Vive la grève !

Ciao.
Vive la grève !
Un critique photographique, Alain Fleig, s’était attaqué très sévérement (« Anatomie d’un mythe », Les Cahiers de la photographie) aux photographes humanistes - notamment à Willy Ronis - et à leur ami Jacques Prévert. Un des nombreux reproches qu’il leur avait adressé concernait leur soi-disant contribution à « l’image que le pays se fai[sait] de lui-même », y devinant le refus de témoigner d’une « époque dure. Entre 1948 et 1958, une série de grèves parfois à la limite de l’insurrectionnel. » Mais Fleig évite soigneusement dans son texte d’évoquer les images réalisées à l’époque par Ronis. Ce dernier a pourtant photographié la grève à la SNECMA-Kellerann, en 1947, les mineurs pendant la grève à Saint Etienne, en 1948, des grévistes à Paris en 1950, une grève chez Citroën la même année, douze ans après avoir photographié Rosa Zehner pendant la grève de mars 1938 chez Citroën-Javel.
et à propos de grèves chez Citroën, souvenons-nous ce texte de Prévert, écrit en 1933 pour le groupe Octobre, qui soutenait les grèves chez le constructeur automobile :

Chanson.
Citroën
À la porte des maisons closes
C’est une petite lueur qui luit…
Mais sur Paris endormi, une grande lumière s’étale :
Une grande lumière grimpe sur la tour,
Une lumière toute crue.
C’est la lanterne du bordel capitaliste,
Avec le nom du tôlier qui brille dans la nuit.

Citroën ! Citroën !

C’est le nom d’un petit homme,
Un petit homme avec des chiffres dans la tête,
Un petit homme avec un sale regard derrière son lorgnon,
Un petit homme qui ne connaît qu’une seule chanson,
Toujours la même.

Bénéfices nets…
Millions… Millions…

Une chanson avec des chiffres qui tournent en rond,
500 voitures, 600 voitures par jour.
Trottinettes, caravanes, expéditions, auto-chenilles, camions…

Bénéfices nets…
Millions… Millions…Citron… Citron

Et le voilà qui se promène à Deauville,
Le voilà à Cannes qui sort du Casino

Le voilà à Nice qui fait le beau
Sur la promenade des Anglais avec un petit veston clair,
Beau temps aujourd’hui ! le voilà qui se promène qui prend l’air,

Il prend l’air des ouvriers, il leur prend l’air, le temps, la vie
Et quand il y en a un qui crache ses poumons dans l’atelier,
Ses poumons abîmés par le sable et les acides, il lui refuse
Une bouteille de lait. Qu’est-ce que ça peut bien lui foutre,
Une bouteille de lait ?
Il n’est pas laitier… Il est Citroën.

Il a son nom sur la tour, il a des colonels sous ses ordres.
Des colonels gratte-papier, garde-chiourme, espions.
Des journalistes mangent dans sa main.
Le préfet de police rampe sous son paillasson.

Citron ?… Citron ?… Millions… Millions…

Et si le chiffre d’affaires vient à baisser, pour que malgré tout
Les bénéfices ne diminuent pas, il suffit d’augmenter la cadence et de
Baisser les salaires des ouvriers

Baisser les salaires

Mais ceux qu’on a trop longtemps tondus en caniches,
Ceux-là gardent encore une mâchoire de loup
Pour mordre, pour se défendre, pour attaquer,
Pour faire la grève…
La grève…

Vive la grève !
 

Che tristezza !
L' invidia era già una brutta bestia sessant'anni fa.
Esattamente come oggi.

Mai cercare di vedere qualche beneficio ottenuto da migliaia di famiglie grazie ad un lavoro sicuro.
Immaginare uno sviluppo economico grazie a questo "petit homme" è troppo ?
Meglio vedere il vestito da ricco, l'uscita dal casinò di Cannes. Questo si che è importante.

Un sindaco triste. In un mondo triste. Da tempo

Che tristezza !
L' invidia era già una brutta bestia sessant'anni fa.
Esattamente come oggi.

Mai cercare di vedere qualche beneficio ottenuto da migliaia di famiglie grazie ad un lavoro sicuro.
Immaginare uno sviluppo economico grazie a questo "petit homme" è troppo ?
Meglio vedere il vestito da ricco, l'uscita dal casinò di Cannes. Questo si che è importante.

Un sindaco triste. In un mondo triste. Da tempo

Non che gli amministratori scoppino di gaiezza ...

Bellissimo!
Questo scritto illumina una parte importantissima e non ancora citata sul forum della storia del marchio Citroen, riportandoci nel periodo storico nel quale le auto venivano costruite, e mettendoci di fronte ai problemi reali degli operai dell'epoca.
Le auto (e tutti gli altri oggetti) non vanno solo pensate, progettate, collaudate e vendute, ma anche costruite, e questo è compito degli operai che hanno lavorato nelle officine, quelli che hanno consentito, a chi poteva permettersene l'acquisto, di usufruire del confort e del piacere di guida di queste automobili.
Gli operai che probabilmente ci hanno rimesso anche in salute (come citato nella canzone) e che hanno speso le loro vite in fabbrica.

Quando ha scritto la canzone nel '33 Prévert non sapeva come sarebbe andata a finire la storia, noi invece sappiamo che tutto quel:
"Et si le chiffre d’affaires vient à baisser, pour que malgré tout
Les bénéfices ne diminuent pas, il suffit d’augmenter la cadence et de
Baisser les salaires des ouvriers"
non è servito a M.sieur Citroen a salvarsi dal dover vendere la ditta a Michelin.

Quel che è triste è constatare che nonostante le condizioni di lavoro siano migliorate, per gli operai di oggi la strada da fare è acora molto lunga, ancora moltissimi dopo 100 anni dall'inizio dell'era industriale, rischiano la vita per il lavoro, e ancora oggi, come allora, alla fine della vita lavorativa si ritrovano con poco o nulla in mano.

Quel che è triste è che quello che 70 anni fa era chiaro a tutti quelli che lavoravano in fabbrica oggi non non lo è più, e sempre meno sono quelli che:
"Mais ceux qu’on a trop longtemps tondus en caniches,
Ceux-là gardent encore une mâchoire de loup
Pour mordre, pour se défendre, pour attaquer,
Pour faire la grève…"

Grazie dunque a quelli che hanno costruito la mia ds, e grazie a Juillet61 per questo bel post, merci 

Excuse-moi Juillet ma je ne sais pas ècrire toute ma rèponse en francais.

Bellissimo!
Questo scritto illumina una parte importantissima e non ancora citata sul forum della storia del marchio Citroen, riportandoci nel periodo storico nel quale le auto venivano costruite, e mettendoci di fronte ai problemi reali degli operai dell'epoca.
Le auto (e tutti gli altri oggetti) non vanno solo pensate, progettate, collaudate e vendute, ma anche costruite, e questo è compito degli operai che hanno lavorato nelle officine, quelli che hanno consentito, a chi poteva permettersene l'acquisto, di usufruire del confort e del piacere di guida di queste automobili.
Gli operai che probabilmente ci hanno rimesso anche in salute (come citato nella canzone) e che hanno speso le loro vite in fabbrica.

Quando ha scritto la canzone nel '33 Prévert non sapeva come sarebbe andata a finire la storia, noi invece sappiamo che tutto quel:
"Et si le chiffre d’affaires vient à baisser, pour que malgré tout
Les bénéfices ne diminuent pas, il suffit d’augmenter la cadence et de
Baisser les salaires des ouvriers"
non è servito a M.sieur Citroen a salvarsi dal dover vendere la ditta a Michelin.

Quel che è triste è constatare che nonostante le condizioni di lavoro siano migliorate, per gli operai di oggi la strada da fare è acora molto lunga, ancora moltissimi dopo 100 anni dall'inizio dell'era industriale, rischiano la vita per il lavoro, e ancora oggi, come allora, alla fine della vita lavorativa si ritrovano con poco o nulla in mano.

Quel che è triste è che quello che 70 anni fa era chiaro a tutti quelli che lavoravano in fabbrica oggi non non lo è più, e sempre meno sono quelli che:
"Mais ceux qu’on a trop longtemps tondus en caniches,
Ceux-là gardent encore une mâchoire de loup
Pour mordre, pour se défendre, pour attaquer,
Pour faire la grève…"

Grazie dunque a quelli che hanno costruito la mia ds, e grazie a Juillet61 per questo bel post, merci 

Excuse-moi Juillet ma je ne sais pas ècrire toute ma rèponse en francais.

Ciao Vince c'est moi qui te remercie.
Amitié Juillet.