Ho aperto la porta del garage.Nella fresca ora del mattino lei sembrava svegliarsi,gli occhi semi chiusi che cercano nella luce il paesaggio dietro di me.
i suoi fianchi guidano la mano sul riflesso che l'accarezza fino all'impugnatura che io spingo.Mi siedo, silenziosamente,respirando l'odore di cuoio e di
carburante mischiati,posso aspettare prima di girare la chiave di avviamento e abbandonarmi piacevolmente sprofondando nel sedile,le mani sul volante,
i piedi sui pedali,proprio come bambino imitavo i piloti:la giornata promette bene,oggie' una giornatasenza fretta al di la'del grande schermo che il
retrovisore non disturba;quale che sia la stagione,il parabrezza di una DS e' una finestra sul mondo.
E' sempre lo stesso cerimoniale:guardare le cromature un poco rovinate,il pomello lucidissimo della leva del cambio,gli oblo'inseriti nel cruscotto
affondo tre volte l'acceleratore,lo starter tirato;tirarlo indietroper poi fare girare la lunga chiave.Lei,per poco,cerca di resistere.Se non lo facesse,crederei
che un'altro ieri l'ha guidata,che e' uscita a mia insaputa per poi tornare silenziosamente al garage come una adolescente colpevole che rientra dopo mezzanotte.
Ancora una volta e lei si muove con un sussulto;non ingolfarla soprattutto,attendere ancora prima di riprovare:questa e' la volta buona,il motore gira,prende il proprio
ritmo regolare ed e' ogni volta un piccolo miracolo il sentirla subito sollevarsida dietro,davanti in seguito,talequale un gattoche lascia la sua poltrona dove ha dormito.
Questa sospensione che tanto e' vantata,che ne e' la gloriae qualche volta anche l'angoscia del conducentenon e' certo la piu' piccola delle sue attrattive,per me
la rende viva,animale,diversa da ogni altra macchina che ho guidato,che ho dimenticato.Non ho mai smesso di avere delle DS,anche se a volte devo ricorrere a delle
macchine utilitarie,da quando guido,Lei ha accompagnatoogni momento della mia esistenza e io potrei enumeraresenza rischio di sbagliarmi i colori ed i modelli che io
ho avuto in questi 30 anni,come quelle e questi sono stati al mio fianco. LEI esiste da prima che io nascessi e certo mi sopravvivera',anche se non ne restano piu':
LEI appartiene a una epoca,una civilta',come una scultura antica,un mobile d'antiquariato. Ella non smette di affascinare e la sua attrazione e' superiore a quella del pilota,
quando passeggio,si passeggia sempre un poco con in DS,Lei attira la simpatia:cenni con la mano,movimento di luci dei fari,sorrisi agli incroci ed io non posso fare benzina
o parcheggiarla senza dovere sostenere una conversazione a volte anche indiscreta:non si dovrebbe mai domandare l'eta'di una Signora.
Anche per gli altri lei evoca dei ricordi da fare credere che non ci sia mai stata che Lei sulla strada e per i piu' giovani,e' come l'improvviso passare di un film sulla strada
talmente ha accompagnato il cinema e la fotografia in 50 anni.Basta vederla in mezzo ad altre auto per distinguerla immediatamente:alta ma non altezzosa,molto
elegante come disinvolta,sembra non volere accettare di invecchiare.Un amico per scherzare,mi ha spedito la foto di un campo dove riposano 5 relitti di DS e ID.
Una e' senza capotta e senza fari,una e' senza alette e con l'erba che la ivade fino a meta' ruote,eppure tutto questo non evoca assolutamente un cimitero:sotto
l'oltraggio del tempo,la citroen resta maestosa,come incagliata sulla spiaggia in attesa della marea che la sollevera' per portarla lontano.Anche mutilata,Lei conserva
questa linea particolare,questo segno cosi contemporaneo che disegnare la sua forma nello spazio e' come passare dalla nuca alla spalla nuda.
Noi camminiamo insieme ma sono io che vigilo. Arrivera' il momento,un altro piu' giovane la condurra' per portarla via.Dopotutto e' giusto,io ho fatto la stessa cosa,grazie a lei,
io appartengo a una catena di anonimi che insieme l'hanno conservata per coloro che verrranno.Se una DS non si impresta mai,pero' si cede ma in fiducia,come ci si confida un
segreto,la chiave di una casa. Una dimora,e' questo dopotutto:guidare una DS e' come occuparsi un poco della storia.
Xavier Canonne,direttore del museo della fotografia, Charleroi
Questo bellissimo testo fu scritto sei anni fa,per la presentazione del libro fotografico"in viaggio con la ds"di CESARE DI LIBORIO.
Un grazie a Gianni Marchetti per averlo ripubblicato sul magazine del CAMER di reggio emilia in occasione del Deesse Time 2013
In poche parole,in quanti di Voi si riconosce in queste semplici e sincere righe?