Senza voler aprire diatribe e ovviamente con tutto il rispetto per chi ha fatto dei modelli in questione oggetto della propria passione, sono abbastanza del parere di Gianluca. Nessun assolutismo, per carità, alla fine ciò che sopravvive nei decenni è il concetto estetico della vettura in se, non tanto il contenuto meccanico, però ciò non toglie che il sogno tecnologico visionario è espresso dalla DS19 , mentre l'ID è una mera operazione di marketing che ha permesso alla citroen di tenere i piedi per terra. Dunque un grosso merito l'ID ce l'ha, innegabilmente, senza questa IDEA, la DEA non avrebbe avuto linfa per continuare il suo volo. Percìo l'ID alle persone concrete, che usano la macchina per lavorare, viaggiare, possono permettersi il lusso di avere una macchina bella da guardare ma non quello di restare a piedi; la DEA ai sognatori, ai poeti, agli artisti, ai direttori d'orchestra e agli amanti dei progressi della tecnica. In quest'ultima categoria mi pongo, non ho potuto resistere all'idea di possedere una DS prima maniera, con tutti quei difetti che sono solo sovrastime delle capacità della tecnica, idee teoriche non perfettamente calate nella pratica.
E mi piace possedere anche l'ultima espressione di codesti virtuosismi, quell'iniezione elettronica che fa ruggire e da nuova linfa allo stanco Becchia, nato da geniale intuizione di chi l'elettronica la sapeva davvero domare con l'intelligenza, non uno stupido programmino in un banale elaboratore come le centraline odierne, ma un vero calcolatore analogico che sembra giungere alla giusta risposta con intuito quasi umano.
Poi però ho un bimbo piccolo, se devo andare ad un raduno lontano lo faccio IN ID...