Citroën ha iniziato a perdere terreno nel settore dell'alto di gamma con l'XM, auto dalle straordinarie caratteristiche che però non era in grado di competere con la concorrenza tedesca quanto ad affidabilità e qualità costruttiva. La perdita di contatto con costruttori "premium" (definizione nata negli anni '90/2000) si è accresciuta negli anni ed era tale al momento del lancio di C6 da rendere poco probabile il successo di quest'ultima: auto troppo poco strana per soddisfare a pieno il Citroënista "storico" e troppo strana per sedurre il cliente Audi.
Che C6 sarebbe stata un fiasco, in Citroën lo sapevano ancora prima di iniziare a produrla, tanto che la fabbricazione è avvenuta quasi completamente a mano nel settore "carrozzerie speciali" e non è mai esistita nemmeno una vera linea di produzione per questo modello.
Ecco perché non c'è stato un grande sforzo pubblicitario, minimo al momento del lancio e nullo negli anni seguenti (se si eccettua qualche pagina pubblicitaria su riviste "di nicchia" e qualche passaggio TV): l'auto era già un costo così, producendola praticamente sul venduto, peggio sarebbe andata se si fossero investite risorse necessarie altrove.
Quello che continuo a non capire è questo "risentimento" verso l'attuale gamma DS: lo slogan "anti retrò", ormai dovrebbero saperlo anche i muri, era dedicato proprio a 500, beetle e mini: le concorrenti dirette della DS3 al momento del lancio di quest'ultima. Stava a sottolineare il fatto che mentre la DS3 era un'auto nuova, le altre scimmiottavano auto del passato con risultati dubbi sul piano della funzionalità (la Beetle, ad esempio, mi pare derivi dall'A4 Audi, o dall'A3, entrambe nettamente più spaziose e razionali).
Il successo della gamma DS è oggi sotto gli occhi di tutti: 300.000 auto vendute allo scorso settembre, con un trend in continua crescita (DS5 ha da tempo superato C5 nelle vendite) soprattutto nel promettente mercato cinese.
Poi c'è la faccenda della nostalgia: Citroën non ha MAI, in tutta la sua storia, prodotto niente che non fosse pensato al futuro, è stata (anzi) leader indiscussa nel campo dell'applicazione su vasta scala delle nuove tecnologie, ruolo che oggi è ben più difficile da mantenere di quanto lo fosse un tempo, quando tutti gli altri costruttori restavano legati a formule antiquate (ma affidabili).
Perché mai Citroën dovrebbe riproporre la replica della storica DS? Perché dovrebbe produrre una nuova auto che somigli ad una del passato? Non è nella storia (e spero neanche nel futuro) della marca: Citroën deve innovare, "osare" di più. In questo modo di pensare si inserisce la futura Cactus che monterà l'innovativo sistema Hybridair che tanto sarebbe piaciuto a Paul Magés e che contiene una nuova filosofia d'interfaccia col conducente basata sulla semplicità e sull'intuitività delle funzioni, senza rinunciare a nulla sul piano dei contenuti.
Cactus, lo vedrete, porterà anche a delle belle novità sul piano comunicativo, con un ritorno a valori che erano propri della Marca, quali la simpatia ed il fair play, contro una certa aggressività degli altri costruttori che presentano i loro nuovi modelli sfondando le vetrine dei musei (quando ho visto quello spot Mercedes mi son chiesto cosa avessero bevuto i "creativi" che l'avevano realizzato).
Infine, il successo del "nostro" marchio non può che avere ritorni positivi sul mondo degli appassionati, con la disponibilità di risorse anche economiche per iniziative internazionali (come gli ICCCR) o lo stesso Conservatoire, il cui futuro, grazie al nuovo, attivissimo direttore, pare finalmente assicurato.