Maurizio Venturino - Vice presidente CX CLUB ITALIA

Oggi ci ha lasciati Maurizio Venturino, Vicepresidente del CX Club Italia di cui era uno dei fondatori e Direttore Responsabile della rivista SpaCXzio.

Grande appassionato Citroen, si è dedicato sempre con passione e dedizione al CX Club.

Lo ricordiamo con immensi affetto e gratitudine!

Buon viaggio, Maurizio!

Condoglianze.
Nel suo garage anche una DS 19 1957 acquistata negli anni 90 e mai più usata.
Chissà se ne suo ultimo viaggio gli faranno usare la sua CX grigia...
Ciao Maurizio, un altro appassionato della prima ora in più in paradiso.
Emanuele

Conosciuto anni fa, personaggio pittoresco e non proprio "facile" ...

Mi dissero che la sua DS l'aveva murata in garage, letteralmente murata ...

Un abbraccio ...

  R.I.P.

Mi dissero che la sua DS l'aveva murata in garage, letteralmente murata ...

Fa piacere sapere che come molte persone non banali Maurizio Venturino sia stato oggetto di qualche leggenda.
No, nessuna delle sue DS erano "murate" per quanto poco o mai utilizzate.

Questo lutto mi coinvolge in modo diretto perché da oltre vent'anni eravamo amici e sodali all'interno del CX Club, organismo del quale lui fu artefice e massimo animatore.

Una persona rara, un grande amico non solo a parole e declamazioni, ma nel comportamento che ha sempre tenuto nei miei confronti.
Spero solo di essere riuscito a ricambiare.

Nient'altro da aggiungere in questo momento.

 

Un altro pezzo del quadro dei miei ricordi Citroen se ne va e ne sono molto dispiaciuto, sinceramente.

Probabilmente non ho mai conosciuto veramente Maurizio Venturino: forse per mancanza di occasioni, forse per essermi limitato alle apparenze e alle sue stravaganze che me lo facevano sentire distante anni luce.

Magari forse non era poi così distante, chissà.

Sentite condoglianze.

 

Il tempo porta via tanto, ma non tutto. Restano, oltre ai ricordi dal valore incommensurabile, tante altre ricchezze: i grandi insegnamenti, le profonde conoscenze, la passione dispensata ad ogni latitudine, gli spessori umani.
Maurizio Venturino non era certo uno zuccherino, anzi. Se non ti munivi di grande pazienza, e non cercavi di andare oltre ad una manifesta scontrosità - che altro non era che un puro e banale strumento di difesa - non potevi vedere ciò che di magnifico si celava ed intravedeva a tratti. Coerenza, lealtà, serietà. Ed un amore infinito per il marchio in tutte le sue declinazioni e per tutte le grandi Citroen, che lui amava dire “finirono con la C6”. È stato insieme a Sergio e Maurizio, storia e fondamenta del Citroenismo italiano. Mi piace ricordarlo in questo modo: ad un sabato sera pre raduno, non ricordo con precisione dove e quando, tra alcune CX parcheggiate, arrivo’ una Jaguar sportiva nuova fiammante. Scesero il proprietario ed una bruna mozzafiato. Guardarono le nostre macchine con sorpresa ed aria di sufficienza, e Venturino con tono di sfida ed un sorriso tra le labbra disse ad entrambi “…eh, tanta invidia eh….”. Credo di aver smesso di ridere il giorno dopo. Rimangono da lui scritte e narrate pagine indelebili di passione pura,  che il tempo renderà uniche e preziose.

Mi ritrovo al 100% nelle parole di Michele.

Che dire ancora...non è semplice parlare di Maurizio Venturino proprio perché era una persona complessa e ricca di aspetti reconditi non svelati a tutti.
Doveva capire che si poteva fidare di te.
Poi quello che sembrava essere un angusto sentiero di comunicazione diventava un'autostrada a tre corsie.

Mi arrabbiavo (bonariamente) spesso con lui perché nonostante qualche vaga promessa in vent'anni di amicizia mai era sceso a Savona per un week end "lungo" come auspicavo.
Per anni mi ero trastullato con le idee su dove saremmo potuti andare a pranzo, sui luoghi da visitare e quanto mi sarebbe piaciuto inserirlo nelle mie frequentazioni personali perché sarebbe stato un prezioso valore aggiunto.
Niente da fare.

Nei primi anni di frequentazione, diciamo negli "anni zero", andavo in Veneto più di una volta all'anno.
C'era il raduno di Monselice, ma poi c'era la fiera di Padova e il raduno settembrino un tempo detto "di Sanguinetto".
Ma c'era stata anche qualche visita estemporanea autunnale o di ritorno da qualche vacanza.

Purtroppo quei 450 chilometri di distanza con l'avanzare dell'età mi diventavano sempre più pesanti da affrontare magari dopo una settimana in giro per l'Italia e così negli ultimi anni "prepandemici" iniziai a ridurre le visite al solo raduno di Monselice.
Poi la pandemia, poi l'anno scorso i miei problemi di schiena che non mi hanno consentito di presenziare al Monselice più recente.
Ci siamo sentiti a settimane alterne fino alla fine del 2022 ed inizio ad accusare solo adesso dopo un paio di giorni la perdita.

I nostri atteggiamenti  di superfice erano quanto di più distante potesse sembrare...ma i nostri aspetti, meno evidenti a chi ci conosceva poco, erano molto, molto affini.
Entrambi precisi fino alla maniacalità, entrambi schiavi della parola data, entrambi sempre disponibili in caso di necessità più o meno importanti.

Si parla sempre bene di chi non è più tra noi, un atteggiamento perlopiù ipocrita che entrambi odiavamo quando capitava di parlarne.
(Vero è che a mia moglie dico sempre: "nel caso di mia dipartita devi dire che ero una carogna".)
Ma nel caso di Maurizio anche a sforzarmi non trovo proprio nulla che non mi piacesse della sua personalità benché gli aspetti caratteriali, quelli si, li avrei voluti diversi, certo.

Facendo una sintesi bruta, si può dire che la vita mi ha fatto capire che spesso chi ha una bella personalità ha un carattere non semplice e viceversa. Non sempre, ma spesso.
Vi stimo troppo per pensare di dovervi spiegare la differenza che passa tra personalità e carattere.

E' una perdita dolorosa che mi induce molta malinconia.
Poi si andrà avanti tutti, come sempre, a sfangare le giornate alla meno peggio una via l'altra sperando di non avere inciampi troppo profondi e cercando di non raccontarci troppe balle per riuscire a vivere.

Francamente al momento non ho più molto interesse per queste macchine che ci hanno fatto incontrare e che in qualche modo mi ricordano giorni migliori di questi.
Mi prenderò un anno per capire (o meglio per capirmi) e poi deciderò il da farsi.
   

Buon ritorno a casa Maurizio.
Grazie per la tua amicizia.

Niccolò