Mi par di capire che una statistica riguarda il mercato italiano e una il mercato francese ed entrambi in un anno contano nuove immatricolazione simili e pari a circa 2 milioni di pezzi ciascuno, sommando tutti i marchi che in ogni paese fanno ciascuno il suo, con alti e bassi tipici di ogni mercato. Quel che conta pero' oggi e' il totale a livello mondiale e PSA e' un gruppo che non riesce a sfondare i 2 milioni, 3 con Opel, di auto prodotte ogni anno, con forte esposizione in un mercato saturo come l'Europa e ben poco in America e Asia. Ben lontano dai 10 milioni di Toyota e del gruppo Vw, dagli 8 di GM, fino ai 4 di FCA. Con ritornati utile e dividendi, questo si, ma a che prezzo? Al prezzo di una gamma Peugeot, Citroen e Opel standardizzata e priva di soluzioni tecniche di pregio (e Citroen ne ha fatto parecchio le spese, soluzioni che costano, ma che possono anche fare la fortuna di una casa), con la ridicola boutade di DSA di cui ovviamente Tavares non e' contento (vedasi le due pagine di intervista su Quattroruote di novembre, lui dice che Audi ci ha messo trent'anni a diventare un marchio premium, ma forse dimentica che Audi era gia' un marchio premium nel 1980 con la 100, la 200 Turbo e la Quattro, per essere premium devi fare davvero macchine tali, e non auto di massa con qualche lustrino aggiunto...). Quanto alla razionalizzazione della collezione Citroen...dovremmo crederci? Mi sa tanto di un marchionnesco tentativo di monetizzazione che fortunatamente non gli riusci' con la vendita del museo Alfa Romeo, grazie al Ministero dei beni culturali e della regione Lombardia...