Ieri, alle otto di sera, alla ricerca della trattoria perduta, svolto a destra, poi a sinistra, poi mi perdo e vedo in lontananza qualcosa che è meglio di una pizza....una dea! Una bella DS 20 verde bottiglia col tetto chiaro con targa d'epoca: Roma D5! Dev'essere del '68! La "inseguo" e accostata al semaforo ci siamo reciprocamente autostimati e felicitati. Si riparte e senza volerlo fare costituiamo una carovana spontanea che però dopo un po', a causa degli appetiti, si scioglie e le dee riprendono il loro solitario rappresentare la bellezza e l'eleganza in un'epoca di poca autonomia stilistica. Di lì a poco, mentre sudavo nel parcheggiare verso il Colosseo, mi affianca una dea, un'altra, bordeaux met. tetto bianco, un po' taroccata pallas, e di nuovo a scambiaci apprezzamenti e filosofie di vita in olio verde. A farlo apposta non capiterebbe, ma il tipo parcheggiato davanti alla mia DS se ne va e il tizio della dea bordeaux si parcheggia davanti! Yuppy! Mi sento bene di saper che la bambina avrà qualcuno con cui parlare mentre l'ingrato babbo se la spassa tra birre e pizza. Il tizio dell'altra DS sembra un DJ a giudicare dalla quantità di materiale musicale(CD, vinili, mini-disc e tutti i ritrovati della tecnologia audio digitale). Un saluto alla belva, uno al DJ e via alla trattoria. Al ritorno, la "piccola" era sola e gli occhioni languidi cercavano il papà che con inspiegabile gioia ed emozione le ridava l'impulso vitale e alzate le gonne riprendeva il pellegrinaggio a caccia di quiete e di buio nel salotto un po' odorante dei suoi 34 anni. Potessi dormirci dentro mi ripetevo, ma il pensiero di farmi trattare come un pazzo dalla dolce metà mi ha ridestato e con impiegatizia perizia ho riposto la dea nel suo garage, ho staccato la batteria, l'ho ricoperta, e seduto nell'anonimato tedesco mi sono fatto qualche duro chilometro fino al letto cercando il cambio al volante ad ogni semaforo.
fischer