zona.
Fabio


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Offline Martini

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Re:Citroenismo: dove è piu' "acuto"?
« Risposta #18 il: Agosto 25, 2018, 12:16:15 pm »
Il centenario Citroën avrebbe dovuto essere organizzato dal team che gestisce l'evento di Le Mans, l'Eurocitro per capirsi.
Poi non so cosa sia successo, credo un litigio interno tra lo staff e l'Aventure ha preso la guida della faccenda.

Non credo sarà un flop, tutt'altro, quanto al costo è la cifra minima per non smenarci troppo.

Come ex-organizzatori di grandi eventi (leggi ICCCR 2008) sappiamo molto bene che sono iniziative costosissime: all'ultima elezione per organizzare l'ICCCR 2020 c'era solo un candidato: la Polonia, che userà le strutture già impiegate per il mondiale 2CV 2015 a Torun e che ha il supporto statale per i costi di trasferta/organizzativi. E se ci andranno pari hanno da essere felici.
Anche l'ultimo Eurocitro è andato male dal punto di vista finanziario, pur con 4500 auto iscritte e con la pista praticamente gratis.

Quelli che sono diventati insostenibili, sono i costi per le strutture: cucine, palchi, tendoni, tutto deve essere conforme a standard di sicurezza elevatissimi, tutto deve essere certificato. poi in Italia abbiamo SIAE ed altre meraviglie che alla fine incidono (eccome) sui costi.
Direi che andarci pari senza un contributo SOSTANZIALE dagli sponsor è impossibile.

Quanto al resto della discussione, direi che la colpa sia da ricercarsi nei costi lievitati (guarda i conti dei ristoranti di qualche anno fa e quelli di oggi...), in una certa ripetitività degli eventi che si susseguono uguali a se stessi e nella conseguente stanca generale.

Quella della presenza di Citroën negli eventi non credo sia una componente capace di influenzare l'affluenza: guarda Rimini, sponsorizzato per tre anni di fila da DS, (l'odiato marchio DS Automobiles) che ogni anno ha incrementato le presenze. Anche quest'anno, che DS non c'era.
I partecipanti non si sono accorti di DS nelle edizioni passate e non si sono accorti che non c'era quest'anno.

Quanto al 50°, era COMPLETAMENTE organizzato da DS, al contrario del 60°, dove DS offriva solo un pranzo (inesistente per chi come noi era negli ultimi gruppi)... Nel mezzo c'è la crisi del 2008.

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Offline CitroMarco

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Re:Citroenismo: dove è piu' "acuto"?
« Risposta #19 il: Agosto 25, 2018, 12:40:29 pm »
La mia opinione è la seguente.
Vent'anni fa eravamo tutti giovani e pimpanti, con meno i soldi in tasca ma potevamo permetterci una qualche DS.
Dunque c'era tempo e voglia per aggregarsi, e meno disagio se per caso rimanevi a piedi  [:fiu]
Ora come me molti abbiamo famiglia, figli e mogli che magari ti seguono ma non se fa troppo caldo, se è troppo lontano, se non hanno promesso di uscire con i parenti...
E manca il ricambio delle persone: con i prezzi attuali sono in meno a potersi avvicinare a macchine belle e affidabili con cui magari viaggiare lontano. Se vedo vendere macchine, le vedo spesso andare in mano a collezionisti non anziani ma nemmeno ventenni...
Il secondo fattore è il boom delle auto d'epoca. Vent'anni fa un raduno era un evento, ora se vuoi esporre la tua macchina ne trovi uno per ogni week end, organizzato dal tuo club, da quello della porta accanto, o dalla pro-loco del paese di fronte...
Dunque la passione nelle persone rimane, ma le occsioni per stare insieme si riducono.
Un saluto [:hello]
e pensare che non ci vado nemmeno matto, per la mortadella...

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Offline haiede

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Re:Citroenismo: dove è piu' "acuto"?
« Risposta #20 il: Agosto 25, 2018, 01:04:09 pm »
Dal post si evince che è sostanzialmente una questione di costi organizzativi/operativi........ora, incontrarsi via W.up in pizzeria con 30 amici è una cosa.........organizzare un evento con 3000 persone un'altra: ci vuole uno studio preliminare di fattibilità, un pianificazione economica ben calibrata (nei limiti ovviamente......la certezza al 100% non esiste), una raccolta pubblicitaria e di sponsor adeguata a sostenere i costi, una scelta oculata di iniziative che riscuotano interesse e siano redditive per chi ci ha investito (sponsor) .......... tutte cose molto difficili da fare e non credo alla portata di chi non è "di mestiere".............
Ma ammesso che le condizioni elencate ci siano almeno in buona parte, se lo studio preliminare indica pollice verso..........perchè insistere e fare comunque eventi che già si immagina comporteranno un bagno di sangue in termini economici o che poi patiranno carenze gravi a livello organizzativo/gestionale per limare il più possibile i costi ormai fuori controllo??
90 Eu a persona di equipaggio non sono pochi......e se nemmeno coprono i costi vivi organizzativi ........ perchè incaponirsi ad andare avanti comunque?
Se una cosa conviene (perlomeno non è una perdita secca già al debutto) la si può anche fare.........altrimenti no, non è cibo ne questione di "sopravvivenza" delle persone.........
Mi rendo conto essere analisi semplicistica.........ma alla fine, se non ci sono i soldi per fare una cosa, bisogna giocoforza rinunciarci e non farla comunque ed ad ogni costo........

Blasonati marchi dell'automobilismo storico, organizzano raduni a livello nazionale o europeo, con gestioni "paramilitari" di percosi, programmi, tappe, eventi.............ma si tratta di eventi molto costosi (partecipazione) dove non ci sono grandi numeri di afflusso (ed assolutamente non li ricercano) ............ lo chevronato marchio è "popolare"..... il parco di clientela, appassionati e collezionisti e decisamente più vasto ma con disponibilità economiche ben inferiori........eventi W.E. dal costo medio di 500/700 Eu di partecipazione complessivi di tutte le varie spese (trasferte comprese) è scarsamente sostenibile dalla maggioranza..........quindi restano, secondo me, 2 sole possibilità: o eventi di alto o altissimo livello con poche decine di partecipanti oppure "grandi ammucchiate" (con tutto il rispetto ovviamente) dove ci vuole grande spirito di adattamento e pazienza ma dove lo spirito è quello della grigliata in compagnia e tutti gli altri aspetti (culturali, storici,turistici) sono secondari quando non addirittura nulli.
In "mezzo" c'è un pò il vuoto che è quello che evidentemente si percepisce.........non era cosi, certo assolutamente vero. ma i tempi sono cambiati e spesso in peggio e le persone giocoforza si sono dovute adeguare...........forse è tempo di adeguare anche l'approccio al tipo di raduno che si aspira ad organizzare.
Insignificante parere personale.
 [:hello]
Dodo

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Offline SCARABEO

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Re:Citroenismo: dove è piu' "acuto"?
« Risposta #21 il: Agosto 25, 2018, 02:03:06 pm »
Io, del lato organizzativo, ho una visione completamente opposta.
Ho vissuto la stessa evoluzione quando correvo in macchina.
Le gare, anche eventi molto importanti e costosissimi, erano organizzati da GRANDI APPASSIONATI.
Coadiuvati, gioco forza, da ACI e grossi sponsors.
Lo scopo finale era organizzare una gara che tutti i partecipanti avrebbero ricordato.
Quello che poi si sarebbe chiamato "evento".
Questi erano in molti ed erano al lavoro tutto l'anno per la ricerca di denari.
E li trovavano. Ma non per arricchirsi a fine "evento" ma per dare, dare di più ai partecipanti.
Poi, con gli anni, sono subentrate organizzazioni "professionali".
Gente che di mestiere organizzava "eventi".
Gli stessi organizzavano gare di bicicletta o rallyes automobilistici.
E lo scopo finale era fare utili.
È così finita la passione e questi eventi sono diventati tutti uguali....e brutti.
I partecipanti si sono decimati.
Erano le gare.

Per i raduni colgo una certa similitudine.
Ho organizzato, ad inizio anni 90, un raduno per sole auto di prestigio rigorosamente ante guerra (la 2a).
Lavoravamo in 5 amici tutto l'anno per contattare TV e organi di stampa che ci coprissero il raduno.
Con queste carte in mano andavamo a cercare i denari.
Manifestazione della durata di 2 giorni (tranne l'ultima che ne durava 5 ed era legata a Telethon)
Raccoglievamo circa 100'000 € che davamo interamente ai partecipanti.
Offrendo loro tutti pasti, l'albergo 4 stelle e addirittura 100 litri a equipaggio di benzina.
Io sostenevo che l'iscrizione doveva essere gratuita. Ma, democraticamente, ho accettato una tassa di iscrizione di 300€ che rendevamo appena scesi dal palco partenza.
Questo solo per garantirci che in caso di cattivo tempo uno sarebbe venuto lo stesso. Iscrivendosi a gratis magari si girava dall'altra parte e rimaneva a letto.
Queste erano le vere organizzazioni.
E con lo stesso principio quando organizzi per Citroen, offri loro una manifestazione a livello mondiale con una visibilità incalcolabile. Quindi a spese loro, interamente.
Non sarà qualche milione in più o in meno nel budget pubblicitario di una casa così importante che fa la differenza.
Ma purtroppo oggi si ragiona solo in termini di profitto.
E quindi alla chiusura dei conti hanno da uscire in positivo. O con perdite limitate. Non considerando che la pubblicità, qualunque essa sia, è un costo, non un beneficio diretto.
E questo non mi piace e non mi è mai piaciuto.
E credo che i collezionisti cominciano a capire questa cosa.
Chiaramente  questo discorso non lo si applica alla gita fuori porta organizzata da un singolo, mi pare chiaro.
« Ultima modifica: Agosto 25, 2018, 02:05:46 pm da SCARABEO »

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Offline MarioCX

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Re:Citroenismo: dove è piu' "acuto"?
« Risposta #22 il: Agosto 25, 2018, 02:17:47 pm »
Per me la DS é la DS. Citroen oggi può fare quel che gli pare.

Mediamente questo è vero per il diessista tout court il quale ha poco o nessun interesse verso le altre Citroën storiche , meno per il citroënista esegeta e intrigato dalla storia di tutti i modelli della golden age del marchio.

Quanto al resto della discussione, direi che la colpa sia da ricercarsi nei costi lievitati (guarda i conti dei ristoranti di qualche anno fa e quelli di oggi...), in una certa ripetitività degli eventi che si susseguono uguali a se stessi e nella conseguente stanca generale.

Vero.
Aggiungo anche la presenza del parco auto presente sempre un po' uguale a se stesso.
Difficile vedere qualcosa che ancora non si è visto o visto poco.
Per tale motivo quest'anno il mio momento citronico più appagante è stata la visita al Citromuseum di Castellane in Provenza, dove ho potuto osservare chicche che manco all'ICCCR di vedono.
Certo, io impazzisco per la possibilità di poter studiare una LNA 11 RS, mediamente per le ragioni che ho espresso prima al diessista "hard core" di questi modelli non gliene può fregar di meno.
Però, per dire, si poteva ammirare e curiosare la DS più vecchia nota, la n. 32 del 1955 ovvero la 14a venduta.
Priva di leva delle altezze e con i buchi per il cric come le auto banali.
A quanti raduni si può vedere una cosa del genere?

Quanto al 50°, era COMPLETAMENTE organizzato da DS, al contrario del 60°, dove DS offriva solo un pranzo (inesistente per chi come noi era negli ultimi gruppi)... Nel mezzo c'è la crisi del 2008.

Nel 2005, anno del 50° a Parigi, DS (il marchio) ancora non esisteva.
Volevi dire Citroën immagino, lapsus freudiano?
http://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/speciali/errori/Boccianti.html

Per il resto, è vero anche quello che scrive Marco.
« Ultima modifica: Agosto 25, 2018, 02:19:34 pm da MarioCX »
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Offline haiede

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Re:Citroenismo: dove è piu' "acuto"?
« Risposta #23 il: Agosto 25, 2018, 02:18:18 pm »
........"Ma purtroppo oggi si ragiona solo in termini di profitto.
E quindi alla chiusura dei conti hanno da uscire in positivo. O con perdite limitate. Non considerando che la pubblicità, qualunque essa sia, è un costo, non un beneficio diretto."

Vero.......ma negli esempi citati, ci sono state "stragi" economiche?......decine di migliaia di Eu versati dalle tasche private degli organizzatori per coprire i buchi?........non credo.......erano fatti troppo bene e con passione oltrechè rivolti a veri appassionati di marca/modello/competizione.

Inutile insistere sulla casa madre: ne 100 Eu ne 1 ml possono determinare il cambio di atteggiamento..........se non "interessa" il proproprio passato perchè le "strategie" (giuste o sbagliate che siano) non lo contemplano, meglio dimenticarsene e lasciar perdere.........se si ha la forza di fare da soli tanto meglio e si va avanti ....... altrimenti si lascia perdere, ma pestare i piedi come un bambino davanti alla vetrina dei giocattoli sperando di convincere mamma a compragliene uno e tempo e fatica spercata!
Parere personale
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Offline SCARABEO

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Re:Citroenismo: dove è piu' "acuto"?
« Risposta #24 il: Agosto 25, 2018, 02:40:27 pm »
......
ma pestare i piedi come un bambino davanti alla vetrina dei giocattoli sperando di convincere mamma a compragliene uno e tempo e fatica spercata!
....

Vero. Per questo ho preso una Porsche.
Sono andato al 70esimo della marca dove il Centro Porsche di Lugano (di cui non sono nemmeno cliente !)
mi ha offerto l'entrata, l'aperitivo, champagne oblige, e pranzo di mezzogiorno !
Vedi che pestare i piedi a volte funziona ?

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Offline haiede

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Re:Citroenismo: dove è piu' "acuto"?
« Risposta #25 il: Agosto 25, 2018, 03:51:11 pm »
Vero. Per questo ho preso una Porsche.
Sono andato al 70esimo della marca dove il Centro Porsche di Lugano (di cui non sono nemmeno cliente !)
mi ha offerto l'entrata, l'aperitivo, champagne oblige, e pranzo di mezzogiorno !
Vedi che pestare i piedi a volte funziona ?


........Bravo!!........a me lasciano usare moooolto raramente una 928s4 e dopo qualche momento di imbarazzo iniziale per la disposizione delle marce......è piacevolissima!..........ma io non so guidare ehh.........non sono mica lo "scarabbo volante".........hihihi [:color]
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Dodo

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Offline fricko

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Re:Citroenismo: dove è piu' "acuto"?
« Risposta #26 il: Agosto 25, 2018, 06:45:59 pm »
Dov'è più acuto il Citroenismo?
Bella domanda, difficile dare una risposta.
Quel di cui ho maggior consapevolezza é di dove il Citroenismo é meno acuto.
Volete saperlo?
La gente si sta stufando di eventi fighetti, occasioni di sfoggio di Citroen  perfettine   "appena uscite dal concessionario.
Non c'è nulla di male per carità, fortunato chi ha la possibilità o la capacità di riportare a nuovo le proprie auto, ma il collezionismo di auto d'epoca non è solo questo.
Avere un'auto d'epoca per me vuol dire mantenere un auto anche così com'è, non c'è nulla di male, anzi, sapete cosa vi dico?
A me le auto stile "rusty" piacciono anche di più. Ogni segno, ogni aggoffatura, ogni imperfezione su un'auto d'epoca é prezioso perché é un istante di vita vissuta, in istante di storia.
Un'auto storica deve essere come un libro che ci racconta la sua storia attraverso pagine fatte di lamiere irregolari, di parti usurate, di vetri opacizzati, di interni impregnati di vecchio, di volanti, pulsanti e manopole consumati  da milioni di gesti, di bruciature sui sedili e tappetini macchiati.
Forse qualcuno pensa che io stia delirando ma negli anni ho veramente maturato in me la convinzione che  "taroccare" la storia, seppur di una macchina sia un peccato.
La storia di una macchina  é bella così com'è, può piacere o no ma tanto é, coprirla con uno strato di vernice nuovo ha del sacrilego, é quasi un reato.
Possedere e mantenere un auto storica é sempre più difficile, é un grosso impegno (soprattutto economico), è un atto di responsabilità, ma anche un  gesto d'amore. Giusto?
A mio avviso cose come:
-mostre con auto belle e infiocchettate impossibili per i comuni mortali,
-raduni fighetti dove l'esibizione la fa da padrone,
-calendari (magari pure a pagamento) dove i "figli delle Dee minori" non sono neanche considerati
-officine sempre più specializzate nell'inculare più soldi possibile,
-ricambi paragonabili alle uova di Fabergé...
E via dicendo..
 sono  assolutamente deleteri e si oppongono alla passione della gente per questo marchio.
Ma dove sono finiti i raduni nei parcheggi della domenica mattina?
I panini al chiosco dello "Zozzone"?
I pranzi al sacco e non nei  grandi Hotel?
Le auto rugginose con sotto ancora gli pneumatici d'epoca?
La gente disposta a fare chilometri pur di ritrovarsi con altri  per condividere la loro passione?
Ci sono,  ma io vedo sempre piu fighettitudine e tanto, ma ma tanto, giro di soldi.
Comincio a notare nasi arricciati di fronte alle auto più sfortunate, odo anatemi contro chi l'auto o i documenti, perfetti non li ha e magari non può o non vuole averli.
Normative sempre più stringenti.

L'auto d'epoca per come la vedo io é e deve rimanere un capriccio, un vezzo, un sogno, un'opera d'arte (kitsch o naif che sia), un vizio, una passione, un tenero ricordo, un hobby, un lavoro, una compagnia, un vanto, un'emozione, una storia e via dicendo.
Insomma un sacco di cose.
Ma non un business, un lusso, o un'esclusiva per i pochi della cerchia.
Questo vale per le Citroen come per altri marchi.


“Cos'è il Genio? È fantasia, intuizione, colpo d'occhio e velocità d'esecuzione.”
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Offline Martini

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Re:Citroenismo: dove è piu' "acuto"?
« Risposta #27 il: Agosto 25, 2018, 06:54:26 pm »
Si Mario, lapsus perché avrei dovuto scrivere "da PSA", perché se è per questo non esiste DS Automobiles SpA, tutte le DS del parco stampa, ad esempio, sono intestate a Citroën Italia SpA, via Gattamelata 41, Milano. La stessa partita IVA dal 1969.

Ma non cambia la sostanza: era PSA tramite un'associazione creata ad-hoc ad organizzare il 50° DS, mentre la stessa associazione resasi indipendente ha organizzato il 60°, con PSA Peugeot, Citroën, DS, Opel eccetera eccetera che ha allestito un museo effimero (anche carino), una mostra fotografica ed altre cosette tra i giardini del Louvre a Parigi ed il celebre autodromo panoramico di Montlhéry.

E' stato divertente, ma il mondo intanto era cambiato.
Oggi internet, che un tempo ha unito, divide: i forum sono rimpiazzati dalle chat sui "social" (un'ossimoro), le telefonate dai messaggini.
I gruppi diventano gruppuscoli, le inimicizie verso quello o quell'altro dividono i potenziali partecipanti in partiti politici (altro ossimoro).
Così, quello che all'inizio degli anni 2000 era un mezzo per scoprire di non essere gli unici malati sulla faccia del pianeta, oggi è quello che divide le comunità.

Resistono alcuni eventi, nel nostro mondo DS potrei citare quello di Rimini, che pur non offrendo spunti diversi da quello squisitamente gastronomico (e lì devo dire che gli standard raggiunti sono di livello olimpionico) è alla fine una parata di cofani aperti, una passerella dove esibire la propria vettura, sport che richiamava giustamente citromarco qualche post più indietro. Idem per Reggio/Albinea e altro che non sto ad elencare.
Ma in questi ultimi eventi che ho citato c'è anche un'altra coppia di ingredienti, dall'effetto catalizzante: la quasi certezza di poter incontrare quegli amici che si vedono solo a Rimini/Reggio/eccetera e la sicurezza su quello che ci aspetta quella domenica mattina. Già il sabato è più un incognita.

In sostanza, come IDéeSse organizziamo da quasi trent'anni MOLTI raduni, quasi tutti connotati da una ricerca del "qualcos'altro" da aggiungere alle solite formule e quasi tutti, per fortuna o purtroppo, vedono la partecipazione di 15/20 equipaggi, spesso gli stessi, che sono interessati all'aspetto culturale dell'evento, oltre a mostrare la propria vettura.

Qualche giorno fa, per la faccenda del calendario DS, ho chiesto le autorizzazioni per accedere a luoghi normalmente vietati al traffico.
L'altra mattina una simpaticissima vicesindaco di una cittadina toscana mi ha svegliato intorno alle 7 del mattino per dirmi quanto fosse entusiasta di averci lì. Gli ho spiegato che quel giorno saremo pochini: che non era un raduno ma un set fotografico e le ho promesso che ci impegneremo per organizzare un evento nella sua città per questo autunno (ne dobbiamo ancora parlare con i consiglieri).
Avrei voluto dirgli "non verranno cento auto, perché se veniamo da voi non possiamo non visitare il Museo Nazionale che è nel vostro comune e questo scoraggerà molte persone".

Ho taciuto, dicendogli che i raduni di DS non sono frequentatissimi.
Sarà in ottobre, voi non perdetevelo!

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Offline SCARABEO

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Re:Citroenismo: dove è piu' "acuto"?
« Risposta #28 il: Agosto 25, 2018, 07:21:52 pm »
Federico, non sono convinto di quanto racconti.
Non credo che sia la maggioranza dei partecipanti ad un raduno quelli che vogliono esporre auto perfette.
Qualcuna sicuramente si.
Ma, ad esempio, alla Citropizza le auto sono di uso quotidiano. Praticamente tutte.
Eppure anche alla Citropizza non partecipa quasi più nessuno.

La grande verità emersa in questa discussione l'ha scritta Marini: il mondo è cambiato.
E aggiungo: in peggio.

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Offline fricko

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Re:Citroenismo: dove è piu' "acuto"?
« Risposta #29 il: Agosto 25, 2018, 08:05:25 pm »
Ciao Franco.
Beh, non ne sono convinto neanche io, ma ho sempre più questa percezione.
Il mondo cambia é vero, la gente si imborghesisce e segue sempre di più l'articolo quinto.
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