La Dea ai tempi della Dea

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Offline serpiko

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La Dea ai tempi della Dea
« il: Ottobre 24, 2002, 09:35:38 am »
Per me e per l'assoluta maggioranza di voi la Dea è un mito, questo non si discute. Ogni automobile è però legata al suo contesto temporale: nasce per rispondere alle esigenze di una determinata epoca o per spezzare i legami che essa ha fissato - ma a questa si deve in ogni caso rapportare -, cessa di essere prodotta quando con quell'epoca non c'entra più nulla.
Non so quanti di voi abbiano vissuto l'epoca in cui la DS era regolarmente in produzione con l'ottica del possibile acquirente, a 20, 25, 30 anni, insomma quando valuti le auto in commercio per quelle che sono; so che molti invece erano già ragazzi o adolescenti quando il padre li portava a spasso sulla DS.
Mi avete raccontato cos'è stata la DS negli anni '80 e '90, vorrei che mi raccontaste cos'era nella sua epoca la DS: quale idea aveva la gente di questa vettura? Chi poteva permettersi la DS? Quali erano le sue concorrenti per prezzo, comodità, optionals...? Che rapporto aveva con le linee del suo tempo? Tutte domande cui io, nato 2 anni dopo che l'ultima Dea nuova fu venduta, non so dare un risposta.
Se potete, se riuscite, staccate un momento la spina del Citroenista che c'è in voi e rispondete nel modo più obiettivo possibile: vi chiedo un grosso sforzo, lo so... [:love]

Ringrazio il buon Martini che, con la sua risposta nel topic riguardante gli anti-citroenisti, mi ha ispirato questo interessante discorso.

Ciao a tutti [:wave]

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Re: La Dea ai tempi della Dea
« Risposta #1 il: Ottobre 24, 2002, 10:16:43 am »
Staccare la spina da citroenista? Facile! Da diessita? MAI!

Quando mio padre acquistò la sua prima Dea, nel 1970, io avevo 6 anni, ergo le mie sensazioni erano comunque limitate.
Allora come oggi il primo impatto di un'automobile era visivo: si veniva catturati dalla linea suadente e ci si avvicinava al concessionario.
A mia madre la DS piaceva sin dagli anni '60, ma nel 1967 quegli occhioni sporgenti del monofaro apparivano eleganti ma demodé.
Con una modifica a dir poco geniale come sappiamo alla DS venne attribuita una linea agressiva e la simpatia divenne entusiasmo. Quando mio padre nel 1970 andò dal concessionario era appena uscito il "nuovo" cruscotto, ultimo tipo: oggi lo critichiamo, ma allora appariva ultramoderno con tutte le spie riunite, lo stop di emergenza, il contagiri... una vera libidine.
Piaciuta l'estetica, iniziava il lavoro del concessionario. Il buon Casella di Pavia faceva accomodare i clienti nel suo ufficio su sontuose poltrone in pelle. Solo quando il discorso era avviato ti faceva notare che eri seduto sul sedile di una DS... la meraviglia era assicurata.
Le sospensioni, che oggi ci appaiono morbide, erano di un altro pianeta rispetto le abitudini di un automobilista dell'epoca: bisogna farsi un giro su una Giulia o su una FIAT 850 (vero Antonio? [:wahoo]) per capire quale fosse lo 'stacco'.
Questo bastava! Se, come nel caso di mio padre, le finanze non permettavano di più di una DSpecial il neo-citroenista entrava in possesso del mezzo senza saper nulla di sfere, di idraulica, di LHM.

Tu chiedi chi poteva permettersi la DS... La fine degli anni '60 era un periodo di boom economico e di piena prosperità.
Mio padre era un medico tutto sommato alle prime armi, lavorava da 5-6 anni in ospedale ed aveva moglie, figlio e affitto della casa a carico. Arrotondava lo stipendio facendo visite negli ambulatori di tutti i paesi della Lomellina: gli serviva una vera macchina, il Maggiolino classe 1963 non ne poteva più di fare 40.000km l'anno.
Oltre la DSpecial non poteva andare. Avrebbe voluto in opzione la quinta marcia, ma tornò a casa sconsolato: Ben 35.000 lire!!! Decisamente troppo.

La differenza di prezzo fra le ID e le DS era abissale.
Ricordo che a quel tempo l'IVA sulle autovetture era del 18% fino a 1999cc di cilindrata, del 35% doltre i 2000cc.

Il nostro vicino di casa, collega di mio padre, era invece ricco di famiglia: sfoggiava sempre DS nuove, l'ultimo modello era sempre il suo. Ricordo la sua DS23 Pallas brun scarabee semiautomatica nuova fiammante: mi pareva una vecchia signora agghindata di perle, troppa ostentazione, non mi piaceva!!!! In effetti il concetto di eleganza delle auto francesi era diverso da quello delle nostrane Lancia, più sobrie ed austere.
Ricordo che cambiò la DS con una SM: si rompeva di continuo, e dopo pochi mesi la ridette indietro per un'altra DS, parlandone malissimo.

Spero con questi pochi ricordi di bambino di avere dato qualche elemento in più al tuo puzzle.

Marc'Admin

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Offline velvet

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Re: La Dea ai tempi della Dea
« Risposta #2 il: Ottobre 24, 2002, 11:13:04 am »
Bè, direi che il quesito è interessante, e può essere riportato avanti negli anni semplicemente cambiando soggetto, cioè la CX nei suoi anni o la BX nei suoi anni, mi pare che il concetto non cambi un gran che.
Per quanto mi riguarda, anno di nascita 1971, ricordo perfettamente di aver perseguitato mia madre fin dai 6/7 anni durante i viaggi in statale sulla 500F quando capitava di stare in coda ad una ID/DS: le frecce!!!
Subivo il fascino tremendo delle frecce sul padiglione, quando poi si illuminavano  per una svolta il mio volto diventava probabilmente quello di uno che ha appena visto la Madonna.
Da quel periodo penso di non essermi mai persa nessuna occasione per schiacciare il naso sul finestrino della malcapitata dea per poter sbirciare l'interno.
Dei lontani zii avevano avuto una serie di Ami break , ed infine una GS club...subito pretesi un viaggio di prova (avevo circa 9 anni). Lo stesso anno ruppi tremendamente le scatole a mia madre (povera donna...) che aveva deciso di pensionare la 500 per motivi di lavoro, poichè avendo aperto un negozio era costretta a fare consegne quasi ogni giorno.
 Non potendone più di me decise finalmente di varcare la soglia del concessionario Citroen del paese...e dopo un mese di congetture (soprattutto economiche) e di indecisione fra la 127 Top (!!!) e la neonata Visa club 652 la scelta cadde naturalmente su quest'ultima: che gran macchina, 145000 km in 6 anni senza mai aprire il motore , e con un cruscotto che sembrava la fiera dell'astronautica. Per me allora il massimo! Dopo di lei venne una Axel 11R, anche lei durata 6/7 anni, il cui motore però avrebbe necessitato alla fine di cure dispendiose....

Ma torniamo a noi....nel periodo pre adolescenziale credo di aver imparato a memoria le 2/3 pagine dedicate a Citroen nell'enciclopedia "Milleruote" di mio padre, leggendo e rileggendo tutta la storia della Dea. Era scoppiato un amore senza ritorno!
Ricordo che negli anni 70 la Dea era considerata da parenti ed amici dei miei genitori una gran macchina, anche da chi di macchine capiva poco...gli unici molto "freddi" ricordo essere stati gli alfisti convinti, che deprecavano le prestazioni pigre e guardavano con forte sospetto al sistema idraulico, secondo loro fonte di dannazione in terra per i malcapitati DSssisti.
Quando ho avuto la patente (1989) mi sarebbe piaciuta una qualsiasi CX (le DS in quel periodo avevano subito un'impennata dei prezzi come molte auto storiche), ma non mi potevo permettere di mantenerla, così mi destreggiavo fra le diverse auto di famiglia, di cui le uniche Citroen erano appunto l'Axel e una 2CV4 acquistata nuova dal babbo nel '78 (dopo un restauro del'92 è tuttora una delle auto che uso di più).
Finita l'era CX (con mio sommo dolore) quest'auto ha cominciato a diventare la classica "auto da pappone" nell'immaginario collettivo (definizione di un collega di circa 3 mesi fa) e a precipitare nelle quotazioni....è allora che ho deciso di comprare la mia GTI. Sono convinto che tutte le Citroen "vere" (escludiamo i cloni Peugeot) subiscano lo stesso percorso-calvario agli occhi dell'automobilista comune: ammirazione mista a sgomento quando sono novità,  scetticismo ma sensazione di comodità quando sono regolarmente in produzione, effetto "auto da pappone" appena uscite di produzione, fascino nei confronti di personaggi "border line" dopo un po' d'anni, ed infine sconfinata, straordinaria ammirazione (specie nei confronti delle femminucce) quando diventano veicoli storici.

Per concludere (finalmente hehehe), io sono rimasto stregato dalla DS quando gli ultimi esemplari lasciavano da nuovi il concessionario, ed il morbo si è insinuato in me sviluppandosi in diverse forme fino ad oggi (Citroenite?)...E che ne dite dell'XM ai giorni dell'XM? Io me ne ricordo bene, ma magari lascio la parola a qualcuno che l'ha comprata sul serio quando era in vendita...in fondo è passato poco tempo,no?
Scusate se sono ai limiti dell'out of topic, ma parlare di Citroen è come scatenare una valanga di sensazioni e sentimenti.
Velvet[:blob]
 

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Re: La Dea ai tempi della Dea
« Risposta #3 il: Ottobre 24, 2002, 01:00:58 pm »
quote:
Originally posted by velvet

...E che ne dite dell'XM ai giorni dell'XM? Io me ne ricordo bene, ma magari lascio la parola a qualcuno che l'ha comprata sul serio quando era in vendita...in fondo è passato poco tempo,no?



Pochissimo, infatti il qui presente Admin usa l'XM non come auto storica ma come vettura da tutti i giorni.
E così in questo forum Stefano, Ugolux, Martini....
Ma se vogliamo parlare di XM apriamo un 'altro topic!

Quanto all'accenno fatto all'astio degli alfisti nei confronti della Dea, non era del tutto immotivato: il propulsore della Dea è sempre stato assolutamente inadatto alla classe della vettura. Robusto quanto vi pare, ma soprattutto nella versione 1985cc assolutamente inadatto: mio padre lo definiva già allora amichevolmente "un polmone". Il 2300i.e., entusiasticamente accolto dalla stampa francese, in realtà era paragonabilissimo al 2000cc montato sulla Lancia Beta di quegli anni, e non sto parlando di Alfa...
La vettura resta comunque un mito, e sapendo che quel propulsore altro non è che la versione rivista e corretta di quello progettato da Becchia all'inizio degli anni '30 per la Traction Avant lo accettiamo affettuosamente in famiglia (grazie anche al suo rumore, non so perchè così caratteristico, quasi inimitabile...)
Marco/Admin


Re: La Dea ai tempi della Dea
« Risposta #4 il: Ottobre 24, 2002, 03:15:08 pm »
QUANDO MIO PADRE ACQUISTO' LA ID 19 NEL 1963 AVEVO 4 ANNI. LA TENNE PER 5 ANNI E RICORDO CHE ERA AZZURRA CON IL TETTO NERO.L'AVEVA VOLUTA COSì IN QUANTO DI FORTE FEDE... INTERISTA (al punto che anche i NS.cani avevavo nomi del tipo: Jair, Corso, Suarez...) E NE ERA ENTUSIASTA. AVEVA FATTO IL SALTO PASSANDO DA UNA LANCIA APPIA 3A SERIE NONOSTANTE FOSSE STATO MESSO IN GUARDIA DAL FIDO CONCESSIONARIO LANCIA (l'ex ciclista Fiorenzo Magni ndr.)CIRCA L'ACQUISTO DI UNA CITROEN CHE, A SUO DIRE, GLI AVREBBE DATO SOLO GRATTACAPI. RICORDO ANCHE LA FRASE INSOLITA (ma azzeccatissima devo dire...col senno di poi) DI UNA PARENTE SUORA LA QUALE, APPENA ACCOMODATASI SUI SEDILI POSTERIORI, ESCLAMO' "..SEMBRA UNA CAMERA DA LETTO!!!" NEL 1968 VENNE SOSTITUITA DA UNA DS 21 SEMIAUTOMATICA BIFARO(NON PALLAS CONSIDERATO IL COSTO).  PER ME INIZIO' LA "DIESSITE ACUTA" DI CUI ANCORA ADESSO SONO AFFETTO. INUTILE DIRE CHE A QUEI TEMPI LA DS ERA SENZ'ALTRO UN'AUTO D'ELITE ED IL PROBLEMA DI UN POSSESSORE DI DS ERA ANCHE QUELLO DI TROVARE UN MECCANICO DI FIDUCIA TANTA ERA LA PARTICOLARITA' DELL'IMPIANTO IDRAULICO ALLORA. PUR AVENDO IO ALL'EPOCA 9 ANNI RICORDO PERFETTAMENTE L'AMMIRAZIONE SUSCITATA DALLO SQUALO PER LA LINEA, PER LA COMODITA' E PER QUEL STRANO FENOMENO CHE LA PORTAVA AD ALZARSI APPENA LA SI METTEVA IN MOTO. MA RICORDO ANCHE I COSTI ELEVATI DI GESTIONE DI CUI SI LAMENTAVA MIO PADRE IL QUALE PIU' DI UNA VOLTA DISSE "LA PROSSIMA AUTO SARA' UNA FIAT CHE SI AGGIUSTA CON LO SPUTO!!!" MA SAPEVO CHE ERA UNO SFOGO TANT'E' CHE SEGUIRONO LA CX E LA GS. RICORDO ANCHE IL DISGUSTO CHE PROVAVANO CERTE PERSONE, IN SPECIE I MECCANICI GENERICI, NEL TROVARSI DI FRONTE LE DS MA ANCHE  LE GS INSOMMA TUTTE VETTURE CHE RICHIEDEVANO PER LA MANUTENZIONE UNA PREVENTIVA CONOSCENZA DELLA MECCANICA E DELL'IDRAULICA.
MIA MADRE AVEVA AVUTO UNA "DAUPHINE" E SUCCESSIVAMENTE UNA FIAT 850 E A MIO PARERE ERANO DEI VERI E PROPRI CARRETTI SENZA CAVALLO SE PARAGONATI ALLA DS. PER NON PARLARE DELLA SIMCA MILLE DI UN MIO ZIO NELLA QUALE IN 5 STAVAMO COME SARDINE INSCATOLATE.
NO, LA DS ERA UN'ALTRA COSA. ERA LENTA PER CUI ASSOLUTAMENTE INADATTA AI PILOTI DELLE STRADE STATALI MA FORSE ANCHE PER QUESTO E' STATA ED E' "TUTTA UN'ALTRA COSA".

CIAO

GUIDO2

Re: La Dea ai tempi della Dea
« Risposta #5 il: Ottobre 24, 2002, 04:28:50 pm »
Mumble mumble, vedo che in questo topic sono stato tirato in ballo già due volte, direttamente o no, a proposito della fiat 850. Detta auto, per divagare un minuto, secondo me è molto simpatica, con quei fanali anteriori troppo grandi, il cofano posteriore di ridicola profondità,  il bagagliaio davanti ecc. Non se ne vedono più perché non piace a nessuno, su secondamano è raro trovarne in vendita, il mio esemplare blu puffo ha 56.000 km originali, acquistato dalla tipica vecchietta ottantenne, e ogni volta che ci salgo apprezzo sempre più le sospensioni DS. Quindi una sua funzione la 850 la svolge. È una vera fiat. Vedetela un po' come una missione: salvata un auto da rottamazione sicura. Se non fosse per gli oltre 500 euro già spesi per la manutenzione... Questo mi sta per portare ad acquistare anche una Appia III serie... ma torniamo alle DS. Purtroppo sono nato due anni soli prima che la DS uscisse di produzione, quindi ho solo ricordi anni '80 in proposito, quando la mia città di provincia pullulava di fiat 124 e 127, non ché di 500, 126 e altre delizie simili. Anche noi avevamo la 500. Chiesi alla mamma: "Perché non hai preso una 2cv?" risposta: "Non era in vendita in quegli anni". Sarà vero? Comunque aggiunse anche che non si fidava di quelle strane macchina, tutti avevano la fiat... In città c'era un solo concessionario Citroen, che chiuse i battenti a metà anni '90. E mi ricordo che dietro le vetrine dell'esposizione, dopo la chiusura, quindi in mezzo al niente, per mesi è stata messa una DS bluscuro dal proprietario, che veniva pure illuminata di notte, orgogliosa e sprezzante del triste destino che sarebbe toccato allo spazio da lei occupato di lì a breve: un blockbuster. Tuttora sopra il blockbuster campeggia il "vessillo" Citroen, gli chevrons... a testa in giù! Forse non mi ricordo di DS negli anni '80 perché non le cagava ormai più nessuno. Erano gli anni dell'Arna e della Duna e del Drive-in

Re: La Dea ai tempi della Dea
« Risposta #6 il: Ottobre 24, 2002, 09:13:52 pm »
Ciao a tutti. Penso di essere l'elemento meno adatto per rispondere a questo Topic visto che ho poco più di vent'anni..però la mia la voglio dare lo stesso. Ricordo che da bambino mi affascinavano tutte quelle auto che vedevo con la ruota a metà nella parte posteriore, le famose freccie in alto che anche a me facevano impazzire all'accensione! [:jjump][:jjump]
Però nell'ambito automobilistico ancora non sapevo nulla...e manco sapevo delle sospensioni idrauliche ecc... (be...cavolo avrò avuto 3/4 anni ed ero scusato). Mi attraevano moltissimo anche le Volvo..soprattutto la 740 e la 940 Polar. La vecchia 266 che aveva un amico. Ma già sopra a tutto stavano quelle fantastiche auto con la ruota a metà! Se potessi riprendere alla mano (da qualche parte li ho) i disegni che facevo all'asilo e alle elementari, l'oggetto era sempre quello: Un'auto con cofano molto pronunciato...fari accuratamente disegnati di giallo, tetto di colore diverso...retro molto più stretto e corto, ruota a mezza luna per simulare l'auto bassa e le famose freccie. Chissa?!? che auto era?? [:blob][:blob]

Quindi posso dire con certezza che erano auto molto comuni nei primi anni '80 ma io stavo attento a tutto e già ricordo di alcuni conoscenti che avevano auto tipo "GS" o "CX" ma già considerate vecchie e obsolete! Però ricordo degli anni '80 un mio parente che come auto della ditta aveva una stupenda "Bx" TZD a gasolio sia in versione berlina che SW ed era considerata una grande macinatrice di km anche se ricordo le lamentele sui consumi.

All'epoca cominciava ad uscire la versione nuova della "Cx" e ricordo un mio vicino di casa, un uomo di una certa posizione, credo direttore di qualcosa...che ha sempre viaggiato con auto molto distinte e nei primi anni '80 aveva proprio il "Cx" blu notte!
Poi passò alle Lancia e ricordo anche il motivo....perchè la famiglia non ne poteva più di auto che in montagna dondolassero. [^][^]

Altre occasioni purtroppo non ne conosco..ma ne approfitto terminando il messaggio con il chiedere alcune cose sui post precedenti:
Cosa significa "papponi"? O meglio....cosa significava in quegli anni il termine "pappone"?

Invece per Admin: Hai scritto <<In effetti il concetto di eleganza delle auto francesi era diverso da quello delle nostrane Lancia, più sobrie ed austere>> In che senso era diverso? Qual'era il concetto applicato nel campo automobilistico di eleganza tra francesi e italiani?

Invece parlando di "Sm" era veramente una macchina cos' inaffidabile? Qua non c'entrava la Citroen...non era il modello che montava il propulsore "Maserati"? Cosa ne pensate o meglio cosa si diceva di questo motore?

Ultima cosa...d'accordissimo ad aprire un Topic sulla "Xm".
Infatti per me la "Ds" è un amore sfrenato, ma bisogna considerare che tutte le Citroen, dalla prima all'ultima sono stati capolavori!

Ora vi saluto!

Ciao!

_________
Giovanni

Re: La Dea ai tempi della Dea
« Risposta #7 il: Ottobre 24, 2002, 11:58:17 pm »
quote:
Originally posted by Giovanni


Invece parlando di "Sm" era veramente una macchina cos' inaffidabile? Qua non c'entrava la Citroen...non era il modello che montava il propulsore "Maserati"? Cosa ne pensate o meglio cosa si diceva di questo motore?



_________
Giovanni



Ciao Giovanni, in effetti le SM non brillavano certo per longevità meccanica. Per esperienza personale posso dire che la manutenzione straordinaria di una normale vettura equivaleva alla manutenzione ordinaria della SM. Le catene distribuzione in primis (da sostituire ogni 40.000 km e ciò significava la rimozione del gruppo motore/cambio e l'apertura del monoblocco per sostituire la catena centrale), la carburazione che si sregolava (poi sistemata con l'iniezione ma a sua volta con problemi di accensione),. Per il resto la SM era splendida. Una DS in tutto e per tutto con il motore Maserati che, regolato a dovere, regalava delle sensazioni magnifiche. Abbiniamo la incredibile potenza del servosterzo (io la trovavo eccezionale anche se richiedeva una certa assuefazione) e davvero pareva di stare sopra ad un tappeto volante. Il connubio tra l'idraulica Citroen e la sofisticata, potente e (troppo) delicata meccanica Maserati  a mio parere è stato molto positivo ma...sono un Citroenista convinto e forse se al posto del motore Maserati avessero montato una corona a pedali con 1 catena e dei cambi Shimano probabilmente mi sarei trovato lo stesso a mio agio.
Dimenticavo: su parecchie foto scattate a Casteggio e dintorni sei presente in carne ed ossa; dammi la tua mail e te le invio.

Ciao

Guido2

Re: La Dea ai tempi della Dea
« Risposta #8 il: Ottobre 25, 2002, 12:11:20 am »
quote:
Originally posted by Antonio

Mumble mumble, vedo che in questo topic sono stato tirato in ballo già due volte, direttamente o no, a proposito della fiat 850.


Su Antonio non te la prendere. In fondo anche a me la 850 piaceva (era bianca con gli interni in similpelle rossa) ma era innegabile che salire e viaggiare su una ID era tutt'altra cosa. Anzi, ti dirò, mi piacerebbe provare anche la tua 850. Magari alla prossima occasione...

Ciao

Guido2

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Offline Guido

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Re: La Dea ai tempi della Dea
« Risposta #9 il: Ottobre 25, 2002, 07:01:56 am »
Be' io sono nato 3 anni dopo la presentazione e quindi anche la mia testimonianza riflette la tenera età: mio padre è sempre stato un pessimo guidatore, non ha mai preso in considerazione l'acquisto di una DS soprattutto perchè ".... non vedeva dove arrivava il muso", in effetti girare per Milano con un mezzo di quasi cinquemetri anche negli anni '60 qualche problema l'avrebbe avuto.Poi comunque costava una follia ed era abbordabile solamente per medici e professionisti.
Mia madre(che non capiva nulla di auto e non le riconosceva) ricorda con il sorriso che una volta(avevo 5-6 anni) mi chiese, indicando una DS, se fosse un'Alfa Romeo e io, quasi con indignazione le dissi" ma no non vedi che è una Citroen(con la C e non con la S iniziale)Odiosetto eh?.
Diventando più grande percepii dagli amici di mio padre(quando capitava che ne parlassero)una specie di timore reverenziale nei confronti di quell'astronave a 4 ruote che era la DS.
Ricordo con maggiore freschezza quando venne cambiato il frontale: quando in città(in auto con i miei) vedevo una DS, facevo di tutto per riuscire a scoprire se il frontale era di quelli nuovi, mi piaceva(e piace tuttora)proprio tanto!!!
Ciao  [:wave]
 

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Offline velvet

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Re: La Dea ai tempi della Dea
« Risposta #10 il: Ottobre 25, 2002, 08:29:38 am »
Citazione
Originally posted by Giovanni


Cosa significa "papponi"? O meglio....cosa significava in quegli anni il termine "pappone"?

Beh, a seconda delle zone d'Italia questo termine prende diverse sfumature, comunque credo che possa essere tradotto in "ricottaro", o "magnaccia" o "protettore", cioè persona dedita allo sfruttamento della prostituzione, quindi con una certa disponbilità di danaro che gli consente la manutenzione di una grossa auto vistosa, ma non abbastanza danaro per comprarsela nuova.
Quando un collega ti dice che giri con una macchina da pappone è una bella soddisfazione, credimi, soprattutto quando fai il fotografo [:gun][:gun][:gun] .
Ma basta sorridere, mettere in moto, aspettare che le sospensioni si alzino e partire in dolcezza per vedere l'espressione del BMWista cambiare..."però, ancora silenziosa quest'auto...e poi, che sedili comodi! Ha anche una bella coppia il motore, mi pare (di questo si accorge perchè in 4a dai 1000 giri non serve scalare in seconda per sfruttare "quattrovalvole"o turbine varie) Ma sesirompequalcosa? " Quando gli rispondi : "Lo aggiusti, no?" l'uomo cade in un silenzio di tomba...[:all]

Sm...che macchina! Oltre che problemi di meccanica soffriva tremendamente anche la ruggine (più delle dee, mi dicono), ma sono problemi secondari rispetto al fascino e alla raffinatezza meccanica (DIRAVI in primis) di questa meravigliosa creatura. Il mio meccanico Citroen ne ha una in cura periodica da parte di un cliente che ne fa un uso quotidiano, proprio quest'estate l'ho visto sostituire il monoblocco di una bancata perchè trafilava acqua...ho spiato tutta la macchina per almeno mezz'ora, dal cofano al bagagliaio...che bella.
Buone Citroen a tutti.
Velvet
[:blob]
 

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Offline Martini

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Re: La Dea ai tempi della Dea
« Risposta #11 il: Ottobre 25, 2002, 09:10:25 am »
quote:
Quando un collega ti dice che giri con una macchina da pappone è una bella soddisfazione, credimi, soprattutto quando fai il fotografo [:gun][:gun][:gun] .



Quanto è vero tutto ciò... Pensa che io viaggiavo con una CX 2400 GTi a Milano nel periodo 1987-1990 (ovvero pre-tangentopoli) trovandomi diciannovenne, studente e "apprendista fotografo" a girare per conto dello studio tra i vari set della moda. Ripeto Milano full-Craxi! In mezzo ai paninari che già allora guidavano solo Golf o BMW serie 3, arrivati colleghi che si facevano scarrozzare dall'autista (generalmente avevano la Thema), fotomodelle simpatiche come cacca nei calzoni che "io viaggio solo in taxi". Per carità, ero allenato: Citroënista di seconda generazione (tra le altre anche mio padre ha posseduto una Visa Club 650, comprata nel 1981 e tutt'ora in possesso di mio fratello) avevo una assuefazione totale agli sfottò dei non-citroënisti. La cosa divertente si verificava però quando i set erano distanti da Milano. Quel fenomeno che faceva si che trasferendosi dentro la città nella CX ci fossi solo io e nel catino dello studio si affollassero anche in cinque (una assurda Volvo 740 sw modello Chernobyl) si invertiva diametralmente e la CX si riempiva di gente che "dai stiamo in compagnia". Ecco che i viaggi in Irlanda o Spagna permettevano a tutti di apprezzare materialmente il confort e la sicurezza offerti dalla macchina da pappone (a rivederle oggi poi...).
Successivamente passai alla XM e mi mimetizzai meglio (per altro nel '90 era "di moda" anche lei, per poco ma lo fu) quindi li finirono le battutine. Curioso che nessuno trovasse strani i continui problemi che dava l'XM in confronto alla tranquilla affidabilità della CX. Cosa non si fa per l'apparire.
Poi ho ridotto l'attività professionale ai minimi termini, mi sono sposato, ho iniziato ad occuparmi di computer graphics e son tornato a vivere stabilmente in Toscana.
Oggi ho ripreso la professione a tempo pieno, viaggio più di allora ed ho ricomprato da una settimana una CX GTi.
Poco dopo averla ritirata, sono passato alla stazione ferroviria di Parma a recuperare una modella per un set.
Vent'anni, molto carina, cresciuta a pane e Golf. E' salita in macchina ed è rimasta ammutolita per venti chilometri. Quando ha iniziato a parlare (e non ha smesso per i successivi quattrocento) è stato tutto un "è bellissima", "ma comè che non la fanno più", "ma è straordinario" ecc.
Piccole soddisfazioni dei tempi che cambiano.

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Offline serpiko

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Re: La Dea ai tempi della Dea
« Risposta #12 il: Ottobre 25, 2002, 10:01:48 am »
quote:
Infatti per me la "Ds" è un amore sfrenato, ma bisogna considerare che tutte le Citroen, dalla prima all'ultima sono stati capolavori!


Caro Giovanni, non sono affatto d'accordo: ti sei fatto accecare dall'amore fino a non vedere più i difetti della tua passione! Devo ammettere che, da quando mi sono avvicinato così tanto alla DS, ho rivalutato anche molte altre vetture della casa francese arrivando anche a ponderarne l'acquisto. Resta il fatto che non si può non ammettere, come del resto è emerso anche parlando direttamente con alcuni di voi, che Citroen abbia messo sul mercato dei veri e propri aborti, e più di uno!!! [Axx(][Axx(][Axx(][Axx(][Axx(]
A fine anni '70 è stato perso il passo coi tempi: cromature e rifiniture ancora presenti su Visa, CX e GS (che le rendevano sinuose e suadenti) erano già state elise dal mercato da quasi tutte le altre case, passate a paraurti in plastica e rifiniture in tinta con la carrozzeria. Quando in Citroen hanno scelto di adattare le auto in gamma alle richieste del mercato è successo il patatrac: a mio parere solo sulla CX è stato fatto un lavoro accettabile, le altre 2 proprio non erano nemmeno guardabili, sembravano 2 dinosauri stradali. E il mercato le ha giudicate per tali, "pensionandole" ben prima che alla Citroen decidessero di non produrle più. [:down][:down][:down] [:no]
Da qualche anno la tendenza si è un po' invertita, a partire dall'XM (e poi Xantia, Xsara Picasso, C3, C5...) Citroen è tornata a "fare" le linee, invece di doversi adeguare a esse: e il mercato glielo sta riconoscendo! Però quanta fatica per ritornare fin qui...

Ma siamo completamente fuori tema, chi altro mi racconta della DS ai tempi della DS??

[:wave]
« Ultima modifica: Ottobre 25, 2002, 10:09:41 am da serpiko »

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Offline velvet

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Re: La Dea ai tempi della Dea
« Risposta #13 il: Ottobre 25, 2002, 10:21:48 am »
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Originally posted by serpiko

A fine anni '70 è stato perso il passo coi tempi: cromature e rifiniture ancora presenti su Visa, CX e GS (che le rendevano sinuose e suadenti) erano già state elise dal mercato da quasi tutte le altre case, passate a paraurti in plastica e rifiniture in tinta con la carrozzeria.


Cromature sulla Visa fine anni 70'? Ma dove le hai viste? E' stata una delle prime auto insieme alla Renault 14 (bella auto incompresa) ad essere "all Plastic", dallo scudo ai paraurti ,interni compresi. Di cromature, te lo assicuro, neanche l'ombra. Che fosse "bella" e Citroen questo sì, personalità da vendere.
le uniche cromature sulla Visa sono apparse sulla calandra della serie 2 (1981/82), ma solo lì.
In quanto lalla GS, nel 1979/80 si era già passati alla GSA, che anche se all plastic (ma aveva la cromatura del bordino inferiore bagagliaio[:D][:D][:D]) a mio parere era ancora molto bella, anche se innegabilmente retrò con le sue forme arrotondate in epoca di angoli vivi.
OOOPS, ancora fuori topic...sscusate.
Buone Citroen a  tutti.
velvet[:blob]
 

Re: La Dea ai tempi della Dea
« Risposta #14 il: Ottobre 25, 2002, 11:01:49 am »
quote:
Originally posted by serpiko

Citazione
Da qualche anno la tendenza si è un po' invertita, a partire dall'XM (e poi Xantia, Xsara Picasso, C3, C5...) Citroen è tornata a "fare" le linee, invece di doversi adeguare a esse: e il mercato glielo sta riconoscendo! Però quanta fatica per ritornare fin qui...


[:wave]



A MIO PARERE PROPRIO XM, XANTIA, XSARA, C5, C3 (ormai pare di giocare a battaglia navale quando scegli una Citroen) HANNO PERSO IL FASCINO "DELLE LINEE" PATRIMONIO DELLE VECCHIE CITROEN (ID, DS, CX E GS per intenderci). MI SEMBRANO COSI' ANONIME PRIVE DI PERSONALITA'. IL CLASSICO TAGLIO DEL PARAFANGO POSTERIORE CHE DIMEZZAVA LA RUOTA TIPICAMENTE CITROEN CHE FINE HA FATTO? E LE LINEE FLUENTI, ARROTONDATE E AEREODINAMICHE DOVE SONO FINITE? L'XM TRA SCALFATURE  INFINITE E FALSI DEFLETTORI HA, SECONDO ME, INIZIATO UNA NUOVA ERA CITROEN: AUTO DAL CONTENUTO TECNICO SEMPRE ALL'AVANGUARDIA (basta salirci per accorgersene) MA CON IMMAGINE DECISAMENTE DI BASSO PROFILO.  

CIAO


GUIDO2