Nei ricordi della mia infanzia ci sono tre DS: quella che poi ho preso al compimento del 18 anno d'età, quella di Pinuccio Fumarola e quella dell'ex prefetto di Siena, tale Bartalini, che ha trascorso gli anni della pensione impersonando il vecchietto bisbetico nel palazzo dove vivevo.
Poi dall'altro lato della strada c'era un altro parente che ne ha avute una teoria, 18 se non sbaglio, perché ne cambiava anche più d'una all'anno.
Ma di quelle storiche, solo una è sopravvissuta: quella dell'ex-prefetto, una DS20 Pallas del '69.
Mentre la nostra era azzurra, bianca quella di Pinuccio e tutte scure quelle che si alternavano dall'altro lato della strada, quella di Bartalini era rossa, vagamente cardinalizia per il suo interno rossissimo (moquette e sedili) che contrastava col tetto argento e la plancia tutta nera.
Scomparve dalla mia vista nell'86 quando anch'io "emigrai" per lavoro da Arezzo, via Mincio ma riapparve tre anni dopo, nel 1989, a Siena, città natale di Bartalini, in vendita presso l'officina di Marcello Seri. Un amico, co-fondatore dell'IDéeSse, Marco Gulli, mi chiese un consiglio e io gli indicai quella DS che fu acquistata immediatamente. All'epoca, la vettura aveva vent'anni ed era stata conservata con religiosa cura, sempre in box, ma l'interno iniziava a mostrare i poblemi tipici dei tessuti Citroën e l'esterno non era più così lucido. Così Marco decise di procedere ad un restauro "senza badare a spese", affidato alla migliore carrozzeria di Arezzo, certamente la più rinomata e probabilmente la più cara: quella dei fratelli Citernesi.
Per gli interni, non ci fu verso di impedirgli una licenza ben poco poetica: l'alcantara al posto del velluto Citroën che rese l'auto meno cardinalizia ma -secondo Marco- più fruibile e confortevole.
Marco tenne quella vettura per due o tre anni, procedendo anche a diversi interventi sulla meccanica che pur poco sfruttata (meno di 100.000km) aveva pur sempre vent'anni, poi la passione per la DS scemò e Marco si comprò una Giulietta, vettura più adatta al suo spirito sportivo e mise in vendita la DS che prima andò ad un ristoratore aretino e poi finì nel garage di un signore ultraottantenne che l'ha tenuta sino ad oggi, facendole percorrere meno di 1000 km all'anno.
Ieri la DS20 del '69 ex Bartalini, ex Gulli eccetera eccetera è arrivata qui al Centro Documentazione, ce l'ho portata io, su strada, ieri, non senza problemi: la frizione è stata "pelata" nell'ultima uscita: un matrimonio, lo scorso anno, per imperizia del conducente, poco avvezzo al cambio semiautomatico e probabilmente anche all'uso del freno a mano. Abbiamo dovuto fermarci e registrare la forcella per riuscire a far camminare un po' la vettura che andava comunque a due/tre cilindri.
Poi arrivati qui abbiamo regolato un po meglio la frizione e cambito le candele: due erano inservibili. Ora il motore gira benissimo e l'idraulica è a posto.
Nei prossimi giorni registreremo il resto dell'orchestra: frizione (sperando che non sia arrivata "al ferro", ma lo sapremo presto), centrifuga, fase e carburazione, per poter provare un po' meglio l'auto su strada.
La carrozzeria è OK, salvo due fioriture di ruggine sotto ai fari anteriori, non ancora "scoppiata" ma l'intervento richiederà probabilmente di sistemare le lamiere. Gli interni sono ancora quelli in alcatantara rossa. Inguardabili.
La novità è che questa DS avrà presto un nuovo proprietario, giunto ieri a vederla/provarla, che da tempo cercava una vettura "a posto" ad una cifra ragionevole e qui le due condizioni ci sono.
Sono necessarie delle spese: certamente 4 pneumatici, perché adesso monta delle Michelin 185 che sembrano nuove, ma sono del... 1989: quelle che montò Gulli all'epoca, quando le 180 erano introvabili. Poi gli interni che gridano vendetta (DA TRENT'ANNI!!!), una bella lucidatura e qualche briccola qui e là, comunque (gomme a parte) son cose procrastinabili nel tempo.
Per me, che ho questa DS tra i miei ricordi d'infanzia, il fatto che per lei inizi una terza (o quarta) vita, è un ottimo regalo di natale.