Allora caro Vito mi pare che discutere serva a poco: ti ho spiegato (almeno la stessa quantità di volte che Scarabbo ha detto che ne han fatte un milione e mezzo) che Chapron non trasformava berline: quando l'ha fatto (nel '58 e '59) si è visto NEGARE da Citroën i telai per le trasformazioni perché sapevano BENE che non avrebbero avuto la necessaria rigidità strutturale.
Dal '60 hanno fatto un accordo (Citroën e Chapron) per cui Chapron avrebbe ricevuto da Citroën dei telai SPECIALI, RINFORZATI e APPOSITAMENTE CONCEPITI PER FARE A MENO DELL'ARCO DEL TETTO. Perché RINFORZATI STRUTTURALMENTE e dotati di SPECIFICHE PARTI, come la sospensione posteriore che non è Break o berlina ma SPECIFICA, come la baia del parabrezza che è FATTA APPOSTA e irrigidimenti tramite spessore maggiorato delle lamiere SU TUTTA LA PIATTAFORMA.
NON ESISTE la possibilità di replicare queste parti perché bisognerebbe fare da zero lo chassis. A guardare superficialmente le foto oggetto di questo topo, si potrebbe pensare che gli amici di Capodistria abbiano fatto esattamente questo, ma poi ti cadono le braccia (tra l'altro) quando vedi che sono lamiere PIANE (!!!) che NON OFFRONO ALCUNA RIGIDITA' su più di un asse. Tagliare le lamiere con il laser, oggi, è una passeggiata, ma quelle originali erano TRIDIMENSIONALI, ovvero imbutite (stampate) perché acquistassero la necessaria rigidità. Chiaro che per farlo occorrono gli stampi e le presse che COSTANO cifre notevolissimi che i nostri amici di Capodistria evidentemente non vogliono spendere.
Il Santo Benedetto gliene renderà merito, perché così per una cabrio col fondo piatto, manco dobbiamo sbatterci a verificare i numeretti.
Infine, non prendiamoci in giro: il ripristino di una vettura che tende a riportarla nelle condizioni d'origine è un RESTAURO, la costruzione di una (brutta) copia di un modello radicalmente diverso, è una roba che con la storia non ha NULLA a che fare: a Viareggio, a carnevale, si vedono cose più interessanti.