Mettiamola così, quel 15% è il max consentito all'epoca dal governo, Fiat avrebbe voluto acquisire di più ma non poté acquisire di più, mi sto affidando alla mia memoria.
Da quel che ci ha raccontato Vion, Fiat non riuscì ad acquisire di più: in sostanza finanziò una prima ricapitalizzazione che copriva le esigenze di cassa del secondo, terzo e quarto trimestre del 1969. Poi furono le vendite dei modelli D a permettere a Citroën di tirare avanti sino alla crisi successiva, innescata dalla sciagurata combinazione di vari fattori tra cui:
- perdite per mancate vendite causa crisi petrolifera e relativa congiuntura
- investimenti di Bercot che comprava tutto quel che si muoveva nel suo raggio d'azione
- investimenti con NSU per Comotor senza alcun ritorno economico dalla vendita di modelli a motore Wankel (anzi...)
- investimenti in progetti privi di sbocco commerciale (elicottero, P1 ed altro)
Quindi bisogno di altri soldi, vendita a Fiat di nuovi frammenti del pacchetto sino all'intervento di Peugeot
caldeggiato ed incredibilmente agevolato dal governo francese che voleva creare un grande gruppo Francese.
Ci raccontava sempre Vion, che alla fine degli anni '60 Fiat poteva utilizzare gli strumenti di analisi di General Motors (o Chrisler? Non ricordo) e che impostarono una simulazione: alla fine, l'entità che più spaventava Torino, era proprio un gruppo con Peugeot e Citroën. Segno che in certe stanze, già nel '68/'69 si sapeva che poteva finire così.