E' diverso tempo ormai che la mia D Special non esce dal garage, il traffico e la pioggia non mi incentivano di certo a prenderla, facendomi preferire di gran lunga la pratica Xantia che parcheggio ovunque senza problemi.
Però il 28 di novembre ricevo una gradita visita da un caro amico di Brescia, Alberto (che su questo forum è registrato come albds20), e mi sembra doveroso un bel tour in DS, anche se il tempo sembra veramente beffarci.
Ma ad un certo punto la pioggia sembra darci tregua, di conseguenza ci precipitiamo in garage.
La mia vecchia signora è lì, coperta da candidi lenzuoli, pulitissima, scintillante... e ferma da tanto tempo!
Al gruppo si aggrega anche Alex e scopriamo la vettura, si attacca la batteria, un giro di chiave e... vroom siamo pronti dopo l'assunzione dell'altezza di marcia, al nostro giro.
Però la DS mi ispira ad un giro diverso, nel quartiere semicentrale dove abito, teatro di tanti film del neorealismo, da da Pietro Germi con "Il Ferroviere" a Rossellini con "Roma città aperta", o al grande Alberto Sordi con il suo tragico "Un borghese piccolo piccolo", fino al grandissimo Pasolini, con tanti dei suoi film, tra cui "Accattone".
Insomma posti che non trovano paragrafi nelle guide turistiche ma non per questo meno importanti. Luoghi stranissimi che sembrano paesini nella città, dove negli anni 30 gli emigranti e gli "sventramenti" del centro storico voluti dal regime del ventennio costruirono baracche fino a formarne dei veri e propri nuclei, chiamatti borghetti. Ormai il "Borghetto Prenestino" non esiste più, demolito nel 1980 e cancellato definitivamente dai lavori (ancora in corso) dell'alta velocità. Ma qualche testimonianza è rimasta, anche nelle zone limitrofe, e contrasta fortemente con l'aria imponente della megalopoli.
Insomma iniziamo il nostro giro, ed arriviamo in questa residua testimonianza:
Una strada ormai a fondo cieco, ma un tempo, snodo importante del popoloso borghetto.
Perchè, vi chiederete, quella fontanella? Roma ne è piena.....
Ma guardate qui:
1961, Pasolini durante le le riprese del film "Accattone", la stessa fontanella!
Abbiamo continuato gli scatti in varie pose in quel luogo dimenticato e silenzioso, e dove a pochi metri ci sono i lavori dell'alta velocità ferroviaria e la grande e trafficatissima Via Prenestina, importante arteria consolare, ma dove il fascino e la rovina rimane ancora, a mio avviso, intatto.
E intanto la DS si presta a "modella di fortuna" di noi poveri profani della fotografia....
Qui sono evidenti i segni del passato.....
Decidiamo di continuare il nostro giro turistico "sui generis", ed arriviamo al Mandrione, dove scorrono le rovine dell'Acquedotto Felice, e dove tanti anni fa la gente l'aveva sfruttato per vivere dentro le volte, addirittura....
E questa vecchia immagine ci riporta sullo stesso luogo a fine anni 50, con il grande poeta Pasolini, e in lontananza la cupola della chiesa di Don Bosco del quartiere di Cinecittà.....
Così la DS ci scorre lenta e morbida in questi luoghi, che con la penombra assumono un contesto surreale che sa di antico, magico e rovinato allo stesso tempo, e il filo della memoria passa anche attraverso le rapide sequenze che alcuni film hanno conservato e così, a ben guardare, la realtà qual'era appare dietro i personaggi che sostengono il peso della storie cinematografiche. Oltre a Roma Città Aperta ( 1945 ) di Roberto Rossellini e Accattone ( 1950 ) di Pier Paolo Pasolini, sono stati molti i film che hanno avuto per set le strade, i palazzi e la gente della Prenestina e della Casilina. Tra i tanti sono da ricordare: Bellissima ( 1951 ) di Luchino Visconti; La domenica della brava gente ( 1953 ) di Anton Giulio Majano ( alcuni esterni tra via del Pigneto e via Fortebraccio ); Il ferroviere ( 1956 ) di Pietro Germi ( gli eterni sono stati girati tra piazzale Prenestino e la circonvallazione Casilina ). L'audace colpo dei soliti ignoti ( 1959 ) di Nanni Loy ( la scena ne quale i "soliti ignoti" si recare trovare Nino Manfredi per convincerlo ad unirsi a loro è girata in un casale che si trovava in un pratone situato dove poi sono state costruite le case dell'immobiliare); Il Gobbo ( 1960 ) di Carlo Lizzani ( alcuni esterni nella Borgata Gordiani, via Prenestina ); Un borghese piccolo piccolo ( 1977 ) di Mario Monicelli ( il protagonista, interpretato Alberto Sordi, abita lungo la via Prenestina; tra le altre c'è una scena in cui Sordi si affaccia dalla finestra di mattina presto e la cinepresa inquadra la via Prenestina con la Tangenziale appena costruita ).
Insomma azzarderei a dire che è stata un'esperienza nuova, intrigante, dove il contesto ben inserisce la DS, e quasi sembra di vedere le vecchie macchine da presa di Rossellini che ti spuntano da dietro l'angolo. Luoghi meno patinati ma pieni di vita vera, pregressa dove oggi le poche rovine danno una forte testimonianza del nostro recente passato.
Ora però è ormai sera fatta, si va a cena fuori e la DS è bene che rientri nella sua "catacomba". Lei ormai per me è un oggetto di godimento, che va centellinato e gustato fino in fondo, che non si può più sprecare nel caos del traffco o dell'affannoso tragitto casa/lavoro/casa.
La parcheggio lì, al solito posto. La batteria viene staccata e i morbidi e candidi lenzuoli la riavvolgono, fiano a quando avrò voglia di una nuova avventura con lei.
Spero di non aver tediato nessuno con questo racconto.
Un saluto a tutti da Renzo.