Non era "olio rosso" ma un fluido incolore simile a quello usato sulle macchine utensili, di origine vegetale: l'«olio di rapa», come lo chiamava Saini.
Mentre i collaudi furono effettuati con un liquido Lockheed di derivazione aeronautica, stabile ad ogni temperatura, le auto di serie uscirono con questo brodo vegetale che ossidava a 40° diventando corrosivo. Ma la maggior parte delle perdite sui primi modelli derivava dalla micragnosità dell'ufficio acquisti che, non pago di aver risparmiato sul fluido idraulico, decise di acquistare gommini a sezione quadrata al posto degli O-ring (al tempo coperti da brevetto). La ditta (inglese) che s'era aggiudicata l'appalto, decise che potevano essere prodotti tagliando dei normali tubi in gomma. Il risultato fu il grippaggio sistematico di questi gommini ogni volta che l'olio, scaldandosi, perdeva potere lubrificante.
Un doppio disastro, insomma, risolto inizialmente impiegando DOT3 più o meno puro e successivamente l'LHS, sintetico come il DOT3 ma con additivi che ne aumentavano il potere lubrificante. Saini, che ha vissuto questo autentico dramma da dentro il Centro Studi a Parigi, ci ha raccontato tutto.