Paraurti in INOX, ma quando mai ?

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Offline SCARABEO

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Paraurti in INOX, ma quando mai ?
« il: Maggio 31, 2010, 06:36:40 pm »
Oggi ho portato a Mimì metallurgico il mio paraurti posteriore.
Ho finalmente deciso di allungarlo !!! (sto parlando della cabrio)
Avevo acquistato le "prolunghe" a Roma 2 anni fa....

Arrivato da Mimì gli spiego il lavoro, gli do le quote, e lui dopo essersi assicurato di aver capito bene come fare il lavoro, prende una calamita e la posa sul paraurti.

Dovevate vedere le nostre faccine !!!!

La calamita s'attacca che di più non si può. Ma solo al paraurti. Alle "prolunghe" no.

E lui: come vuoi che faccia a saldare l'inox vero a sta merda ?

1) Qualcuno di voi ha fatto la prova calamita ?
2) Cosa rispondo a Mimì ?

P.S.:   ma si chiamerà Inox perché prodotto a Inox appunto, in India ? INOX
(Inox-Bhawanipur, Calcutta, Bengala Occidentale, India)
« Ultima modifica: Maggio 31, 2010, 06:42:18 pm da SCARABEO »

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Offline FeDeesse

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Re: Paraurti in INOX, ma quando mai ?
« Risposta #1 il: Maggio 31, 2010, 06:55:15 pm »
Oggi ho portato a Mimì metallurgico il mio paraurti posteriore.
Ho finalmente deciso di allungarlo !!! (sto parlando della cabrio)
Avevo acquistato le "prolunghe" a Roma 2 anni fa....

Arrivato da Mimì gli spiego il lavoro, gli do le quote, e lui dopo essersi assicurato di aver capito bene come fare il lavoro, prende una calamita e la posa sul paraurti.

Dovevate vedere le nostre faccine !!!!

La calamita s'attacca che di più non si può. Ma solo al paraurti. Alle "prolunghe" no.

E lui: come vuoi che faccia a saldare l'inox vero a sta merda ?

1) Qualcuno di voi ha fatto la prova calamita ?
2) Cosa rispondo a Mimì ?

P.S.:   ma si chiamerà Inox perché prodotto a Inox appunto, in India ? INOX
(Inox-Bhawanipur, Calcutta, Bengala Occidentale, India)



http://it.wikipedia.org/wiki/Acciaio_inossidabile
Qualche citroën.....

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Offline MAMBO

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Re: Paraurti in INOX, ma quando mai ?
« Risposta #2 il: Maggio 31, 2010, 07:08:54 pm »
Oggi ho portato a Mimì metallurgico il mio paraurti posteriore.
Ho finalmente deciso di allungarlo !!! (sto parlando della cabrio)
Avevo acquistato le "prolunghe" a Roma 2 anni fa....

Arrivato da Mimì gli spiego il lavoro, gli do le quote, e lui dopo essersi assicurato di aver capito bene come fare il lavoro, prende una calamita e la posa sul paraurti.

Dovevate vedere le nostre faccine !!!!

La calamita s'attacca che di più non si può. Ma solo al paraurti. Alle "prolunghe" no.


Quindi ti hanno fregato..... ;D ;D

E lui: come vuoi che faccia a saldare l'inox vero a sta merda ?

1) Qualcuno di voi ha fatto la prova calamita ?
2) Cosa rispondo a Mimì ?

P.S.:   ma si chiamerà Inox perché prodotto a Inox appunto, in India ? INOX
(Inox-Bhawanipur, Calcutta, Bengala Occidentale, India)
STEFANO

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Offline DSuper71

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Re: Paraurti in INOX, ma quando mai ?
« Risposta #3 il: Maggio 31, 2010, 07:37:51 pm »
Se conosci qualcuno che lavora in una fonderia, ti potresti far fare una prova velocissima con lo spettrometro (lascia solo una piccola bruciatura d 1-2 cm di diametro).
Ho lavorato in una fonderia di acciaio inox e la prova della calamita non esclude o individua l'acciaio inox. 
La calamita infatti NON aderisce sugli acciai inox AISI 300, come ad esempio i più famosi 304 e 316. Sono acciai inox austenitici. Li trovi nelle pentole nelle varie composizioni  (L-N etc.) e nelle valvole e tubature per offshore/impiego marino.

La calamita aderisce sugli acciai martensitici della serie 400, ad esempio AISI 410 ed AISI 420. Si solito ci si producono i coltelli da cucina ed oggetti in cui è richiesta una maggiore resistenza meccanica.





« Ultima modifica: Maggio 31, 2010, 07:57:14 pm da DSuper71 »
De recta non tolerandum sunt

http://www.dsuper.altervista.org/

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Offline SCARABEO

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Re: Paraurti in INOX, ma quando mai ?
« Risposta #4 il: Maggio 31, 2010, 07:48:26 pm »


http://it.wikipedia.org/wiki/Acciaio_inossidabile

Adesso è tutto più chiaro:

Acciaio inossidabile
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
  
Gli acciai inox o acciai inossidabili sono leghe a base di ferro che uniscono alle proprietà meccaniche tipiche degli acciai caratteristiche peculiari di resistenza alla corrosione.
La definizione di inox deriva dal francese inoxydable, e devono la loro capacità di resistere alla corrosione aerea e di liquidi alla presenza di elementi di lega, principalmente cromo, in grado di passivarsi, cioè di ricoprirsi di uno strato di ossidi invisibile, di spessore pari a pochi strati atomici (3-5×10-7 mm), che protegge il metallo sottostante dall'azione degli agenti chimici esterni. Il valore minimo di cromo affinché si possa parlare di acciaio inossidabile è pari all'11-12%.
Se la percentuale dei leganti è elevata, non si parla più di acciai inox bensì di leghe inox austenitiche.
Indice [nascondi]
1 Storia
2 Passivazione
3 Tipi di acciaio inossidabile
3.1 Acciaio inox martensitico
3.2 Acciaio inox ferritico
3.3 Acciaio inox austenitico
3.4 Acciaio duplex
3.5 Acciaio inox indurente per precipitazione
3.6 Acciaio inox ad alta temperatura
3.7 Acciaio inox superferritico
3.8 Acciai da ultra alto vuoto e criogenia
4 Sigle commerciali
5 Acciai inox per acqua potabile
6 Normativa di riferimento
7 Note
8 Voci correlate
9 Altri progetti
10 Collegamenti esterni
Storia [modifica]

La scoperta dell'acciaio inossidabile si deve all'inglese Harry Brearly di Sheffield: nel 1913, sperimentando acciai per canne di armi da fuoco, scoprì che un suo provino di acciaio con il 13-14% di cromo e con un tenore di carbonio relativamente alto (0,25%) non arrugginiva quando era esposto all'atmosfera. Successivamente questa proprietà venne spiegata con la passivazione del cromo, che forma sulla superficie una pellicola di ossido estremamente sottile, continua e stabile. I successivi progressi della metallurgia fra gli anni '40 e sessanta hanno ampliato il loro sviluppo e le loro applicazioni. Tuttora vengono perfezionati e adattati alle richieste dei vari settori industriali, come il petrolifero/petrolchimico, minerario, energetico, nucleare ed alimentare.
Passivazione [modifica]

Molto propria è la dizione anglosassone stainless derivata dalla capacità di questi materiali di ossidarsi ma non arrugginirsi (o come si suol dire passivarsi) negli ambienti atmosferici e naturali.
Il fenomeno della passivazione avviene per reazione con l'ambiente ossidante (aria, acqua, soluzioni varie, ecc). La natura dello strato passivante, formato essenzialmente da ossidi/idrossidi di cromo, è autocicatrizzante e garantisce la protezione del metallo, anche se localmente si verificano abrasioni o asportazioni della pellicola, qualora la composizione chimica dell'acciaio e la severità del danno siano opportunamente inter-relazionate. In particolare, il film passivo può essere più o meno resistente in funzione della concentrazione di cromo nella lega e in relazione all'eventuale presenza di altri elementi quali il nichel, il molibdeno, il titanio, ecc.
Tipi di acciaio inossidabile [modifica]

Gli acciai inox si dividono tradizionalmente, secondo la loro microstruttura, in tre grandi famiglie:
martensitici
ferritici
austenitici
Oltre a queste tre categorie esistono anche altre due famiglie meno note, il cui impiego è in forte ascesa, per impieghi specifici:
gli austeno-ferritici o duplex
gli indurenti per precipitazione
Acciaio inox martensitico [modifica]
Gli inossidabili martensitici sono leghe al cromo (dall'11 al 18% circa) con carbonio relativamente elevato, contenenti piccole quantità di altri elementi. Tipici elementi in essi presenti sono manganese, silicio, cromo e molibdeno; può essere aggiunto zolfo se si necessita di truciolabilità (a scapito comunque delle caratteristiche meccaniche).
L'acciaio inox martensitico ha caratteristiche meccaniche molto elevate ed è ben lavorabile alle macchine, è l'unico acciaio inox che può prendere la tempra e pertanto aumentare le sue proprietà meccaniche (carico di rottura, carico di snervamento, durezza) mediante trattamento termico.
È conosciuto soprattutto con la nomenclatura americana: per esempio l'acciaio al solo cromo è l'AISI serie 400 (da ricordare AISI 410 e 420, con 0,20% < C < 0,40% e Cr = 13% circa; AISI 440 con C = 1% circa e Cr = 17%); nella nomenclatura UNI ha sigle come X20Cr13, X30Cr13, X40Cr14. È magnetico. È anche conosciuto come acciaio "serie 00".
L'acciaio inossidabile martensitico è autotemprante, ma dalla temperatura di laminazione alla temperatura ambiente nasce una struttura troppo tensionata; si segue sempre quindi la procedura:
ricottura di lavorabilità: essa è svolta col metodo isotermico solo quando si voglia la durezza minima; altrimenti si raffredda a velocità costante, scegliendola in base alla durezza che si vuole ottenere (vedi curve CCT);
tempra a temperatura di circa 1000 °C e per un tempo sufficiente a sciogliere i carburi di cromo;
rinvenimento a temperature diverse a seconda che si voglia privilegiare la durezza, la resistenza alla corrosione o la tenacità.
Gli acciai inossidabili martensitici sono utilizzati soprattutto per la loro elevata resistenza allo scorrimento viscoso, sebbene la loro formalità e saldabilità sia estremamente difficoltosa e la loro resistenza alla corrosione sia minore rispetto a quella delle altre famiglie.
La resistenza alla corrosione non è eccezionale perché il cromo ha più basso tenore tra le categorie di acciai inox; inoltre perché la struttura martensitica ha un'alta densità di difetti reticolari e come tale è una struttura incrudita dunque più sensibile ai fenomeni corrosivi.
L'AISI 440 è utilizzato per l'utensileria inossidabile (coltello, forbice, bisturi, lametta, iniettore per motore a scoppio).
Acciaio inox ferritico [modifica]
Come i precedenti, anche i gli acciai ferritici sono acciai inossidabili al solo cromo (variabile dall'11 al 30% circa[1]).
Questi acciai hanno buona resistenza meccanica ed alla corrosione. Hanno struttura cubica a corpo centrato come gli acciai al carbonio, ma non possono innalzare le loro caratteristiche meccaniche per mezzo di trattamenti termici.
Hanno un minor tenore di carbonio rispetto al martensitico. Un tipo particolarmente resistente al calore contiene il 26% di cromo. Altri elementi presenti sono il molibdeno, l'alluminio per aumentare la resistenza all'ossidazione a caldo, lo zolfo per facilitare la lavorabilità.
Il limite di snervamento è molto basso e, non potendosi fare trattamenti termici per l'assenza di punti critici, si esegue la ricristallizzazione o l'incrudimento. Si consiglia di non scaldarlo oltre gli 850 °C per non ingrossare il grano e di non sostare tra i 400 e i 570 °C nel raffreddamento per non incorrere nella fragilità al rinvenimento.
Le proprietà fondamentali sono: moderata resistenza alla corrosione, che aumenta con la percentuale di cromo nonché da alligazione con il molibdeno; magnetizzabile; non temprabile e da usare sempre dopo ricottura; la saldabilità è scarsa, in quanto il materiale che viene surriscaldato subisce l'ingrossamento del grano cristallino a causa del cromo.
Gli impieghi più comuni sono vasellame o posateria di bassa qualità, acquai, lavelli e finiture per l'edilizia. In lamiere sottili si usano per rivestimenti, piastre per ponti navali, sfioratori, trasportatori a catena, estrattori di fumi e depolverizzatori.
Acciaio inox austenitico [modifica]
   
È un acciaio a struttura cubica a facce centrate, contenente Ni e Cr in percentuale tale da conservare la struttura austenica anche a temperatura ambiente. Viene classificato in base alla percentuale di Ni e di Cr (vedi tabella); nella classificazione ASTM costituisce la serie 3XX.
La composizione base dell'acciaio inox austenitico è il 18% di Cr e l'8% di Ni, codificata in 18/8. Una percentuale del 2-3% di molibdeno assicura una miglior resistenza alla corrosione (acciaio 18/8/3). Il contenuto di carbonio è basso (0,08% max di C), ma esistono anche acciai inox austenitici dolci (0,03% di C max). L'acciaio inox austenitico può essere stabilizzato con titanio o niobio per evitare una forma di corrosione nell'area delle saldature (vedi più avanti le debolezze di questo tipo di acciaio). Considerando la notevole percentuale di componenti pregiati (Ni, Cr, Ti, Nb, Ta), gli acciai inox austenitici sono fra i più costosi tra gli acciai di uso comune.
Le proprietà fondamentali sono:
ottima resistenza alla corrosione;
facilità di ripulitura e ottimo coefficiente igienico;
facilmente lavorabile, forgiabile e saldabile;
incrudibile se lavorato a freddo e non tramite trattamento termico;
in condizione di totale ricottura non si magnetizza.
La loro struttura austenitica (con cristallo CFC) li rende immuni dalla transizione duttile-fragile (che si manifesta invece con la struttura ferritica, cristallo ccc), quindi conservano la loro tenacità fino a temperature criogeniche (He liquido). La dimensione dei grani, sensibilmente più elevata di quella degli acciai ferritici da costruzione, li rende resistenti allo scorrimento viscoso; di conseguenza fra gli acciai per costruzione di recipienti a pressione, sono quelli che possono essere utilizzati alle temperature più elevate (600 °C).
Dato che l'austenite è paramagnetica, questi acciai possono essere facilmente riconosciuti disponendo di magneti permanenti calibrati.
Gli impieghi di questi acciai sono molto vasti: pentole e servizi domestici, finiture architettoniche, mattatoi, fabbriche di birra, lattine per bibite e prodotti alimentari; serbatoi per gas liquefatti, scambiatori di calore, apparecchi di controllo dell'inquinamento e di estrazione di fumi, autoclavi industriali. La loro resistenza a gran parte degli aggressivi chimici li rende inoltre molto apprezzati nell'industria chimica. Lo stesso tipo di acciaio fu utilizzato nel 1929 per la costruzione della guglia del Chrysler Building di New York: la struttura fu costruita in officina in 4 tronconi separati e poi assemblati sulla cima della costruzione nel giro di 90 minuti. La lucentezza della guglia, a 80 anni dalla sua costruzione, testimonia l'altissimo grado di resistenza e di inossidabilità del Nirosta.
Gli acciai inox austenitici soffrono però di alcune limitazioni:
la massima temperatura cui possono essere trattati è di 925 °C;
a bassa temperatura la resistenza alla corrosione diminuisce drasticamente: gli acidi rompono il film di ossido e ciò provoca corrosione generica in questi acciai;
nelle fessure e nelle zone protette la quantità di ossigeno può non essere sufficiente alla conservazione della pellicola di ossido, con conseguente corrosione interstiziale;
gli ioni degli alogenuri, specie l'anione (Cl-), spezzano il film passivante sugli acciai inox austenitici e provocano la cosiddetta corrosione ad alveoli, definita in gergo pitting corrosion. Un altro effetto del cloro è la SCC (Stress Corrosion Cracking - rottura da tensocorrosione).
L'unico trattamento termico consigliabile per questa classe di acciai è un quello di solubilizzazione del C a 1050 °C, con raffreddamento rapido (per evitare la permanenza nell'area fra 800 e 400 °C, dove può avvenire la precipitazione dei carburi di Cr).
Acciaio duplex [modifica]
Gli acciai austeno-ferritici, detti anche duplex, presentano una struttura mista di austenite e di ferrite. Si tratta di un acciaio al cromo ibrido: il tenore di cromo va dal 18 al 26% e quello di nichel dal 4,5 al 6,5%, quantità insufficienti per determinare una struttura microcristallina totalmente austenitica (che quindi rimane in parte ferritica). Quasi tutte le sue varianti contengono fra il 2,5 ed il 3% di molibdeno. Esistono inoltre forme di Duplex, chiamati "poveri" che non contengono molibdeno e hanno tenori di nickel minori del 4,5%.
Le proprietà fondamentali sono:
struttura microcristallina peculiare nota come duplex, austenitica e ferritica, che conferisce più resistenza alle rotture per tensocorrosione;
maggior grado di passivazione per il più alto tenore di cromo (e la presenza del molibdeno) e quindi miglior resistenza alla corrosione puntiforme (pitting) rispetto agli acciai 18-8;
saldabilità e forgiabilità buone;
alta resistenza a trazione ed allo snervamento.
Gli impieghi più comuni sono: scambiatori di calore, macchine per movimentazione dei materiali, serbatoi e vasche per liquidi ad alta concentrazione di cloro, refrigeratori ad acqua marina, dissalatori, impianti per salamoia alimentare ed acque sotterranee e ricche di sostanze aggressive.
Acciaio inox indurente per precipitazione [modifica]
Questi acciai presentano la possibilità di innalzare notevolmente le proprie caratteristiche meccaniche per trattamenti termici particolari di invecchiamento, che consentono di far precipitare fasi intermetalliche dure nella matrice al fine di aumentare le proprietà meccaniche della lega. Inoltre questi acciai possiedono resistenza alla corrosione paragonabile a quella degli acciai austenitici classici, a parità di cromo e molibdeno.
Acciaio inox ad alta temperatura [modifica]
Questi acciai inox sono stati messi a punto per operare ad elevata temperatura in condizioni ossidanti. La percentuale di cromo è del 24% ed il nichel va dal 14 al 22%.
Le proprietà fondamentali sono resistenza all'ossidazione (sfaldatura) ad alta temperatura e buona resistenza meccanica alle alte temperature.
Gli impieghi più comuni avvengono in parti di forni, tubi irradianti e rivestimenti di muffole, per temperature di esercizio fra 950 e 1100 °C.
Acciaio inox superferritico [modifica]
È stato ideato per ridurre la suscettibilità alla corrosione alveolare ed alle rotture per tensocorrosione degli inox austenitici. Questi acciai dolci al cromo hanno due composizioni possibili: cromo 18% e molibdeno 2%, oppure cromo 26% e molibdeno 1%.
Le proprietà fondamentali sono le stesse degli acciai inox ferritici, con in più la resistenza alla corrosione alveolare ed alla rottura da tensocorrosione (SCC); saldabilità scarsa o discreta.
A causa della bassa saldabilità gli impieghi sono limitati a particolari saldati di meno di 5 mm di spessore. Sono utilizzati per pannelli e radiatori solari, tubi di scambiatori di calore e di condensatori, serbatoi per acqua calda e tubazioni di circolazione di salamoie nelle industrie alimentari.
Acciai da ultra alto vuoto e criogenia [modifica]
Il metallo più utilizzato in UV e in UHV è l'acciaio inox. L'acciaio inox è una lega di ferro, cromo, nichel, con tracce di silicio, carbonio, manganese, molibdeno, niobio e titanio, ed è il costituente strutturale dell'ambiente da vuoto: questo perché è molto reperibile e relativamente economico, ha proprietà di resistenza meccanica abbastanza elevate, non si tempra, si salda con facilità, ha un basso degasaggio, è abbastanza inerte chimicamente.
Sigle commerciali [modifica]

Sono in commercio vari tipi di acciai inox, conosciuti principalmente sotto la notazione AISI (marchio statunitense), che differiscono per percentuale in peso degli elementi costituenti; distinguiamo tra questi i più usati in:
304 - Cr (18%) Ni (10%) C (0,05%)
304 L - (Low Carbon): Cr (18%) Ni (10%) C < 0.03%
316 - Cr (16%) Ni (11.3/13 %) Mo (2/3 %)
316 L - (Low Carbon): Cr (16,5/18,5%) Ni (10,5/13,5%) Mo (2/2,25%)C < 0.03%.
316 LN - (Low Carbon Nitrogen) (presenza di azoto disciolto nel reticolo cristallino del materiale)
316 LN ESR (electro-slag remelting).
430: Cr (16/18 %) C (0,08%)
Questi materiali possono essere anche stabilizzati al titanio o al niobio come:
316 Ti
316 Nb
430 Ti
La sigla “L” indica la bassa percentuale di carbonio presente. Questa caratteristica fa sì che l'acciaio degasi poco, in quanto il carbonio tende in qualsiasi condizione a legarsi con l'idrogeno, precipitando idrocarburi.
L'annotazione “N” sta ad indicare la presenza di azoto disciolto nella lega. Grazie alle sue proprietà di gas inerte (il legame azoto-azoto è triplo, gli atomi sono molto vicini tra loro e perciò si separano difficilmente), l'azoto funge da schermo sull'acciaio limitandone la contaminazione esterna. La posizione del ferro all'interno della lega influenza diverse caratteristiche, di elevata importanza per il suo utilizzo. La principale è la magneticità: nella disposizione a corpo centrato il materiale evidenzia proprietà ferritiche, perciò magnetiche, mentre in quella a facce centrate l'acciaio è austenitico.
Gli AISI 304 e 316 appartengono alla famiglia degli acciai a struttura austenitica mentre l'AISI 420 è a struttura ferritica.
La differenza tra l'acciaio 304 e 316, a parte il costo maggiore e la presenza nel 316 di Mo, è data dalla più elevata austenicità del secondo grazie alla più alta percentuale di nichel.

Sebbene questi acciai conservino la struttura austenitica, in alcuni casi resatano "isole" che hanno una struttura ferritica, derivata dalla ferrite δ.
Nell'UV si necessita di una tipologia d'acciaio austenitico, poiché possiede una struttura molto legata e di conseguenza meno attaccabile chimicamente. La presenza di metalli refrattari, come il molibdeno, aiuta a legare elettro-chimicamente gli atomi di ferro, conferendone maggiore inerzia e un grado di durezza superiore (circa 180 gradi Vickers).
L'acciaio austenitico permette di utilizzare la lega anche nell'UHV, poiché l'amagneticità strutturale le dona un'inerzia quasi totale alle interazioni “deboli” garantendo un vuoto più pulito.
La presenza di cromo, nonostante le sue caratteristiche ferriticizzanti, conferisce all'acciaio stabilità ed elasticità, garantendone così duttilità e malleabilità.
Resta comunque il fatto che, in questa tecnologia, l'acciaio più utilizzato sia quello austenitico. La sua temperatura di fusione è di 1435 °C, tuttavia dobbiamo considerare che, durante la saldatura, nell'intervallo di temperatura tra i 600 e gli 800 °C, si trasforma, o meglio decade, da austenitico a ferritico (come indicato nel diagramma di sensibilizzazione di Schaeffler). Il suo decadimento è più rapido e permanente per gli acciai 304 rispetto ai 316.
Periodo di sensibilizzazione:
304: 10 minuti;
304 L: 30 minuti;
316 L: un'ora.
Maggiore è questo periodo (proporzionale alla presenza di nickel), più il materiale è affidabile.
Per ridurre ulteriormente il degasaggio della lega 316 si effettua il processo di electro slag remelting, in cui la stessa viene rifusa in un forno a radiofrequenze, in modo da eliminare le microscorie di ossidi e di carburi, che, oltre a "sporcare" il vuoto, la rendono più ferritica. Il 316 L N ESR, poiché molto costoso, viene utilizzato limitatamente e prevalentemente negli acceleratori di particelle.
L'acciaio è costituente delle camere da vuoto, delle flange e di eventuali altri elementi come bulloni e dadi; in ogni modo, una camera da vuoto in acciaio richiede ulteriori trattamenti finalizzati a diminuire il costante degasaggio di idrogeno dalle sue pareti. Uno dei principali è il vacuum firing, con il quale l'acciaio viene in primo luogo scaldato a 1400 °C e poi rapidamente raffreddato, per attraversare celermente la zona di sensibilizzazione senza decadere in ferritico. Così, oltre alla diminuzione della percentuale di azoto sulle superfici, si ottiene un aumento della sua austeniticità.
Acciai inox per acqua potabile [modifica]

Acciaio
Inox ferritico
Inox austenitico
Leghe inox austenitiche
Acciaio strutturale
Altri progetti [modifica]

 Wikizionario contiene la voce di dizionario «Acciaio inossidabile»
Collegamenti esterni [modifica]

Articoli su acciaio inossidabile
La soluzione ferritica

Re: Paraurti in INOX, ma quando mai ?
« Risposta #5 il: Giugno 01, 2010, 01:23:45 am »
E' piu' chiaro?

Io a meta' ho deciso che vado a dormire ;D

 [:hello]
VIVA VIVA VIVA!!!

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Offline IDcronio

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Re: Paraurti in INOX, ma quando mai ?
« Risposta #6 il: Giugno 01, 2010, 09:47:10 am »
Ma te magnasse la mummia del Similaun!!! ;D......ma non ti sono bastate due pagine di sapienza troglocronica!!?? [:fiu]....tu devi avere qualche buco di troppo [o:o:].... ;D [:hello]

http://forum.ideesse.it/smf/index.php?topic=7960.msg79215#msg79215

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Offline SCARABEO

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Re: Paraurti in INOX, ma quando mai ?
« Risposta #7 il: Giugno 01, 2010, 10:05:20 am »
Ma te magnasse la mummia del Similaun!!! ;D......ma non ti sono bastate due pagine di sapienza troglocronica!!?? [:fiu]....tu devi avere qualche buco di troppo [o:o:].... ;D [:hello]

http://forum.ideesse.it/smf/index.php?topic=7960.msg79215#msg79215

Non me lo ricordavo proprio sto topic....

Re: Paraurti in INOX, ma quando mai ?
« Risposta #8 il: Giugno 07, 2010, 07:03:36 pm »
Io non ho mai avuto dubbi....40 anni di immersione nelle nebbie vercellesi sono la miglior prova di "very Inox"!! [:crazy] [:crazy] [:crazy] [:crazy] [:crazy]
DS: l'auto viva