Che ne sarà di Gattamelata?

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Offline FRAnce

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Re: Che ne sarà di Gattamelata?
« Risposta #15 il: Dicembre 13, 2014, 05:53:51 pm »
questo (in neretto) non è un problema, il resto posso anche darti ragione... ;D

Pollice UP!mi ero fatto prendere la mano, lo sfogo mi aveva schiacciato il chiodo...d' accordo quelle possono rimanere! [:D]
Amanti:
Citroen Dsuper5 1972
Citroen GSA X3 1982
Moto Morini 3 1/2 GT 1975


Ex:
Citroen BX16 RS Break 1987
Citroen Dyane6 1977
Malaguti Fifty Full CX 1986
Innocenti Lambretta 150LI 1962

Re: Che ne sarà di Gattamelata?
« Risposta #16 il: Dicembre 13, 2014, 08:10:57 pm »
Ho sempre detestato il calcio. Ora ancor di più

Assolutamente d'accordo!!!

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Offline Jetro

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Re: Che ne sarà di Gattamelata?
« Risposta #17 il: Dicembre 14, 2014, 11:38:24 am »
Assolutamente d'accordo!!!

Anche io! Davvero triste assistere alla perdita del patrimonio storico culturale per interessi economici o più frivoli.

Re: Che ne sarà di Gattamelata?
« Risposta #18 il: Dicembre 14, 2014, 12:20:52 pm »
Ma Gattamelata era quello che faceva i tortelli e non li dava ai suoi fratelli? ;·)

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Offline SCARABEO

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Re: Che ne sarà di Gattamelata?
« Risposta #19 il: Dicembre 14, 2014, 01:31:10 pm »
Ma Gattamelata era quello che faceva i tortelli e non li dava ai suoi fratelli? ;·)


Sì, anch'io la ricordavo così... [;)]

Re: Che ne sarà di Gattamelata?
« Risposta #20 il: Dicembre 14, 2014, 01:43:02 pm »
YouTube e' incredibile.
C'e' anche la scena di Breaking Bad con la musica del Gattamelata Crapa Pelada...

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Offline serpiko

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Re: Che ne sarà di Gattamelata?
« Risposta #21 il: Dicembre 14, 2014, 05:28:45 pm »
Vado controcorrente.

Mi sembra di aver capito che sia PSA a lasciare gli spazi di Gattamelata, non il comune a imporne l'abbandono. Il futuro di quel luogo credo dipenda solo ed esclusivamente da chi possiede e gestisce il luogo stesso.

Ciò detto, a Gattamelata non si faceva sviluppo, non si faceva tecnica, non si faceva valore aggiunto. Per un breve periodo della storia industriale italiana vi sono state solamente assemblate vetture di un costruttore straniero. Il resto è marketing e commercializzazione.
Comprendo l'affezione di chi vi abbia lavorato e degli appassionati, che di fronte a foto magnifiche come quella postata possono anche giungere ad avvertire nostalgia per un tempo che non si è vissuto (come accaduto al sottoscritto); per la città di Milano l'eliminazione di uno stabile ormai datato, non esteticamente pregevole e oggi privo di grande interesse economico non mi pare proprio una gran perdita.

A Milano e specialmente in quelle vie si sarebbe dovuto ricordare in qualche modo il Portello. Quella era veramente storia di una casa automobilistica, del suo sviluppo, delle sue corse e di una città il cui simbolo stava nel marchio della casa stessa.
L'essenza di Citroen a mio avviso è da preservare altrove, in Francia, ad Aulnay sur Bois, a Quai de Javel, dove s'è fatta la storia del marchio, dove la terra è intrisa dello spirito di un simbolo che, diciamocelo, PSA sta lasciando morire come i volgari agnelli fecero con Lancia.

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Offline renato

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Re: Che ne sarà di Gattamelata?
« Risposta #22 il: Dicembre 15, 2014, 07:52:41 pm »
Vado controcorrente.

Mi sembra di aver capito che sia PSA a lasciare gli spazi di Gattamelata, non il comune a imporne l'abbandono. Il futuro di quel luogo credo dipenda solo ed esclusivamente da chi possiede e gestisce il luogo stesso.

Ciò detto, a Gattamelata non si faceva sviluppo, non si faceva tecnica, non si faceva valore aggiunto. Per un breve periodo della storia industriale italiana vi sono state solamente assemblate vetture di un costruttore straniero. Il resto è marketing e commercializzazione.
Comprendo l'affezione di chi vi abbia lavorato e degli appassionati, che di fronte a foto magnifiche come quella postata possono anche giungere ad avvertire nostalgia per un tempo che non si è vissuto (come accaduto al sottoscritto); per la città di Milano l'eliminazione di uno stabile ormai datato, non esteticamente pregevole e oggi privo di grande interesse economico non mi pare proprio una gran perdita.

A Milano e specialmente in quelle vie si sarebbe dovuto ricordare in qualche modo il Portello. Quella era veramente storia di una casa automobilistica, del suo sviluppo, delle sue corse e di una città il cui simbolo stava nel marchio della casa stessa.
L'essenza di Citroen a mio avviso è da preservare altrove, in Francia, ad Aulnay sur Bois, a Quai de Javel, dove s'è fatta la storia del marchio, dove la terra è intrisa dello spirito di un simbolo che, diciamocelo, PSA sta lasciando morire come i volgari agnelli fecero con Lancia.

QUOTONE   [(abbraccio)]
RENE' COTTON

Re: Che ne sarà di Gattamelata?
« Risposta #23 il: Dicembre 15, 2014, 08:53:07 pm »
Ma Gattamelata era quello che faceva i tortelli e non li dava ai suoi fratelli? ;·)

... Io mi ricordo Crapapelata... (Che poi non mangiava la frittata fatta dai suoi fratelli)...

Re: Che ne sarà di Gattamelata?
« Risposta #24 il: Dicembre 15, 2014, 09:37:34 pm »
Parlavo prima al telefono con Maurizio, la versione ufficiale di Citroën Italia è che è tutta una



Avrà ragione il Corriere o PSA?  ;D

 [:hello]
"La route doit redevenir pour l'automobiliste, à la fin du XX siècle, ce qu'était le chemin pour le piéton ou le cavalier: un itinéraire que l'on emprunte sans se hâter, pour se distraire et voir la France." (Georges Pompidou)

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Offline ado

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Re: Che ne sarà di Gattamelata?
« Risposta #25 il: Dicembre 15, 2014, 09:52:17 pm »
Vado controcorrente.

Mi sembra di aver capito che sia PSA a lasciare gli spazi di Gattamelata, non il comune a imporne l'abbandono. Il futuro di quel luogo credo dipenda solo ed esclusivamente da chi possiede e gestisce il luogo stesso.

Ciò detto, a Gattamelata non si faceva sviluppo, non si faceva tecnica, non si faceva valore aggiunto. Per un breve periodo della storia industriale italiana vi sono state solamente assemblate vetture di un costruttore straniero. Il resto è marketing e commercializzazione.
Comprendo l'affezione di chi vi abbia lavorato e degli appassionati, che di fronte a foto magnifiche come quella postata possono anche giungere ad avvertire nostalgia per un tempo che non si è vissuto (come accaduto al sottoscritto); per la città di Milano l'eliminazione di uno stabile ormai datato, non esteticamente pregevole e oggi privo di grande interesse economico non mi pare proprio una gran perdita.

A Milano e specialmente in quelle vie si sarebbe dovuto ricordare in qualche modo il Portello. Quella era veramente storia di una casa automobilistica, del suo sviluppo, delle sue corse e di una città il cui simbolo stava nel marchio della casa stessa.
L'essenza di Citroen a mio avviso è da preservare altrove, in Francia, ad Aulnay sur Bois, a Quai de Javel, dove s'è fatta la storia del marchio, dove la terra è intrisa dello spirito di un simbolo che, diciamocelo, PSA sta lasciando morire come i volgari agnelli fecero con Lancia.

quotone pure da parte mia!!!!!!!!!

p.s. e l'Alfa dove la metti?
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Offline Martini

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Re: Che ne sarà di Gattamelata?
« Risposta #26 il: Dicembre 16, 2014, 11:04:46 am »
Vado controcorrente.

Mi sembra di aver capito che sia PSA a lasciare gli spazi di Gattamelata, non il comune a imporne l'abbandono. Il futuro di quel luogo credo dipenda solo ed esclusivamente da chi possiede e gestisce il luogo stesso.

Ciò detto, a Gattamelata non si faceva sviluppo, non si faceva tecnica, non si faceva valore aggiunto. Per un breve periodo della storia industriale italiana vi sono state solamente assemblate vetture di un costruttore straniero. Il resto è marketing e commercializzazione.
Comprendo l'affezione di chi vi abbia lavorato e degli appassionati, che di fronte a foto magnifiche come quella postata possono anche giungere ad avvertire nostalgia per un tempo che non si è vissuto (come accaduto al sottoscritto); per la città di Milano l'eliminazione di uno stabile ormai datato, non esteticamente pregevole e oggi privo di grande interesse economico non mi pare proprio una gran perdita.

A Milano e specialmente in quelle vie si sarebbe dovuto ricordare in qualche modo il Portello. Quella era veramente storia di una casa automobilistica, del suo sviluppo, delle sue corse e di una città il cui simbolo stava nel marchio della casa stessa.
L'essenza di Citroen a mio avviso è da preservare altrove, in Francia, ad Aulnay sur Bois, a Quai de Javel, dove s'è fatta la storia del marchio, dove la terra è intrisa dello spirito di un simbolo che, diciamocelo, PSA sta lasciando morire come i volgari agnelli fecero con Lancia.

Premesso che di tutta questa storia in Citroën Italia non ne sanno nulla e che quella riportata dal Corriere è l'ipotesi di un fantasioso urbanista che ha elaborato una foto di Google maps, non è nemmeno vero che in Gttapelata non sia stato creato valore aggiunto.

Mi spiego: oltre al periodo della fabbricazione (1925-1932, qualche esemplare anche nel 1933), a Milano facevano altro: come credete che potesse sopravvivere la filiale italiana quando dal 1947 al 1955 vendeva poche decine di automobili all'anno?
Operando due importanti funzioni per la sede di Parigi: a Milano venivano formate le maestranze che si occupavano di allestire e manutenere le catene di montaggio e (soprattutto) qua si producevano gli stampi utilizzati per la costruzione delle vetture.
Si: l'attrezzeria (come si chiamava il reparto) era uno dei più avanzati reparti della Citroën a livello planetario, fino al 1969 le catene di montaggio venivano progettate tra Parigi e Milano ed erano i tecnici di Gattapelata che si occupavano di garantirne il funzionamento.
Non è poco.

Poi, dal 1970/'71, nella ristrutturazione del gruppo seguita all'era di Pierre Bercot, la filiale italiana è divenuta una società esclusivamente commerciale, in un mercato (il nostro) che si apriva all'Europa e che vedeva le vendite aumentare con percentuali a doppia cifra anno dopo anno.

Comunque sono in corso lavori di ristrutturazione ed ammodernamento dell'area uffici al primo piano, che tornerà presto ad essere popolata.

 [:hello]

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Offline brando

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Re: Che ne sarà di Gattamelata?
« Risposta #27 il: Dicembre 16, 2014, 11:11:35 am »
Premesso che di tutta questa storia in Citroën Italia non ne sanno nulla e che quella riportata dal Corriere è l'ipotesi di un fantasioso urbanista che ha elaborato una foto di Google maps, non è nemmeno vero che in Gttapelata non sia stato creato valore aggiunto.

Mi spiego: oltre al periodo della fabbricazione (1925-1932, qualche esemplare anche nel 1933), a Milano facevano altro: come credete che potesse sopravvivere la filiale italiana quando dal 1947 al 1955 vendeva poche decine di automobili all'anno?
Operando due importanti funzioni per la sede di Parigi: a Milano venivano formate le maestranze che si occupavano di allestire e manutenere le catene di montaggio e (soprattutto) qua si producevano gli stampi utilizzati per la costruzione delle vetture.
Si: l'attrezzeria (come si chiamava il reparto) era uno dei più avanzati reparti della Citroën a livello planetario, fino al 1969 le catene di montaggio venivano progettate tra Parigi e Milano ed erano i tecnici di Gattapelata che si occupavano di garantirne il funzionamento.
Non è poco.


Poi, dal 1970/'71, nella ristrutturazione del gruppo seguita all'era di Pierre Bercot, la filiale italiana è divenuta una società esclusivamente commerciale, in un mercato (il nostro) che si apriva all'Europa e che vedeva le vendite aumentare con percentuali a doppia cifra anno dopo anno.

Comunque sono in corso lavori di ristrutturazione ed ammodernamento dell'area uffici al primo piano, che tornerà presto ad essere popolata.

 [:hello]

Ma a Barbara Berlusca chi glielo dice che Citroen non vende?  [;)]

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Offline Martini

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Re: Che ne sarà di Gattamelata?
« Risposta #28 il: Dicembre 16, 2014, 11:13:10 am »
E' uno sporco lavoro, ma qualcuno lo dovrà pur fare.  [:D]

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Offline cristiano

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Re: Che ne sarà di Gattamelata?
« Risposta #29 il: Dicembre 16, 2014, 11:15:11 am »
Poi, dal 1970/'71, nella ristrutturazione del gruppo seguita all'era di Pierre Bercot, la filiale italiana è divenuta una società esclusivamente commerciale, in un mercato (il nostro) che si apriva all'Europa e che vedeva le vendite aumentare con percentuali a doppia cifra anno dopo anno.

Allora, presto si ritornerà a farci gli stampi?...
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