Vero che a Torino c'e' questa situazione grazie a certa politica amministrativa, ma questo indirizzo sta purtroppo prendendo piede in tanti contesti italiani (Milano con le aree C e B, Genova con lo stop alla Vespa, Bologna ecc.), perche' la salvaguardia ambientale e' un tema giustamente d'attualita. Effettivamente, certi campanelli d'allarme come il riscaldamento del pianeta, l'innalzamento.dei mari, il ritiro dei ghiacciai ed altro stanno preoccupando l'opinione pubblica. Peccato che con questo le auto d'epoca c'entrano davvero poco, ovvero pochissimo rispetto agli inquinatori massivi che non vengono invece demonizzati e neppure penalizzati. E in questa follia non si fermano solo auto Euro0, ma progressivamente anche Euro5 che sono veicoli di cinque o sei anni fa, un'assurdita' anche per il normale consumatore e non solo per gli appassionati. Questo pero' e' il risultato, lo dico da tempo, dell'approccio troppo soft di Asi, Aci, Ruoteclassiche e compagnia (per non parlare del Riasc e dei suoi club federati che non si sono mai seriamente impegnati sul tema, come sempre in altro affacendati e non vado oltre), nonche' del mancato coinvolgimento delle associazioni dei consumatori relativamente ai veicoli piu' recenti. Nel senso che e' davvero ora di passare ad azioni di protesta, non si puo' continuare a giochicchiare con raduni e mercatini vari, dove i cimeli saranno ormai solo da guardare, o al massimo da utilizzare una volta l'anno su percorso prestabilito! Chi vive sperando, muore...