Premesso che, se esistono, vuole dire che il mercato c’è e le vendono, ovvio, quelli sono là unicamente per fare business.
Quello che mi rattrista è che ce ne sono parecchi (troppi) che trasformano tante auto d’epoca “reali”, pezzi di storia che a parer mio andrebbero recuperati in modo fedele con quello che in italiano si chiama “restauro”, in auto d’epoca “virtuali”, ossia le repliche, che per quanto fedeli e per quanto di fattura pregevole (poche appunto), sempre delle “chimere” sono.
Uno potrebbe obiettare “
Sì, ma per lo meno si recuperano delle auto che andrebbero perdute in ogni modo”. E questo lo ritengo vero forse solo in parte, perché se irrecuperabili lo sono anche per la trasformazione, ed allora possono donare gli organi al parco esistente di auto d’epoca VERE.
Hanno fatto delle pregevolissime repliche di Porche e Aston Martin, ma partendo totalmente da zero, senza dover sacrificare un’auto d’epoca reale. Costi proibitivi e a me sembra una cretinata, ma evidentemente c’è a chi piace e va bene.
Non hanno intaccato nulla di auto d’epoca vere.
Anche io nel ’95 volevo costruirmi una replica, non di auto ma di barca. Semplicemente perché quella autentica non esisteva più dal lontano 1909, ma esistevano i piani costruttivi ed alcune foto per replicarla e quindi era possibile riportare in vita una barca che aveva fatto la storia. Ma se quella barca esistesse ora, non mi sognerei mai e poi mai di trasformarla per renderla più comoda ed agevole o più bella, come le barche moderne, salvo alcune dovute (e obbligatorie) eccezioni in fatto di sicurezza alla navigazione. Sarebbe un’autentica bestialità. Anzi dovrebbe essere proibito per legge, anche se poi trasformano degli edifici storici in qualcosa di orribile.
Poi , come sempre, è una mia personale opinione.
Ciao da Maurizio