Jacques Prévert anti-André Citroen

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Offline juillet61

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Jacques Prévert anti-André Citroen
« il: Giugno 11, 2010, 11:33:55 am »
Ciao.

Jacques Prévert: "Paris est tout petit". Vivons d'amour et d'eau chaude!
Et dans le livre, ce texte:
Citroën
À la porte des maisons closes
C’est une petite lueur qui luit…
Mais sur Paris endormi, une grande lumière s’étale : Une grande lumière grimpe sur la tour, Une lumière toute crue. C’est la lanterne du bordel capitaliste, Avec le nom du tôlier qui brille dans la nuit.

Citroën ! Citroën !

C’est le nom d’un petit homme, Un petit homme avec des chiffres dans la tête, Un petit homme avec un sale regard derrière son lorgnon, Un petit homme qui ne connaît qu’une seule chanson, Toujours la même.

Bénéfices nets… Millions… Millions…

Une chanson avec des chiffres qui tournent en rond, 500 voitures, 600 voitures par jour. Trottinettes, caravanes, expéditions, auto-chenilles, camions…

Bénéfices nets… Millions… Millions…Citron… Citron

Et le voilà qui se promène à Deauville, Le voilà à Cannes qui sort du Casino

Le voilà à Nice qui fait le beau Sur la promenade des Anglais avec un petit veston clair, Beau temps aujourd’hui ! le voilà qui se promène qui prend l’air,

 
Il prend l’air des ouvriers, il leur prend l’air, le temps, la vie Et quand il y en a un qui crache ses poumons dans l’atelier, Ses poumons abîmés par le sable et les acides, il lui refuse Une bouteille de lait. Qu’est-ce que ça peut bien lui foutre, Une bouteille de lait ? Il n’est pas laitier… Il est Citroën.

 

Il a son nom sur la tour, il a des colonels sous ses ordres. Des colonels gratte-papier, garde-chiourme, espions. Des journalistes mangent dans sa main. Le préfet de police rampe sous son paillasson.

 

Citron ?… Citron ?… Millions… Millions…

 

Et si le chiffre d’affaires vient à baisser, pour que malgré tout Les bénéfices ne diminuent pas, il suffit d’augmenter la cadence et de Baisser les salaires des ouvriers

 

Baisser les salaires

 

Mais ceux qu’on a trop longtemps tondus en caniches, Ceux-là gardent encore une mâchoire de loup Pour mordre, pour se défendre, pour attaquer, Pour faire la grève… La grève…

 

Vive la grève !
 [:hello]

JACQUES
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Offline IDcronio

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Re: Jacques Prévert anti-André Citroen
« Risposta #1 il: Giugno 11, 2010, 12:11:43 pm »
Fantastico!!!

Il "bordello capitalistico! mi piace un sacco! ;D [:hello]

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Offline juillet61

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Re: Jacques Prévert anti-André Citroen
« Risposta #2 il: Giugno 11, 2010, 01:20:11 pm »
Ciao.
« Un poème de Prevert composé lors de la grève des travailleurs de Citröen en 1933. Alors que la société est bénéficiaire et que l’usine mère de Javel était remise à neuf afin d’en faire "la plus belle du monde", l’entreprise annonce une baisse de 18 à 20% des salaires. Les ouvriers de CITROËN se mettent en grève et plus tard s’allient avec leurs camarades de RENAULT. La repression sera violente et donnera lieu à des centaines d’arrestations et de lourdes peines de prisons. CITROËN finira par abandonné son projet de baisse de salaire. Le mouvements forcera l’entreprise RENAULT à abandonner les projets similaires qu’elle prévoyait.
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 [:hello]


JACQUES
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Re: Jacques Prévert anti-André Citroen
« Risposta #3 il: Giugno 11, 2010, 05:08:14 pm »


da come è presentato potrebbe alimentare falsi giudizi sull'operato del Patron "grazie" a quattro righe di un "poeta"-surrealista (il chè la dice lunga sulle capacità analitiche della Realtà)  in vena di idealismi assoluti decisamente scollati dall'economia dell' epoca cui viene fatto riferimento (1933)

La crisi americana del 1929 investe l'Europa negli anni seguenti; nel 1933 il Governo francese emana un decreto Legge che riduce il costo della vita del 10% e Citroen si adegua ritoccando  gli stipendi in misura proporzionale

Gli scioperi sono una logica conseguenza

prevert, fors'anche in seguito alle settimane di coma, si è dimenticato di quanto ha fatto Andrè per migliorare le condizioni lavorative dei suoi operai a Javel


Paris est tout petit: un libretto da metter nel caminetto



 [|)]



 

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Offline IDcronio

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Re: Jacques Prévert anti-André Citroen
« Risposta #4 il: Giugno 11, 2010, 05:32:38 pm »
Il surrealismo affonda le radici nella lettura filosifica dell'interpretazione dei sogni (Freud)

Manifesto surrealista, 1924

Automatismo psichico puro con il quale ci si propone di esprimere, sia verbalmente che in ogni altro modo, il funzionamento reale del pensiero, in assenza di qualsiasi controllo esercitato dalla ragione, al di fuori di ogni preoccupazione estetica o morale.

ll Surrealismo si fonda sull'idea di un grado di realtà superiore connesso a certe forme d'associazione finora trascurate, sull'onnipotenza del sogno, sul gioco disinteressato del pensiero. Tende a liquidare definitivamente tutti gli altri meccanismi psichici e a sostituirsi ad essi nella risoluzione dei principali problemi della vita



L'uomo è "surrealista" di suo, cerca attraverso i propri sogni un futuro migliore per andare avanti, malgrado gli sforzi di politici e capitani d'industria più o meno illuminati, essi saranno sempre in ritardo rispetto alle aspettative di ogni generazione che verrà.

Questa è un'oggettiva constatazione.. [:hello]




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Offline IDcronio

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Re: Jacques Prévert anti-André Citroen
« Risposta #5 il: Giugno 11, 2010, 05:54:00 pm »
Delle belle Citroen ostaggio dei lavoratori marittimi di Liverpool,* 14 Giugno 1949  [:fiu]


*Slough Citroen factory

Re: Jacques Prévert anti-André Citroen
« Risposta #6 il: Giugno 11, 2010, 05:57:12 pm »
L'uomo è "surrealista" di suo, cerca attraverso i propri sogni un futuro migliore per andare avanti.//..

Questa è un'oggettiva constatazione.. [:hello]

vero

vero anche che chi lavora 12/15 ore al giorno e dorme 4 ore per notte non ha molto tempo da dedicare a sonno & sogni, a differenza del "poeta" in questione, allietato da vino & siga e gravato (notare la schiena) dall'ozio quotidiano

taccio sul povero cane legàto




Dopo il braccio di ferro tra Azienda e Sindacati, che portò alla chiusura di Javel per tre settimane (utili per accelerare i lavori di costruzione della nuova struttura  ;D), i salari non furono comunque abbassati...

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Offline IDcronio

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Re: Jacques Prévert anti-André Citroen
« Risposta #7 il: Giugno 11, 2010, 06:06:58 pm »
vero

vero anche che chi lavora 12/15 ore al giorno e dorme 4 ore per notte non ha molto tempo da dedicare a sonno & sogni, a differenza del "poeta" in questione, allietato da vino & siga e gravato (notare la schiena) dall'ozio quotidiano

;D....dai!!...lui invece di spremere i muscoli spremeva le meningi!! ...era un'intellettuale o no?...o come vorrebbe certa gente dovremmo metterli tutti ai ferri?.....sono loro gli occhi del nostro futuro! ricordiamocelo sempre!



.....taccio sul povero cane legàto

Taccio anch'io! :'(...considerato che sono certo del fatto che prima l'uomo inizia a rispettare la vita iniziando dagli animali e prima la smetteremo di ammazzarci tra di noi, anche se tutti nel mondo sono convinti che si debba fare alla rovescia... [A:mai] [:hello]


Re: Jacques Prévert anti-André Citroen
« Risposta #8 il: Giugno 11, 2010, 06:27:15 pm »

 ;D....dai!!...lui invece di spremere i muscoli spremeva le meningi!!

dipende da quanto succo ne esca...

se l'analisi della Realtà è offuscata dai sogni c'è poco di che sperare: il testo del libro riportato sopra ne è una prova tangibile





Citazione
...era un'intellettuale o no?

l'intellettuale fa uso di intelletto

la persona in questione, secondo me, non ne faceva un uso oggettivamente appropriato




Citazione
...o come vorrebbe certa gente dovremmo metterli tutti ai ferri?.....

mai e poi mai!
ci mancherebbe!
mi riferisco ovviamente agli intellettuali, quelli veri, non ai "poeti" avvinazzati & fumàti


Citazione



Taccio anch'io! :'(...considerato che sono certo del fatto che prima l'uomo inizia a rispettare la vita iniziando dagli animali e prima la smetteremo di ammazzarci tra di noi, anche se tutti nel mondo sono convinti che si debba fare alla rovescia... [A:mai] [:hello]

mi ha colpito il guinzaglio, un po' troppo corto per i miei gusti


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Offline Martini

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Re: Jacques Prévert anti-André Citroen
« Risposta #9 il: Giugno 11, 2010, 06:40:41 pm »
Più che surrealismo, a me pare puro populismo. Come scrive rpallas, André Citroën fu una spina nel fianco degli industriali francesi proprio per come trattò i suoi operai, per le concessioni che fece loro, per i salari nettamente superiori a quelli "sindacali" dell'epoca e per il "welfare" che volle e mantenne.
Chiaro che nel '33 gli effetti della Grande Crisi erano arrivanti anche in Francia, la decisione di demolire e ricostruire Javel, le follie fatte per la Traction ed altre operazioni che potevano serenamente essere rimandate, misero l'azienda di André Citroën in una crisi finanziaria da cui non fu capace di rialzarsi se non con l'arrivo di Michelin.
Con ogni probabilità, se Haardt fosse sopravvissuto alla Crociera Gialla, avrebbe impedito all'amico André di mettere in atto tutte queste operazioni contemporaneamente: Citroën era il visionario, ma Haardt aveva i piedi ben piantati a terra ed aveva sempre contenuto le esuberanze dell'industriale francese.

Quanto a cosa fosse l'industria nella prima metà dello scorso secolo, vi riporto solo questo breve passaggio da un volume intitolato "La tragédie d'André Citroën".
Si tratta di un libro uscito negli anni '50 e fatto ritirare per i contenuti diciamo "forti" verso la famiglia Michelin, c'è tanto gossip dentro, ma c'è anche qualche passaggio molto significativo, come questo: una trascrizione di una conversazione a casa di André Citroën.

Perdonate la traduzione rude: la improvviso ad uso e consumo di chi non mastica francese.

Parto dalla pagina precedente, le ultime righe dicono:

- E' curioso, dice Citroën a due o tre suoi amici. La stampa continua a dire che io gioco a fare il Ford, che io ho importato Ford, che io sono il Ford di Francia... frivolezze... li lascio parlare... è una buona pubblicità... non si fa della buona pubblicità con delle sfumature. Ma, detto tra noi, io ammiro Ford come si ammira un bel mostro... mi stupisce come un orologio di cui non si conoscono i meccanismi.

Poi da pagina 184:

Nel corso di riunioni private in rue Octave-Feuillet [la residenza di André Citroën], un contestatore occasionale mormora:
- voi dite ovunque che Ford ha creato un'opera prodigiosa in questo secolo...
- un'opera all'interno della quale non scorre una sola goccia di sangue... l'opera del signor Ford è gigantesa e fredda come un serpente...
- ma dov'è la differenza tra la vostra catena [di montaggio] e la sua?
- Chiedete a Guillot, che è stato a Detroit ed ha cercato, malgrado il controspionaggio che l'ha fatto seguire, di guardare sotto dietro alle quinte... raccontate Guillot...
Sul volto pallido, magro, di Guillot si dipinse un'espressione sarcastica. I suoi occhi si infossarono ancora. Incrociò le sue mani. Si preparva -così sembrava- a soffiare sulla brace, a spezzare le fascine, a spargere la fiamma nel focolare...
- Darling, with your permission...
La compagna di Guillot è inglese. Ed ogni volta che lui deve arrabbiarsi -benché la collera sia nociva alla sua salute- avverte la sua compagna con una piccola pressione sulla mano, amabilmente, in inglese.
- Darling, with your permission...
Che significa chiaramente:
«Cara, col tuo permesso... ma soprattutto non fermarmi... anche se m'infiammo e se il sangue mi si ritira dalle guance...»
- Ho visto rientrare la muta dalla Ford, lasciavano la fabbrica alla sera, disse Guillot. Era uno spettacolo fantastico. Avete visto radunati, infilati nel medesimo gregge, diecimila, ventimila operai svuotati, dilavati, out? Pronti per la sepoltura di massa... li avreste definiti abiti che camminano, delle maniche vuote che si agitano e migliaia di sguardi che galleggiano nell'ovatta... guardano senza vedere. Vi assicuro che se li avreste salutati, non vi avrebbero risposto. Vi avrebbero guardati senza vedervi. Non vi avrebbero capiti... Ci fosse stato, alla porta della fabbrica, un predicatore fanatico ad arruolarli per una crociata, tutti l'avrebbero seguito, perché sono vuoti, in fondo... pronti a vendere padre, madre, bambini, moglie e la loro stessa anima per un'ora di sonno... la loro intera vita trascorre nell'attesa delle ore di sonno...
Guillot tossì nel pugno, poi continuò, con gli occhi che gli brillavano, la voce roca, cupa, che vi entra nel sanuge:
- E se per caso, tra quei ventimila robot che portano l'etichetta Ford, che ne fosse uno, uno solo, all'uscita, che per oltraggiosa provocazione o smarrimento, portasse ancora un sorriso...
- Please, disse la signora Guillot, come per fermare suo marito.
Guillot evitò la mano che voleva fermare la sua indignazione e continò, scavato, agitato:
- Se per caso, quest'uomo col suo sorriso si permettesse, orrore supremo, di lasciare la Ford con un passo allegro... bene! Signori, l'indomani, lo trasferirebbero immediatamente, lo cambierebbero di reparto, lo getterebbero in un settore più duro, dove avrebbero per lui minor pietà...
Perché penserebbero che lui ha li ha truffati, che quel sorriso osceno è un segno contrario alla gloria di Henry Ford, Detroit...
- Si, disse Citroën, io vorrei che noi arrivassimo, a Javel, a creare ovunque un sorriso addizionale, in tutti i reparti, in tutti gli annelli della catena... Questa catena, necessità del nostro secolo, ormai non la possiamo più fermare, ma abbiamo il dovere di spezzarla con questa massa di sorrisi.
Disse:
- Continuate, Guillot...
- Presso la Ford correggono l'esaltazione, che è malsana... E da loro i tram che attraversano Detroit raccolgono, la sera, dei morti viventi...
- Voi esagerate, disse la signora Citroën con la sua vocina acidula da bambina che le maternità non hanno arrotondato. Gli americani sono degli operai forti...
- Ford spinge più forte... è irresistibile! Disse Guillot.


Mi fermo qui. Credo ci sia abbastanza per capire come stanno le cose.

« Ultima modifica: Giugno 11, 2010, 06:42:20 pm da Martini »

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Offline Andrea

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Re: Jacques Prévert anti-André Citroen
« Risposta #10 il: Giugno 11, 2010, 06:43:15 pm »
Da una parte c'é un intellettuale, un poeta, dall'altra un industriale e un sognatore, dall'altra ancora i prodotti scaturiti dalle energie di queste persone. Noi in fondo analizziamo le creazioni frutto di queste menti.

Caravaggio era un assassino ma non per questo ne stigmatizziamo le opere, semmai non lo vorremmo come vicino di casa. Giotto da Bondone era forse dedito ai prestiti ad usura mentre Richard Wagner oggi sarebbe accusato - e denunciato - per propaganda antisemita. E il Mahatma Gandhi ? Sarebbe forse fonte di preoccupazioni per tante mamme e papà di figlie anoressiche.

Un'altra cosa, lavorando in un'azienda, mi rendo conto che le provvidenze e gli sforzi fatti per venire incontro alle esigenze delle persone che vi lavorano molto spesso non sono percepite come significative da coloro ai cui sono rivolte e spendono tante ora e tanta fatica per quell'azienda.

« Ultima modifica: Giugno 12, 2010, 12:49:06 pm da Andrea »

Re: Jacques Prévert anti-André Citroen
« Risposta #11 il: Giugno 11, 2010, 06:46:37 pm »

Più che surrealismo, a me pare puro populismo.

grazie, intendevo quello, ma l'avevo evitato per non ferire gli estimatori della persona in questione





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Con ogni probabilità, se Haardt fosse sopravvissuto alla Crociera Gialla, avrebbe impedito all'amico André di mettere in atto tutte queste operazioni contemporaneamente: Citroën era il visionario, ma Haardt aveva i piedi ben piantati a terra ed aveva sempre contenuto le esuberanze dell'industriale francese.


dubito

La visita presso l'isolato di Seguin fù una spinta troppo forte


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Quanto a cosa fosse l'industria nella prima metà dello scorso secolo, vi riporto solo questo breve passaggio da un volume intitolato "La tragédie d'André Citroën".
Si tratta di un libro uscito negli anni '50 e fatto ritirare per i contenuti diciamo "forti" verso la famiglia Michelin, c'è tanto gossip dentro, ma c'è anche qualche passaggio molto significativo, come questo: una trascrizione di una conversazione a casa di André Citroën.

[/quote]

toh! ed io che pensavo fosse stata Jacqueline e Bernard a far ritirare il libro di Sylvain Reiner e citarlo in giudizio per l'argomento della passione per i tavoli verdi
« Ultima modifica: Giugno 11, 2010, 06:56:48 pm da rpallas64 »

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Offline Andrea

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Re: Jacques Prévert anti-André Citroen
« Risposta #12 il: Giugno 11, 2010, 06:50:12 pm »
mai e poi mai!
ci mancherebbe!
mi riferisco ovviamente agli intellettuali, quelli veri, non ai "poeti" avvinazzati & fumàti

mi ha colpito il guinzaglio, un po' troppo corto per i miei gusti

Comunque meno male che nelle arti non c'é l'antidoping, non avremmo avuto Poe, Baudelaire, Verlaine, Rimbaud, Mallarmé, i Beatles, i Rolling Stones, Carmelo Bene, Modigliani, Pollock, etc., etc.

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Offline Martini

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Re: Jacques Prévert anti-André Citroen
« Risposta #13 il: Giugno 11, 2010, 06:55:54 pm »
Vorrei solo aggiungere che uno degli amici del signor Citroën, spesso ospite di André a Parigi, St. Moritz (c'è una foto che lo ritrae sulla neve con Citroën sopra un semicingolato Kegresse) e Deauville, di chiamava Chaplin, lo stesso Charles Spencer Chaplin più noto col nome di Charlot.
Avete mai visto Tempi Moderni? In caso negativo, è il caso che dedichiate una serata a quella pellicola.

Sempre per chi ne vuol sapere di più, sul prossimo Le Citroën troverete una mia brevissima recensione di un libretto recentemente ristampato in inglese (l'originale è in russo, poi tradotto in tedesco) si intitola "Life of the automobile" anche se il titolo originale era "10HP", edito dalla Serpentstail e disponibile sul IBS books (la sezione in english di IBS). In copertina c'è una foto di una DS ma non fatevi trarre in inganno: il libro è stato scritto nel 1929, la DS ancora non c'era.
L'autore è Iliah Ehrenburg, lo stesso che quando morì Andre Citroën scrisse queste parole.

"A speso la sua vita per dare la felicità a tutti, a buon mercato.
Gli hanno levato tutto, persino il nome. Oggi il suo nome è una marca, una marca che si vende bene".

Mica male, vero?

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Offline Martini

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Re: Jacques Prévert anti-André Citroen
« Risposta #14 il: Giugno 11, 2010, 06:57:08 pm »
Bisognerebbe aprire un forum su André Citroën, non un topic  [:D]