Un genio assoluto. Un uomo dalla sensibilità straordinaria, farmacista (come Séguéla, del resto) diventato editore in un mondo artistico, quello della Francia degli anni '50, in grande fermento.
Il suo gusto puramente naif e la capacità notevole nello scegliere e valorizzare i talenti, facevano da contraltare ad una assoluta incapacità di gestire le risorse finanziarie. Così perse la sua meravigliosa "agenzia Delpire" che fu rilevata da un suo ex-dipendente, lo stesso Séguéla, che la assorbì in quella che divenne la RSCG e l'attuale Havas, con Bolloré.
Una storia complicata che abbiamo avuto modo di sentire da molte diverse campane e che, comunque la si guardi, non è un monumento alla correttezza commerciale.
Bob Delpire fu presto richiamato in servizio dal governo francese, anzi, più precisamente dalla municipalità di Parigi che gli affidò la gestione degli spazi museali della città (mica poco!), funzione che ha mantenuto almeno fino al 2015 e che forse ha tutt'oggi.
Un grande personaggio, quello che, con Wolgen e Puech, ha formato l'immagine di Citroën così come la conosciamo e che ha gestito personalmente quella tra il '58 ed il '72 (e in Italia, con Titti Fabiani, sua corrispondente, fino al 1981), ovvero quell'idea di Citroën che tanto ci piace.