Michele non voglio iniziare una nuova polemica, ma certe cose è bene toglierle di mezzo prima che diventino bombe ad orologeria.
Gianni Marchetti ha tutta la nostra approvazione e sono sicuro che farà un lavoro eccellente dal punto di vista rapporti RIASC/ASI, ma nelle riunioni di Consiglio IDéeSse dove gli chiedemmo la sua opinione, ci consigliò, come IDéeSse di stare alla larga dall'ASI per i motivi sopra elencati. Questo accadde, per la precisione, nella riunione di consiglio che aveva l'ASI come unico punto all'ordine del giorno che organizzammo a Rubiera, in provincia di Modena.
Non sto a sindacare i motivi di un NO o di un SI: sono diversi i contesti (parliamo di Registro e non di Club, questo è l'anno 2016 e molte altre cose sono cambiate), quindi se ora è SI e prima era NO, non è per incoerenza di Gianni, ma perché la diversa situazione di tutti. Comprendo, capisco e concordo. L'ho già scritto all'inizio del topic.
Quanto alle Regioni/Comuni, abbiamo ottenuto successi di grande rilevanza: vorrei ricordarti il lavoro fatto col Comune di Firenze, nelle persone del Sindaco e dell'Assessore all'Ambiente, quando accettarono di sostituire l'articolo 60 con la dicitura "i Registri Ufficiali", con "ufficiali" inteso nell'accezione della FIVA: ovvero quella dei "Registri ufficialmente riconosciuti dal costruttore avente almeno una sede in Italia".
Ricordo molto bene come andarono le cose, anche perché mi trovai su un fronte opposto a quello di Camillo, allora vicepresidente del Club: mi pare fosse il 2005 ed il RIASC (che non era ancora costituito legalmente) partì con un ricorso al TAR per il quale raccolse firme (e soldi per pagare l'azzeccagarbugli di turno) mentre come Club contattammo l'assessore Cioni col quale ci incontrammo.
In quell'occasione, l'assessore ci spiegò le ragioni del provvedimento: la necessità di rispettare vincoli Comunitari relativi ai parametri della qualità dell'aria. DOVEVANO applicare una serie di misure, inclusa quella del blocco delle auto "inquinanti".
Nella stessa occasione ci disse di non temere, perché erano permesse (dalla legge comunitaria) una serie di deroghe e che avrebbero certamente tutelato le auto d'epoca.
Mentre il ricorso procedeva, noi continuammo il discorso col Comune che accettò la visione di "registri ufficiali" anziché "veicoli identificati nell'art.60".
Così legiferò il Comune di Firenze e quella legge fece da pilota per quella regionale toscana, la prima.
Poi il successo ottenuto da Serpiko colla Regione Piemonte che arrivò a parificare il RIASC all'ASI anche per la questione dei bolli, poi superata quando l'esenzione diventò nazionale.
Poi il lavoro lungo, paziente e impegnativo che vide al nostro fianco Citroën Italia e l'UNRAE verso la Regione Lombardia, dove la gentilissima dottoressa Careri dell'Ufficio Ambiente accettò di eliminare l'articolo 60 e di riconoscere i nostri certificati di censimento.
A quel punto, c'era un incontro schedulato colla commissione competente del Ministero dei Trasporti, proprio per valutare l'allargamento dell'articolo 60 del CdS. L'incontro, ti ricordo, fu fissato tramite il direttore dell'ufficio Stampa della Camera dei Deputati ed io chiesi la delega a rappresentare il RIASC in quella sede e nelle sedi istituzionali interessate alla questione "limitazioni del traffico".
Ottenendola.
Poi successero eventi che mi sembra inutile ricordare, dirò solo che prima ci fu l'inverosimile faccenda dei puntini, e che l'esigenza di visibilità di certi personaggi portò all'annullamento di decisioni già prese e che certi partner che sarebbero stati al nostro fianco (e che avrebbero fatto la differenza) non se la sentirono più di proseguire, stanti le mutate condizioni. Era il 2009, mi pare. Avevamo altri pensieri e l'immagine del RIASC era un po' il nostro patrimonio, l'unico spendibile presso coloro che pian pianino cancellarono i pensieri del RIASC.
Poi, come sempre, le cose vengono viste da mille prospettive diverse: dirò solo che giusto ieri mi è stato detto che quando furono raccolte le firme per il ricorso al TAR contro il comune di Firenze, fu detto che io e Cerreti eravamo contro il ricorso perché Cerreti lavorava per il Comune e non voleva mettersi contro l'istituzione...
Cerreti non ha MAI lavorato per il Comune di Firenze: era coordinatore della Commissione Urbanistica
Regionale, ma all'epoca era già in pensione. Stava tuttavia lavorando in quel periodo, perché la Commissione Europea l'aveva chiamato come consulente al piano regolatore di una grande città spagnola ed era... a Valencia!!!
Ma sono errori da cui sembra che si sia imparato qualcosa. Questo conta veramente.
E la strada al momento è unica e senza uscite. Si può solo andare avanti. A fermarsi si rischia d'essere tamponati
Intanto posso dire che le adesioni, anche prima dell'atto formale che stiamo compiendo con la lettera ai Soci, stanno piovendo.
Ero sicuro di questa risposta e della capacità di questo Club di rispondere con entusiasmo ad operazioni ragionate come questa.
En avant tutti quanti!