Non so perchè, ma sotto Natale, me ne succedono sempre di ogni. L'anno scorso la reclusione forzata della mia dea che è culminata con lintervento delle Forze dell'Ordine per rimuovere il trattore che la imprigionava. Questa volta invece l'avventura risale a lunedì, ma inizia il giorno prima...
Domenica 20, appuntamento irrinunciabile a Varese.
C'era un tempo da lupi fuori dagli scuri della mia camera. Era nevicato pochi giorni prima ed in tutta franchezza non avevo alcuna voglia di uscire. In programma la citropizza a Milano, discoteca con amici sempre a Milano, sabato con Pdokkio e co. Niente. Non volevo uscire. Sembrava che qualcosa dentro di me mi volesse impedire di commettere quella sciocchezza. Invece squilla il telefono: "Allora stasera ci sei?" ed a rispondere alla mia domanda, il fatidico: "si", quello che fa pentire molte coppie dopo tanti o pochi anni!
Le strade erano pulite. Ma dal mio garage fino al cancello, il percorso di 50 metri era impraticabile.
La BWW non poteva uscire. Mi avrebbe portato fino in capo al mondo, ma non questa volta. Questo era il momento della Dea!
"-Ti prego, Maria Antonietta, una grande impresa ci aspetta." Fu il suo tacito consenso, che indusse a commettere la pazzia. Tacito, perchè non si accingeva a partire, come se già l'incipit della vicenda volesse indurmi a prevedere l'esito dell'avventura. Il motorino girava un po' piano. Booster e "Vruoammm", ruggì al primo colpo, col comando dell'aria aperto a metà. Su l'altezza da neve, 10 minuti di riscaldamento e via.
La sera era bella, mi ero quasi pentito di aver preso su quel "dispiacere" invece del BMW, ma sapevo che con la mia fortuna, se fosse anche stato pieno agosto, si sarebbe messo a nevicare!
L'asfalto correva sotto la mescola degli pneumatici un po' indurita dal rigore del gelo che tagliava l'aria della notte. Ninente radio, quella mi aveva lasciato a piedi in anticipo, tanto per essere sicura che non avrei attinto informazioni sul traffico come solito son fare. Fu la gentile signorina del Tom Tom ad allietare il mio procedere (con qualche strappo) fino a Saronno, alimentata non dall'accendi sigari della Ds, ma dalla presa del booster, altrimenti sarebbe stato troppo facile.
La notte sotto le coperte non fu tranquilla per la verità, ma la dolce compagnia giustificava quell'insonnia, per una volta, volontaria. Ma ogni notte così trascorsa è destino che passi troppo in fretta, ed alla mattina venga ricordata come sempre "troppo breve".
Se il buon giorno si vede dal mattino, quel giorno avrei dovuto restare a letto, con quella buona compagnia.
Il telefono squillava nero, arrabbiato, due, tre, quattro telefonate nel giro di un'ora. Dovevo tornare a casa per andare a prendere una delega che una persona, con la testa più vuota di una zucca, non mi aveva rilasciato il sabato prima. Mi rivestii, scesi le scale del condominio e vidi un manto bianco coprire le strade del mondo.
"Meno male che non ho preso su la BWW". Ma una musica classica che cadeva come la neve da chissà dove, dopo il celeberrimo "Oh dolci baci o languide carezze", mi raggelò il sangue quando udii: "... e mai cantar la vita!!!".
Il silenzio di Maria Antonietta, girata la chiave, era gelido come quella neve che mi riampiva il cappuccio del cappotto. Ebbi una visione. Nel presepio, accanto al Bambinello, il bue e l'Asinello con la voce di Adamo ed Angelo Ghinzelli, suggerivano: "Cicchetto nel carburatore. Deghiaccianteeeeeeeeeee"
Spruzzai sul carburatore senza manicotto il deghiacciante con lo starter a metà e ci colpo, Maria Antonietta si riprese investita da un fiotto di Cognac!
Partii verso il ritorno alle 14 e trenta. Girato l'angolo, vidi quello che mai avrei voluto vedere...
Una coda di decine e decine di km. Vetture ferme, col motore spento. Immobili. Vennero le 15, le 16 e la benzina nel serbatoio iniziava a calare. Temevo a spegnere la macchina. Se l'avessi fatto, sono sicuro che non sarebbe ripartita e si sarebbe consumato un teatrino sulla strada, come la scena in "Wasabi" in cui la DS non parte e poi non parte. Iniziavo a sudare freddo, a maledire il momento in cui ho proferito il "si". Alle 17 avevamo percorso 7 od 8 km. Telefono al Fedeesse nazionale e vedo che il credito sul cell sta per finire. Devo risparmiare, semmai dovessi rimanere a piedi, per comunicare le coordinate via satellite. Anche il tom tom inizia a dare segni di stanchezza. Il booster comincia a scaricarsi piano piano. @zzo! "Fede, ci sei?"
E qui il buon samaritano mi prospetta tutti i possibili scenari, i possibili aiuti ed i rinforzi. Ma è tutto inutile, non si va nè avanti nè indietro. Suona il telefono, e rimproveri da casa, da gente che mi ha lasciato al freddo a pochi giorni prima di Natale, pontificando sugli aiuti della fAMIGLIA, condiscono la situazione che di minuto in minuto si sta aggravando. Alle 20 entravo in autostada. Pareva una pista di pattinaggio. Vetture ai 30 all'ora e camion sulla corsia di sorpasso che sfanalavano al sottoscritto che altro non vedeva se non una luce nel retrovisore esterno. Il vetro posteriore era coperto. La luce dei fari si affievoliva sempre più. Forse era la neve sulla cupola esterna...
Tutto ad un tratto, anche i tergi non vanno più. Girano si, ma non puliscono.
Vincendo la mia proverbiale avversione per il freddo con la mano sinistra, senza arrestare la marcia forzata, tento di strappare con la mano, il ghiaccio avvinghiato alla gomma dello spazzolino. Il ghiaccio è via, ma non pilusce. Sembra che col freddo si sia ritirata. Dannazione. Mi sento un improbabile nuvolari che anzichè senza fari, deve correre senza tergi in una notte in cui anche il peggior delinquente non si muoverebbe per nulla al mondo.
Un autigrill x far benzina. Aveva ragione il Fede con le sue indicazioni. Vado a nutrire la bambina, mentre scarico le mie emozioni nella fredda toilette ma (stranamente) pulita. Un vassoio di Fiesta Snack e via.
Mi attanaglia un dubbio: "E se mi fanno il palloncino dopo la Fiesta? Vuoi vedere che... no. San Giacomino dalla Val di Zanica, protettore dei viaggiatori dissetati aiutami"
La fobia saliva oltre il limite, che dopo un pomeriggio come quello diventava "ignoto" come il milite e tutto poteva accadere.
Strade indecenti. Ma senza più traffico. Perchè??? Avevo i mezzi spalatori e spargisale dietro!!! La mia solita Sfortuna, perpetua passerrega che mi accompagna seduta come una matrona romana sul sedile dietro del BMW e pure su "virgilio", il water che porto semrpe nel baule del DS.
L'auto inizia a strappare. Ohnnò! No, non in autostrada no! I carroattrezzi degli amici qui non possono entrare. Faccio 2 conti. Tra quello che ho in tasca e quello che ho a casa, posso contare su 100 euro fino alla fine di Gennaio! Dovrò andare a lavorare sulla Paullese per i prossimi 30 ani! (ops, è rimasta una n nella tastiera!)
Una piazzola, una piazzola!!!
Sfido la corsia d'emergenza nn ancora pulita e mi fermo con un grande scroscio. La marmitta è ancora su.
Compaiono ancora il bue e lasinello su un campo dal golf mentre estraggono da una buca un filtrino ed il bue con la voce di Adamo mi dice: Cambia al filtar, cuion! mentre Angelo annuisce col capo asinino.
Faccio per prendere la valigetta degli attrezzi nel baule ma
la serratura non si apre. Il ghiaccio ha saldato lapertura. Non dirlo al bue fa Angelo- togli lo schienale e prendila da dentro. Tento la manovra ma devo ciudere la portiera: un camion sta passando u po troppo vicino. Al secondo temtativo va bene.
Mi accorgo che manca una torcia quando mi viene in mente il regalo consorziato tra il Pdokkio, la contessa, Claudia nonché Roby: Il cellulare con la torcia incorporata. E proprio vero, ora fanno tutto tranne che telefonare! Se non cè la ricarica ovviamente. Il motore riparte, Habemus papam. MA il cofano non si chiude. Hanno perso la chiave del conclave e sono tutti chiusi dentro. Il ghiaccio è andato anche in mezzo alla chiusura del cofano. Basta. Riprendiamo la strada sempre senza tergi cristalli e finalmente, al casello di Parma, mi sento a casa. Lungo i fossi delle strade conto qualcosa come 28, 30 macchine nei fossi, a trazione anteriore e posteriore.
E luna quando torno a casa. Il telefono non tace ancora. E il Grande Rotta Stefano la Lodi che mi chiede se può venire a salutarmi. Massì, oggi non ho ancora fatto niente
Vieni pure Dopo il racconto della mia Disavventura, un thè caldo, 4 chiacchiere con gli amici ed il loro congedo.
Sto per rientrare in casa quando la loro mini slitta lungo la strada verso il mio cancello. Son tentato ad invitarli a dormire da me pur di non toccare più una macchina per almeno 8 ore. Ma coi tappetini del Ds sotto le gomme ripartono. Un bel catenaccio di 2 metri concluse una giornata delle peggiori che abbia mai vissuto.
Buon Natale. Angelo Glauco Rosa