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Sono curioso di vedere che parole troverà Mau per descrivere il seguito...
Non credo di riuscire a rendere neppure una frazione dell'atmosfera di quella serata, anche perché il mio punto di vista era sensibilmente diverso da quello del resto della platea.
Parliamo un attimo dello spettacolo: nato come la celebrazione dei momenti di gloria della DS, dopo alcuni mesi era già diventato la storia di gran parte del '900.
E non poteva essere altrimenti: la storia di André Citroën andava un po' raccontata, è -come direbbe Marietto- seminale alla DS, alle auto che l'hanno preceduta ed a molte di quelle che l'hanno seguita. Raccontare la storia di André portava a dover narrare anche quella della sua fabbrica, di come è passato dagli ingranaggi alle granate per approdare alle auto.
Andava raccontata per poter presentare alcuni dei personaggi principali: Paul Magés, Flaminio Bertoni e -soprattutto- André Lefebvre.
Quindi decidemmo per questa struttura:
- intro (e l'ho riportato sopra), brevissimo, con il solo attore in capo,
- quattro prologhi: rally della Corsica, attentato a De Gaulle, la Triennale di Milano, fine della produzione,
- quindi lo spettacolo vero e proprio
- ed il finale.
Ecco: spot C6, intro ed i prologhi si sono svolti nel silenzio più totale. Io avevo un copione con scritto "applausi del pubblico" ma il pubblico era paralizzato. Ed io me la stavo facendo sotto.
Un fiasco, pensavo. Piace solo a me ed al resto dei pazzi che sono sul palco e dietro i banchi di regia. Agli altri non fa ne caldo ne freddo.
L'ultimo prologo si concludeva con uno sketch chiamato "il funerale di Beethoven": sul testo -BELLISSIMO- di Wolgen che descriveva l'uscita da Quai de Javel dell'ultima DS ("pioveva su Parigi quel giorno...") i quattro "banditi" della Banda Osiris scavavano una fossa con gli archi a mo' di vanghe, mentre le quattro ragazze del Quartetto Euphoria portavano il violoncello tipo cassa da morto (per altro continunando a suonarlo) che veniva poi "interrato" sul palco. "La morte della Dea". Eccolo:
http://www.youtube.com/watch?v=7lDIFv6h2iEBuio in sala, sta per cominciare lo spettacolo vero e proprio.
E' solo in questo momento, che il pubblico ESPLODE in un applauso lunghissimo, liberatorio, pieno e sentito, con gente in piedi ed altri che gridano "BRAVIIII". Sulla faccia di qualcuno di dipingono addirittura le lacrime. Abbiamo dovuto tagliarlo nel DVD e fermarlo con le luci in sala per poter andare avanti.
Anch'io ho pianto in quel momento. Non per il testo di Wolgen: quello lo conoscevo bene, quanto per la liberazione dall'incubo che mi aveva perseguitato nei mesi, nei giorni e nei minuti precedenti: lo spettacolo PIACEVA VERAMENTE A TUTTI.
E non era mica detto: il pubblico non era quello del Piccolo di Milano, poca della gente presente era abituata ai tempi ed ai ritmi del teatro ed il rischio di addormentarli c'era.
Per quello avevamo voluto in scena dei pazzi come quelli della Banda Osiris: ci volevano attori capaci di tenere la scena ed arricchire l'ottimo testo di Niccolini con momenti di sano e genuino umorismo.
C'eravamo riusciti!
Da li in poi, anche gli attori hanno ingranato la quarta (la DS19 nasce semiautomatica a quattro marce) ed il resto dello spettacolo è scivolato via velocissimo, l'incastro tra proiezioni e scene ha funzionato più o meno bene ed anche così anche le musiche, tutte rigorosamente dal vivo.
Alla fine un nuovo lunghissimo applauso che ha coperto tutti i titoli di coda (avevamo realizzato un video di tipo cinematografico che scorreva sul maxischermo), abbiamo nuovamente dovuto tagliarlo nel DVD: quasi cinque minuti con tre uscite degli attori sul palcoscenico.
E' solo a questo punto che Walter Brugnotti è salito sul palco per salutare i presenti. Era sinceramente sorpreso: "credo che quanto abbiamo visto stasera rappresenti un unicum nella storia del comunicare attorno all'automobile".
[to be continued]