Dopo l’entusiasmante inaugurazione della rassegna commemorativa, sembra chiaro che nel complesso di St. Quentin il fulcro si concentrerà durante il sabato; il venerdì ci pare quindi una giornata di transizione e decidiamo di approfittarne per goderci un po’ la città più cosmopolita d’Europa.
Parigi ci offre mille e più segnacoli per farci capire che quanto sta accadendo per la DS non passa inosservato: in metropolitana raccolgo più di un giornale pubblicitario che dona la sua prima pagina alla Dea specificando molto bene il perché, ovviamente io raccolgo tutto con avidità. Io e Cri iniziamo il nostro tour dal Trocadero, inaspettatamente avvolto da una nebbia che fa molto pianura padana e a cui, per ovvi motivi di provenienza e di conoscenza diretta, avremmo rinunciato volentieri… Passeggiamo sotto la torre Eiffel e lungo tutti i giardini di Marte, arriviamo davanti all’Ecole militare e all’hotel des Invalides da dove ci dirigiamo sul ponte Alessandro; verso l’ora di pranzo abbiamo raggiunto i Campi Elisi e lì ci si presenta la prima sorpresa: gli spazi espositivi ospitano una mostra a tema di grande qualità e di dimensioni pregevoli, tutta dedicata alla nostra beneamata. Che soddisfazione, noi siamo qui per questo e ogni riconoscimento che la capitale francese dedica alla Divina, sembra un po’ dedicato anche a noi che tanto l’amiamo.
In direzione di place de la Concorde ci imbattiamo in parecchi cartelloni pubblicitari che ritraggono una Traction Avant ma quasi non ce ne rendiamo conto (essì, nonnetta, tu hai già avuto le tue nozze d’oro…), passiamo poi per il Louvre e dal lungo Senna raggiungiamo Notre Dame.
Pazzescamente, finora non abbiamo avvistato alcuna Dea in città; e nemmeno una CX, per la verità, e scarsissime XM! Quando l’occhio s’abitua, mi rendo conto che sulle classi medie Renault e Peugeot non se la passano meglio… Ma cosa sta succedendo a questa Francia, che sembra perdere buona parte della sua forte identità nazionalista a favore di un confuso qualunquismo tedesco targato Audi e Bmw? Ma avremo la nostra rivincita, molto presto, su queste stesse strade…
Da Notre Dame ripigliamo la metro per un altro dei punti forti, Montmartre. Era il ’97 quando, in una felicissima vacanza, proprio dalla balconata della chiesa più affascinante di Parigi mi fu scattata una foto bellissima; allora non avrei mai pensato che il mio successivo viaggio a Parigi avrebbe avuto questi contorni. Purtroppo non mi è possibile prendermi gioco del tempo passato e scattare un’immagine identica, la nebbia è scesa ancora e ha ben nascosto tutta la città, così mi consolo con un paio di torte al formaggio trovate nella fiera incastrata tra le vie del quartiere artistico.
Alla sera, insieme a Mario decidiamo per un giro automobilistico che ripercorra un pochino le tappe di oggi; lui ha scarsa voglia di guidare ma decidiamo comunque di prendere la sua auto, la mia ex Ministeriale… Portarla per le strade parigine è una sorta di silenziosa richiesta di perdono per averla venduta e lei accetta di buon grado, mostrandomi contemporaneamente quali cure le vengano riservate come se volesse dirmi “Non importa, va bene così, sarà per un’altra vita.”. La conduco con dolcezza verso l’arco di trionfo, incredibile a dirsi ma una Dea a Parigi non passa più inosservata; prima che il sonno cali la sua scure sulla nostra giornata domando di potermi recare sui vialoni lungosenna, in pochi minuti la ronfante DSuper sale e scende i sottopassi, dribbla i dossi e scivola tra i semafori di una città che non si scorda la parola traffico nemmeno di notte e, quando siamo davanti al parco Andrè Citroen, la Dea si ferma un attimo come per un saluto, un sospiro; il tempo di un ricordo di 34 anni fa e imbocca quasi da sola i vialoni che ci condurranno al nostro giaciglio.