La caducità dell'essere umano è però diversa dall'eternità dell'agire sociale e collettivo. Un singolo individuo è intollerabilmente indecifrabile, ma il suo essere parte di un gruppo riesce a renderlo prevedibile e identificabile. Non siamo più, quindi, singolarità caduche e dimenticabili: sapendo rinunciare alla propria identità relativa siamo parte di un tessuto di manutentori e curatori di pezzi di storia dell'umano ingegno e non saremo oblio ne' tantomeno "mortali".
Magra consolazione mi si potrebbe obiettare. Ma il continuare a far vivere chi una dea, chi un quadro, chi una casa aiuta a rendere relativamente immortali le cose dell'umanità e con esse lo spirito umano del non arrendersi e non cedere. Travalicando il soggetto DS, ci vedo un'opera certosina di custodia e consegna al futuro con l'assunzione di piacere corporeo provvisorio e legato al singolo tempo di ogni singolo uomo. Ma il fatto di scrivercelo, di comunicarcelo, già rende il sentimento iniziale di impossibilità di fermare il tempo un qualcosa di diversamente positivo. Un po' come un fucile di famiglia: non è più un'arma, esso diviene testimone generazionale e identificativo di un periodo storico.
Non voglio dire che le nostre DS diverranno icone del nostro essere esistiti, ma certamente quando se ne vedrà ancora qualcuna, difficile sarà dissociarla da quanti hanno permesso il suo esserci e immensamente discreta sarà stata la nostra opera ma altrettanto gigante il nostro contributo. Spesso mi definisco utente provvisorio e caduco proprio per queste ragioni, e sono davvero felice di appartenere a questa incredibile famiglia.
fischer