Ci sono diverse interviste a Pierre Bercot, all'epoca PDG (Presidente Direttore Generale) di Automobiles Citroen quindi piuttosto ben informato sui fatti. Deliziosa quella sul doppio volume "Citroen, l'histoire et les secrets de son bureau d'etude" dove spiega piuttosto chiaramente che il punto di break-even perché la DS fosse "rentable" era di 500 pezzi al giorno, la produzione media non ha mai superato i 400 pezzi/giorno, quindi è chiaro come la DS fosse principalmente un mezzo per promuovere il resto della gamma.
Nel 1968 durante la definizione del modello S (che ha portato alla SM), fu chiesto al responsabile progetto Jacques Né di prevedere il montaggio del 4 cilindri DS nel vano motore, sfruttando quindi la stessa disposizione dei supporti e la stessa campana cambio, in vista della produzione di una berlina d'alta gamma sul telaio SM allungato con quattro porte, un po' quel che poi fu la Opéra di Chapron.
Quella doveva essere la nuova DS nel 1968, tempo previsto per il lancio due/tre anni.
Effettivamente l'SM vide la luce nel 1969 e fu presentata al pubblico già nel marzo del '70 (se non erro) al salone di Ginevra.
Quel che andò storto fu il progetto Wankel che avrebbe dovuto assicurare la sostituzione delle D con una CX bi/tri rotore mentre le 23ie sarebbero divenute delle SM 4 porte 25ie, con il V6 Maserati riservato alle coupé (vista anche la scarsa produzione di motori dovuta all'artigianalità con cui lavoravano a Modena).
Poi la crisi petrolifera prima ed il passaggio a Peugeot dopo determinarono il taglio impietoso di ogni ramo secco dell'azienda: SM, DS, Berliet e -logicamente- Maserati.
E' andata com'è andata.