Gli chevroni nel sangue.

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Offline Martini

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Gli chevroni nel sangue.
« il: Maggio 19, 2011, 07:12:07 pm »
Mi disse Gerard Vion qualche anno fa: «ha presente com'è fatto il double chevron? Quando ti entra nella vena, può solo andare avanti e non tornare indietro. Quando ce l'hai nel sangue, non esce più, resta con te per tutta la vita".

Qualche giorno fa, Walter Brugnotti mi ha consegnato una busta che aveva ricevuto tanti anni fa.

Il mittente è il signor Gregorio, che nel 1988 (data della raccomandata) aveva la bellezza di 81 anni e tanto double chevron in circolazione.
Il signor Gregorio era uno dei dipendenti della Citroën Italiana azienda che è poi diventata la SAI, la SAIAC eccetera eccetera sino alla denominazione attuale (che ha dal 1969) di Citroën Italia SpA, ed è proprio alla Citroën Italiana che Gregorio scrive. Lo fa per complimentarsi dei "progressi della tecnica Citroën", inviando una foto della sua gioventù, scattata in via Ulpio Traiano negli anni '20, dove una bella freccia tracciata col righello indica lui, i suoi colleghi, la gamma delle B12 e delle 5HP ed una "Citroënette": gli spettacolari giocattoli in scala voluti da André Citroën per i più piccoli.

Walter mi ha raccontato che dopo aver ricevuto la lettera ha contattato Gregorio e l'ha invitato a visitare la sede di Gattamelata dove l'ha accompagnato in una visita durata un'intera giornata, al termine della quale a Gregorio è scesa una lacrimuccia.


Io non ho conosciuto Gregorio, che oggi avrebbe 104 anni, ma leggendo la sua "cartolina" ed immaginandomi la sua mano mentre la scrive, una lacrimuccia l'ho versata anch'io.

Volevo condividere con voi questo piccolo frammento di storia della Marca, me ne capitano una ventina al giorno e tutti finiscono nella loro casella, qualcuno però ti fa fermare e rilfettere un po' sul senso delle umane cose.










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Offline serpiko

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Re: Gli chevroni nel sangue.
« Risposta #1 il: Maggio 20, 2011, 08:55:03 am »
Bello, Mau. Davvero bello.

Ho dovuto fare un grosso sforzo per pensarmi nei panni del sig. Gregorio. Non è affatto facile immaginarsi oggi quale trasporto, quale orgoglio e quale senso di appartenenza fosse possibile sentire in quegli anni per il proprio lavoro. In un'Italia tutta diversa, in un contesto di crescita della nazione e dell'economia, in una situazione di serenità dapprima nel mezzo di due guerre e poi in una situazione di pace più stabile, quasi definitiva.
Già per molti (per me sicuramente) è difficile figurarsi di lavorare su qualcosa che t'appassiona davvero. Figuriamoci se a questo bisogna unire una scenografia completamente diversa dall'attuale.

Quando ci sono riuscito, ho compreso almeno in piccola parte il carico d'emozioni che dev'essere turbinato nell'animo di quest'uomo il giorno della visita in Citroen.


Tu ne fai giustamente una questione di marca. Perchè stiamo parlando di passione. Perchè senti quest'episodio come legato al tuo lavoro. Perchè forse (mi permetto di supporre) intravedi in un giorno molto lontano il sig. Marini che scrive le medesime cose e che forse visita la nuova ipertecnologica sede alla stessa maniera. Ed è giusto, sia per te personalmente, sia per queste pagine, che rimanga tale.
Ma il discorso potrebbe essere esteso ad altre marche, ad altre passioni, estendendo di fatto la nostalgia di fondo in chi ha letto questa bella storia: perchè purtroppo, per il resto del mondo, questi rimarranno episodi di nicchia a uso e consumo di pochi fortunatissimi appassionati. In un mondo del lavoro come quello che la generazione di cui faccio parte sta conoscendo, mi sembrano miraggi irrealizzabili. Mi fermo qui, in rispetto al sig. Gregorio e a questa bella storia.

Beato lui che l'ha vissuta. Beato te, se la potrai vivere un domani. Te lo auguro sinceramente.  [:hello]

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Offline ado

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Re: Gli chevroni nel sangue.
« Risposta #2 il: Maggio 20, 2011, 08:58:56 am »
ciao Serpe,

quoto al cubo il tuo intervento.....


 [:inch] [:inch] [:inch] [:inch] [:inch]
Non c'è deserto peggiore che una vita senza amici: l'amicizia moltiplica i beni e ripartisce i mali.

Re: Gli chevroni nel sangue.
« Risposta #3 il: Maggio 20, 2011, 09:32:33 am »
Assolutamente, è una lettera davvero toccante  :) En avant!
"La route doit redevenir pour l'automobiliste, à la fin du XX siècle, ce qu'était le chemin pour le piéton ou le cavalier: un itinéraire que l'on emprunte sans se hâter, pour se distraire et voir la France." (Georges Pompidou)

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Offline IDcronio

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Re: Gli chevroni nel sangue.
« Risposta #4 il: Maggio 20, 2011, 10:39:02 am »
Condivido la riflessione di Serpico, il lavoratore è carne da macello oggi come lo era ieri con la differenza che oggi si vive di più anche se le nostre spine dorsali vengono fuori rammollite...UN MISTERO!!? ;D...neanche poi tanto, visto che i lavoratori spesso provenivano dalle campagne e la schiena era già bella che dritta.
Diciamo che negli anni dell'industrializzazione e poi del boom economico il lavoratore si sentiva parte del processo e ne era felice anche se le ore e il peso delle mansioni lo avrebbero massacrato.
Non è forse il caso dell' umile e generoso eroe Gregorio, ma conosco molti vecchi che descrivono lavori  oggi impensabili per le sole condizioni, con lacrime di struggente nostalgia..
Oggi nel mondo del lavoro le funzioni vitali di un'uomo si esplicano con l'uso del dito (per molti italiani, l'indice!! ;D)
Condizione biologicamente in'adeguata e alienante, ...si sa!

Ora, comprendo le ragioni di chi ha vissuto in prima persona le vicende storiche e sociali del tempo e l'epopea Citroen, ma io che c'azzecco con tutto ciò?...sono, per caso la reincarnazione di qualche operaio alla "carena" ;D...o semplicemente un'invasato con gli spiriti?..prima di Boulanger e poi di Megès, Bertoni, Lefebre, Becchia e un pizzico di Franchiset che entrano e escono dal mio corpicino indiavolato?....mi serve un'esorcista ragazzi!... [V]

ONORE A GREGORIO E VIVA LA CITROEN!!! [:clap] [:clap] [:clap] [:clap] [:inch] [:inch] [:inch]

Ps. perdonatemi la filosofia da quattro soldi ma la Serpe in seno l'ha messa lui... ;D

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Offline MAMBO

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Re: Gli chevroni nel sangue.
« Risposta #5 il: Maggio 20, 2011, 10:53:16 am »
Al cuore non si comanda...................... [(compl)]
STEFANO

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Offline rama59

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Re: Gli chevroni nel sangue.
« Risposta #6 il: Maggio 20, 2011, 11:19:59 am »
..grazie per aver condiviso la lettera del Signor Gregorio  [:inch]..riporta al centro "l'essere" umano..e non "l'apparire" umano, tento in voga in questo tristo periodo!!
 [:hello]
..i sogni si realizzano; senza questa possibilità, la natura non ci spingerebbe a farne.. J.U.
Giuseppe

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Offline lucano

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Re: Gli chevroni nel sangue.
« Risposta #7 il: Maggio 21, 2011, 08:46:14 am »
Questo ricordo in bianco e nero,a colorato per un attimo il grigiore della nostra epoca, grazie Maurizio.
Meglio una D-LUXE oggi che niente domani!!!

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Offline Andy LHM

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Re: Gli chevroni nel sangue.
« Risposta #8 il: Maggio 21, 2011, 04:18:50 pm »
grazie Maurizio oltre per il preziosissimo contributo che offri nei vari topic sparsi su e giù per il forum anche per renderci gratuitamente partecipi di queste splendide emozioni..... [:kiss]
                                             
......il forum siamo noi e ognuno di noi, se ne ha voglia, può fare qualcosa per renderlo migliore.

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Offline lucano

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Re: Gli chevroni nel sangue.
« Risposta #9 il: Maggio 21, 2011, 05:38:13 pm »
Questo ricordo in bianco e nero ha colorato per un attimo il grigiore della nostra epoca, grazie Maurizio.
Meglio una D-LUXE oggi che niente domani!!!

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Offline ERIKKE

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Re: Gli chevroni nel sangue.
« Risposta #10 il: Maggio 22, 2011, 12:57:28 am »
Che bello! [:kiss]

Re: Gli chevroni nel sangue.
« Risposta #11 il: Maggio 22, 2011, 10:56:22 am »
Me lo immagino seduto al tavolo mentre traccia la freccia con il righello,
una freccia troppo 'tecnica' e d' altri tempi per esser stata disegnata da un nipote..

comunque, grazie per aver condiviso un documento così struggente ed umano,
che racconta orgoglio e nostalgia...

ciao

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Offline mich23

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Re: Gli chevroni nel sangue.
« Risposta #12 il: Maggio 22, 2011, 06:40:03 pm »
Che bella lettera,emozionante,mi ricorda quando da bambino disegnavo le Ds,e sognavo di lavorare alla Citroen [:love]

Re: Gli chevroni nel sangue.
« Risposta #13 il: Maggio 22, 2011, 09:14:17 pm »
Erano propio altri tempi....
Deve essere stato molto emozionante lavorare in quegli anni,credo che quell entusiaamo non sia neanche immaginabile ai giorni nostri :-\
Bellissimo documento.....

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Offline Ugomaria

  • Giorgio Giovinazzi
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Re: Gli chevroni nel sangue.
« Risposta #14 il: Maggio 25, 2011, 10:22:17 pm »
Bellissimo ed emozionante contributo, che Maurizio ha voluto condividere con noi.

Mi accodo alle riflessioni sul lavoro, e sul ruolo delle persone rispetto all'azienda di appartenenza. In quei tempi eroici dev'essere stato un motivo di grande orgoglio per il sig. Gregorio portare la bandiera del citroenismo, per di più in una delle epoche d'oro delle corse automobilistiche. Posso confrontare le parole del sig. Gregorio con quelle ascoltate da Mario Maiocchi qualche settimana fa al Cric, mentre ci parlava di un'epoca in cui Citroen era già la multinazionale che conosciamo, ma era sempre fatta da uomini in grado di cambiare le cose, di far funzionare un'azienda col proprio impegno.

Oggi non è più così: ho visto tante aziende passare sopra alle vite e alle speranze dei propri dipendenti per sopravvivere e poi, casomai, svendersi al primo cinese che passa, o arrendersi al mercato salvando solo le buonuscite dei propri top manager. L'ho vissuto sulla pelle e sul portafogli, oltre che nella perdita dell'orgoglio. Da allora non lavoro più con la gioia di prima.

Leggevo stasera delle agitazioni alla Fincantieri, e mi ha fatto male. Perchè una volta le navi italiane erano riconosciute ed ammirate in tutto il mondo, perchè nella Fincantieri di Monfalcone sono morte tante persone facendo con passione un lavoro difficile mentre respiravano le fibre di amianto. Oggi siamo tutti carne da cannone. Non c'è più la dignità del lavoro. Non c'è più l'orgoglio del lavoro. Anche i prodotti di eccellenza devono svendersi.

Scusate la polemica. Grazie ancora a MarTini. Solo curando il nostro passato e conoscendo il nostro passato possiamo avere la speranza di comprendere cosa fare nel nostro futuro, per i nostri figli.