E' il gran giorno della partenza!!
Rossana viene caricata di tutto punto, oltre alla mia valigia porto con me una trousse completa di attrezzi e una cassetta della frutta riempita con LHM, cavi batteria, puntine, calotta, spazzola, candele, fusibili, lampadine, olio motore e liquido di raffreddamento. Praticamente ho l'officina nel baule!
![[:p]](http://forum.ideesse.it/smf/Smileys/classic/icon_smile_tongue.gif "Goloso")
La mia ragazza si accomoda in auto quando sono scoccate le 7,30 di mattina, un quarto d'ora dopo raggiungiamo il casello di Novara Ovest dove Camillo Cotti, la sua famiglia e la sua mitica ambulanza ci stanno aspettando. Carico in macchina Alberto e la sua ragazza e le due Dee sfrecciano in direzione della prossima tappa, Ivrea, dove abbiamo appuntamento con Mario e con la mia ex Ministeriale.
Ci arriviamo in meno di un'ora ma Marietto è in difficoltà, un dente dispettoso l'ha indisposto proprio il giorno prima della partenza facendogli addirittura rischiare di saltare il viaggio: arriva con una guancia gonfia peggio che se avesse preso un cazzotto dal miglior Tyson. Eppure non demorde.
Siamo i primi forumisti a incamminarci, il co-Admin Andrea si ricorda di noi e mi chiama per un in bocca al lupo decisamente emozionato.
Iniziamo la nostra avventura in colonna alla velocità di crociera di 110/120 km/h, tra gli sguardi un po' sorpresi degli ignari viaggiatori: tutto sembra filare liscio, il sole è limpido ma non fastidioso e la strada è una lunga biscia perfettamente uniforme su cui Rossana scorre ronfante e sorniona.
Mentre saliamo sui tornanti che conducono al tunnel del monte Bianco, mi accorgo di qualcosa che potrebbe turbare tutta la nostra serenità: il serbatoio sembra svuotarsi troppo rapidamente; in contemporanea Cotti mi segnala col cb di una perdita di liquido sotto a Rossana. Mi fermo subito nel parcheggio dell'ex dogana e immediatamente si forma una pozza di benzina sotto al longherone destro: se è la pompa, addio Parigi.
Benedico il santo che m'ha indotto a portarmi tutti gli attrezzi, conl'aiuto di Alberto smontiamo il coprilongherone e ci accorgiamo che la cosa non è grave, si tratta soltanto di un tubo di gomma troppo secco che s'è tagliato all'altezza della fascettatura sulla pompa. Riusciamo a tacconare il problema e a ripartire, superiamo il tunnel e l'arrivo in Francia ci riserva un'altra pessima sorpresa: l'auto di Camillo infatti tende a sbandare come se la barra di torsione non stesse facendo il suo lavoro.
Questione di serraggi, dunque, e ancora una volta passiamo indenni.
Il resto del viaggio scorre via senza più ostacoli. Alla nostra media la differenza tra la 21ie e le due 20 si sente sui falsipiani, che Rossana affronta senza alcun patema nonostante il pieno carico mentre le colleghe devono lavorare di doppiocorpo per tenere la medesima velocità, divenendo comunque un po' più piccole nello specchietto retrovisore. Si sente però anche nei consumi, visto che mediamente la 21ie necessita di 2 litri in più ogni 100 km...
Ci presentiamo sull'anello parigino verso il finire dell'ora di punta, con il cielo ormai completamente imbrunito: dopo questi 1000 km la stanchezza non è tanto fisica quanto mentale, la fatica non si avverte sulla schiena ma sulle palpebre. Camillo ci saluta, ricarica la sua famiglia e si reca al suo albergo mentre io e Mario ci rechiamo a cercare l'appartamento che abbiamo affittato per la nostra settimana.
Avete mai visto il monumento alato di Place de la Nation stagliarsi all'orizzonte mentre siete alla guida della vostra DS in una notte in cui tutti i vostri ricettori sono attivi ed aperti a qualsiasi segnale del mondo che vi circonda? Mi corre un brivido sulla schiena, lungo quanto la strada che ho percorso.
Il tempo di cercare un posto coperto per le divine, un ristorante per soddisfare l'ultimo istinto trascurato e ci corichiamo, soddisfatti e felici come i bambini alla vigilia di Natale.
Domani sarà St. Quentin, domani sarà GIUBILEO!