Questa mattina, ma ormai da molti di questi giorni di calura, mi sono alzato dal letto come se una schiacciasassi avesse fatto avanti e indietro sul mio povero e lungo corpo per tutta la notte. Rigido come uno stoccafisso una volta in piedi mi giro e abbandono la mia orma stampata sul materasso. Ho già in mente una cosa sola, quella cosa che mi consentirà di provare a iniziare una mattinata di lavoro. Se tutto va bene, se nessuno penso, cercherà di entrare prepotentemente nella mia testa (trovandola tra l'altro vacante) UNA GRANITA al limone è quello che ci vuole! si, perché come il culatrol è l'unguento miracoloso per le plastiche attempate della DEA, la granita al limone è tutto il doping dell'atletica mondiale per me, un toccasana che attraverso le papillocerebrogustative scaccia via i rumoracci stridenti da ferro vecchio provenienti dal mio corpo e dalla mia mente.
Entro allora nel glorioso Bar Mignano dopo aver scavalcato due cani randagi (ormai sono i padroni del paese) e mi dirigo a testa bassa al bancone in acciaio alto che stà li dagli anni 50. Occhiali da sole per garantirmi l'assoluta imperscrutabilità del mio stato comatoso faccio cenno con la testa a barista (Santino, compagni di scuola, lavora li da quando aveva dodici anni) nel più puro stile mammasantissima, lui china il capo e in religioso silenzio mi serve una coppa di GRANITA accompagnata da una brioche.
Entra il fratello di un mio vecchio amico (uno che circa trent'anni fa con una 500 per fare il fesso infilando una curva e blaterando cose tipo:
minkia ma chi sono Jacky Ickx!!?? ha preso un cordolo mettendosi di traverso, schiantandosi su un muro con 4 dei miei più cari amici tra i quali il proprietario della vettura) e mi chiede: Ma ancora ce l'hai quella macchina? dopo tre cucchiaiate di granita ero in grado di rispondere, dico: si.
A quel punto mi racconta di una volta quando assistette a una scena tipo cinema muto d'altri tempi in occasione del crollo della diga foranea di Palermo nel 1973. Cinque persone che salgono su una DS già per metà invasa dall'acqua che sommerge quel lato del porto per salvare come si dice capra e cavoli ma, dopo aver messo in moto sgasando e alzando tutta la vettura in un tripudio di applausi degli amici, di colpo, forse a causa di mulinare di cinghie e ventola, si bagna lo spinterogeno e la DEA rimane li...stretta tra le imprecazioni dei malcapitati e il fluttuare delle onde che l'avrebbero inghiottita.
La granita e quasi finita, la storia mi è parsa veramente avvincente e un sorriso si stampa sul mio viso che un minuto prima doveva apparire allo stato catatonico. L'amico se ne va ed è Santino (il barista) a volermi raccontare di quella volta quando piccolino giocava una partita di pallone con gli amici. "Indossavo una canottiera con cucito lo scudetto della Juve" mi dice e a un certo punto la palla rotola verso il posteggio dell'ospedale S. Spirito (la buonanima) dove pronta a partire c'era la mitica DS del dottor (non ricordo il nome) che istantaneamente si prepara a far passare la palla da sotto la vettura azionando la leva. Santino:
minkia non l'ha abbassata invece di alzarla!!??....la marmitta s'è seduta sulla mia palla e Pssssssffffiiiuuuuuuuu....!!!!!....come ho odiato quel dottore e quella macchina dice col sorriso sulle labbra.
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Tutto sommato direi c'è sempre più di un buon motivo per sorseggiare una granita al limone per iniziare la giornata.
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