Ma infatti io mi sto focalizzando ora su ACI e Riasc (e i suoi club federati), tentando di stabilire un nesso logico tra quanto ratificato presso ACI (es. il sostituire Citroen con Citroen & DS e annoverare DSA nelle pagine ACI) e il pensiero (a giudicare da quel che leggo) degli appassionati italiani dei club su questa faccenda, nesso che non mi pare francamente esserci. Quel che hanno deciso Amicale Citroen de France e i suoi club francesi sono giustamente affari loro. ACI e Riasc sono in relazione, giusto? ACI pronto? Pronto ACI?...
Sei fuori strada Cristiano: i due delegati italiani all'ACI non rappresentano il RIASC, ma la totalità dei Club italiani che TEORICAMENTE dovrebbero nominarli annualmente. Quindi rappresentano il Club 2CV delle Bielle del Sud, quello 2CV di Foligno, il CX Club, il Club SM, il Club C3 Pluriel, il Club DS3 Sardegna, il C-Club (o Citroën Club) eccetera eccetera.
In altri Paesi, come la Germania e la Francia, esistono le Amicale locali, che raggruppano tutte queste anime, senza distinzioni di anno-modello tra le Tréfle e le DS5, da noi no: il RIASC riunisce sette Club su una ventina totali. Ecco perché i delegati italiani non rappresentano il RIASC ma TUTTI i citroënisti d'Italia.
Inoltre, i Delegati non sono tenuti a consultarsi con nessuno (anche se logica vorrebbe) ma sono "plenipotenziari" e votano in autonomia.
E' una forma di democrazia rappresentativa, come quando un senatore vota in parlamento: non è che ogni volta deve consultare il suo collegio elettorale.
Se quel senatore non piace, la volta dopo ne viene eletto un altro.
Poi non so com'è andata la votazione sull'argomento specifico, non c'ero. Ma ti dico che all'esame della faccenda non ci furono grosse rimostranze da parte dei delegati: venne un tipo di PSA che spiegò il piano industriale, dicendoci che l'azienda era messa malino e che per andare avanti doveva allungarsi su nuovi rami di mercato e che quella di creare un nuovo brand era una decisione chiave del nuovo piano, costruendo una gamma nuova in dieci anni, con le prime vetture nel 2017/2018. Eccoci.
A nessuno sembrò strano che avendo una storia come quella di DS il gruppo decidesse di usarla per battezzarci il nuovo marchio di lusso, per quanto creare un marchio da una vettura del passato possa sembrare equilibrismo.
Ma su questo abbiamo già scritto pagine e pagine.
Piuttosto mi piacerebbe che i Club si decidessero a nominare il secondo delegato ACI italiano: la prossima riunione è a febbraio e Guido sarà ancora una volta da solo. E' dal 2014 che questa situazione, per vari e comprensibili motivi, si protrae, privando l'Italia di una possibilità importante come quella di influire nelle decisioni interne all'ACI.
Alla fine ci vuole una persona disponibile a spostarsi una o due volte all'anno (per gli AGM) e che parli un ottimo inglese, lingua ufficiale dell'ACI.
E che ovviamente non sia un "nuovo arrivato" ma che abbia esperienza e informazioni sul mondo degli appassionati