Io sono Niccolò, trentaseienne avvocato residente a Vicenza ma di sangue misto (veneto-toscano), appassionato di Citroen fin dalla più tenera età se è vero che la prima automobile su cui ho viaggiato è stata una Ami 8 Week-End e la mia prima macchinina una 2CV della Polytoys.
In famiglia le Citroen erano già apprezzate, se è vero che dal lato materno erano circolate o ancora circolavano 2CV, Ami 6 e DS, però confesso che da bambino il profilo della DS (ancora diffusa sulle strade della seconda metà degli anni Settanta) mi inquietava.
Ho nutrito sin da piccolo un grande amore per la CX e per tutte le Citroen, con una lunga infatuazione per la SM che mi ha accompagnato per tutti gli anni Novanta, mentre ho vissuto in modo contrastato il mio rapporto con la DS fino ad oggi.
Infatti, anche per certe mie passioni cinematografiche e culturali che mi vedono, oltre che citroenista a tutto tondo, pure francofilo a oltranza, ho sempre preferito le DS più semplici alle opulente DS dei ministeri e dei notabili di provincia.
E ho sempre vissuto con sospetto il rinnovato interesse che ha accompagnato la DS alla resurrezione nella considerazione degli appassionati a partire dall'alba degli anni Novanta: il rischio è quello del mito facile da amare, il cui fascino è univocamente percepibile e unanimemente condiviso.
Dopo due GSA, due Xantia, una BX, una XM e due CX, mi sono avvicinato alla DS per il tramite di una D Spécial del 1973 (è il mio stesso anno di nascita), quasi spartana, recuperata fortunosamente in Francia nel dicembre dell'anno scorso.
Vivo con un po' di dispetto l'attenzione che la gente riserva a questa macchina nel suo magico incedere in mezzo al traffico, sicché preferisco condurla con indolenza lungo strade poco trafficate, tra ricordi e suggestioni di vecchi film francesi e di universi interiori di cui sono geloso.