quote:quote:Brava serpe! Una CX Mk I e una CX Mk III a confronto! Non voglio farmi odiare da Marcuccio nostro: non date seguito a questa illazione!
Anche se forse di questi tempi mi pare un filino più tollerante riguardo alla CX...
Originariamente inviato da MarioCX - 18 mag 2006 : 09:24:26
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Tollerante? Si, ma non rispetto a chi su un forum DS va a finire a parlare di CX e C6. Serpe malefica, rientra nei ranghi!! Admin
Originariamente inviato da Admin - 18 mag 2006 : 09:34:57
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Veramente stavo parlando di linea di corda...
Se poi la linea di corda di DS, Ami, Panhard, CX e C6 sia la stessa, beh, mi sembrerebbe un buon segno...
Attenzione però!
Tutti noi conosciamo Bertoni per l'affermazione che ottenne ma ben poco abbiamo preso in considerazione il "come" la ottenne: la "soirèe" ha aperto una porta a una considerazione che non m'era mai passata per la mente.
Ebbene, Bertoni non ebbe da subito un buon rapporto con i dirigenti della casa: anzi, tutt'altro!
Bertoni s'impose per il suo assoluto e in quel tempo ineguagliabile talento, ma la sua affermazione avvenne CONTRO la struttura societaria: è risaputo che Boulangier non voleva affidargli la progettazione della 2CV e che si ricredette solo dopo aver visto le bozze.
Se ciò fosse dovuto a incompatibilità caratteriali, a differenze di gusti o al noto orgoglio nazionalista francese (Flaminio fu tra i primi disegnatori d'automobili stranieri rispetto alla casa madre e, se non erro, in Francia il primo in assoluto), non c'è dato di saperlo ma abbiamo la certezza che non fu un rapporto facile e tutto rose e fuori.
Bisogna anche dire che in Francia l'immediato dopoguerra fu un terreno molto prospero (in quel tempo sicuramente il più fertile d'Europa) per far crescere idee e progetti nuovi; alla DS si arrivò dopo dieci (?) anni di progettazione.
In quei dieci anni l'Italia aveva appena messo le basi per ripartire, e il massimo che si riuscì a fare era una vetturetta compatta ed economicissima, davvero ben disegnata. La 600: in considerazione dei mezzi allora a disposizione, un successo storico.
Piuttosto, deprecabile fu l'immediata successione a quei progetti: quando si trattò di fare il grande salto, a Torino mancò il terreno sotto i piedi.
I risultati sono ancor oggi sotto gli occhi di tutti.
Basta, che poi l'Admin s'incazza...