Come oramai avrete capito io sono un Po il bastian contrario, la persona che dice quello che pensa, è senza peli sulla lingua, ed anche adesso voglio dire la mia, per quello che vale.
A noi Italiani piace essere presidenti e/o amministratori di qualcosa, del condominio, della squadra di calcetto, del circolo ricreativo ..... insomma pur che sia va tutto bene.
Però nel campo delle auto storiche, che in Italia senz'altro conterà diverse centinaia di migliaia di appassionati, la divisione in migliaia di club non porta altro che all'attuazione del detto "dividi ed impera".
Il governo, attuale, passato e futuro è ben contento di questa divisione, porta acqua al suo mulino è lascia noi a parlar male dell' ASI, del RISC, del club 500, del club auto vecchio della Valle buia di Pantelleria, senza concludere niente di positivo.
Non è che io abbia la soluzione, ci mancherebbe non sono così pretestuoso, ma secondo me un unico club di auto storiche a livello nazionale con milioni di iscritti, che faccia la voce grossa con il governo è l'unica strada da percorrere.
Ovviamente deve essere un club riconosciuto dalle attuali leggi, è l'unico al momento attuale, che può raccogliere dalla Ford T, fino alla Citroen XM, dalla Indiana del 1914 al Ciao del 1990, è l'ASI.
Molti so che sorgeranno il naso, ma vogliamo, non dico vincere questa guerra, ma almeno partecipare con le forze giuste, la strada è questa.
Altrimenti chiudiamo i nostri ferriavecchi in garage e poi svendiamoli all'estero.
Ovviamente questo mio penserò è rivolto a coloro che sono presidenti di qualche associazione sopra menzionata ed anche delle altre.
Mario55