Ecco la storia di "Blue Turle" nel suo viaggio da Angers a Barcellona. Lo so e' un po' lunga ma non me la sono sentita di tagliarla... e poi se vuoi anche vedere le foto che arricchiscono e rendono complete le parole, puoi andare su
http://file.webalice.it e digita:
- Username: f.perfetto
- Password: DS19
Ciao! :D
Viaggio. DS19. Nella mente prima che con un’auto. Che non e’ un auto altrimenti non scriverei queste parole.
Emozioni. Dall’inizio alla fine. Diverse, cangianti. Sospese o molleggiate. Finalmente realizzate.
Un viaggio un po’ pazzo. Atteso da tempo lontano, da quando ancora bambino, non potevo scorgere il tetto di quell’auto bella e strana, che gentilmente si inchinava, strizzava l’occhio con la sua freccia posteriore, oppure con vigore si svegliava stiracchiando le braccia delle sue sospensioni.
Semplice e unica, la DS arricchiva il mio immaginario con nomi di fantasia moderati dalla realtà, si perché quell’oggetto nella sua dinamica che non era solo velocità, poteva trasformarsi, con un pizzico di fantasia, in una tranquilla e coriacea tartaruga, raffigurare uno squalo aggressivo, oppure riportare alla mente la praticità di un oggetto di uso casalingo, un “ferro da stiro”, come molti più semplicemente la chiamavano. E poi perché molti si ostinavano a chiamarla il “Pallas”?
E il viaggio e’ approdato ora, dopo tanti anni. Una rincorsa terminata in una caduta qualche anno fa, a pochi metri del traguardo, l’avevo presa, bianca, ID 20, tolta dalla polvere di un garage e riportata a percorrere nuova strada. Ma poi sono subentrati limiti economici e quando capita questo spesso, non so perché, sono proprio i sogni ad essere sacrificati, a favore di cose più pratiche. Insomma davanti alla prospettiva sponsorizzata solo dall’istinto e dal cuore, di continuare a rimettere a posto quello che era poco più di un vecchio cassone di 20 anni (all’epoca era solo agli albori della sua fama e in casa tutti mi dicevano di gettare quel ferro vecchio), la ragione o il buonsenso hanno prevalso e per un po’ di tempo ho percorso km seduto comodamente su una lucente e fiammante Citroen BX. Ma permettetemi lo sfogo: era tutta un’altra storia!
Ora le condizioni si sono ricreate. Senza un vero perché, una scintilla e’ esplosa di nuovo. Un contributo fondamentale e’ stato l’aver trovato il “forum”, con persone che provano o cercano sensazioni simili alle mie. Insomma ho unito gli sforzi, dopo tanti piccoli modelli in scala, raccolti nel mondo o ricevuti in regalo e riposti in bacheca, dopo qualche rivista, dopo tante fugaci emozioni al passaggio di quella forma in un incrocio casuale per strada, ora c’è l’incontro. Con lei e la sua storia.
Quasi una follia, acquistare un‘auto di quasi 40 anni, senza neanche vederla se non in qualche foto!
Ma la sintonia c’è e tornando indietro lo rifarei ancora anche se, qualche piccola o grande sorpresa, c’è stata. Ma sarebbe stato impossibile che tutto filasse liscio ed in ogni caso nessun ostacolo insormontabile, solo qualche promessa di troppo, qualche esagerato ottimismo del vecchio proprietario. Che tipo! Dovreste conoscerlo! A me ha ispirato subito simpatia e nonostante che in qualche modo non me l’abbia raccontata del tutto giusta, non so perché, continua a rimanermi simpatico, se non altro perché lui con parecchia incoscienza e forse un po’ di spirito pratico, l’ha tenuta al riparo in un garage e non l’ha lasciata marcire in qualche campo di grano o tra vitigni Merlot.
Fin qui pazzia? Mica tanto! Sicuramente molti hanno visto di peggio. Bene, non sono partito da solo, ma in compagnia di Silvia, la mia compagna e del nostro bambino di appena due mesi. Questo penso sia la vera pazzia! Ma la sua innocenza mi e’ stata maestra e al resto ci ha pensato una “culla” di marca francese sospesa tra sfere pneumatiche.
Prima Tappa: L’avvicinamentoArrivati! Siamo in Francia, a Parigi! Respiro tutto eccetto quello che c’è intorno. Cerco assetato una parte della Francia più ad Ovest, la Loira, i suoi Castelli. Eppure siamo solo all’aeroporto.
Viaggio tra incertezza di arrivare. Inizia nel peggiore dei modi, quasi un monito.In aereo c’è un problema che sembra bloccare ogni emozione per riportare il tutto ad uno stato di stress. Un errore sui documenti ci trattiene a terra. Sulla carta d’identità non c’è iscritto il nome d’Andrea. Rapide scorrono le possibili soluzioni nella mente. Cerco tra tasche. Niente. Il passaporto e’ a casa. Riaffiora uno spirito pratico che con la sua pesantezza di idee e ragionamenti si sovrappone per un po’ ad una moderata leggerezza romantica delle emozioni in gioco.
Corri, valigie, sposta aereo, paga differenze. Ora come trovare il passaporto? Dov’è? Dove l’ho messo? Sì nella borsa del computer! Che ovviamente e’ rimasta a casa! Ma non sono sicuro… L’ultimo viaggio? Quando e’ stato? Soluzione: Aeroporto-Taxi-Casa-Passaporto-Taxi-Aeroporto. Calcolo i minuti, non ce la farò mai. Ma ci sono margini. Tre ore più tardi un nuovo volo: purtroppo siamo stretti con i tempi. Forse un’evoluzione. Restiamo a Parigi? Ma sarebbe troppo amaro il caffè e il croissant di prima mattina. L’unica alternativa e’ anziché il treno, prendere un’auto a noleggio. Speriamo ce ne sia una, ma dobbiamo aspettare Parigi.
Il colore giallo di luce artificiale di una torre illuminata progettata da Monsieur Eiffel, ci avvisa che siamo arrivati. Ma e’ tardi, il rischio e’ alto di non farcela ad attraversare la città per andare alla stazione di Montparnasse dove l’ultimo treno parte dopo meno di un’ora. E quindi…
E quindi mi ritrovo nel parcheggio al secondo piano, le mani sul volante di una macchina Francese. Una Renault ultimo modello ci guiderà per 300 km di una serata che scorre tra paesaggi nascosti dal buio. Costerà un po’ di più, ma e’ la soluzione migliore e di correre altri rischi, neanche a parlarne. Arriviamo stanchi ad Angers, ma la tranquillità mi permette di nuovo di abbandonare il controllo “razionale” per tuffarmi nelle emozioni attese e per ora solo immaginate.
L’incontro!Ci siamo e’ mattino, In strada ad Angers, cerchiamo quella sagoma che invece riposa inconsapevole, dentro un garage, ancora vicino al luogo dove, oltre alla Loira, scorre la sua storia. Non immagina lontanamente il cambiamento che le aspetta! Dovrà sudare un po’ ma le cose miglioreranno. Col trascorrere del tempo si ritroverà incredibilmente ringiovanita…
Arriva. Dopo un contrattempo si ferma nel luogo dell’appuntamento una macchina mezza scassata, una Peugeot station-wagon. Il proprietario e’ un tipo sorridente, un po’ scafato, ma c’è simpatia. Ci porta tra vigne, in una strada sterrata, ai margini della Loira. Non avrei desiderato una cornice più bella!
Entriamo nella piccola reggia, un garage in muratura, lo spazio angusto appena sufficiente per entrare. Si apre la porta, il motore si accende al secondo colpo. Il meccanismo pneumatico riporta “Sua Altezza” al giusto livello, risvegliata come una principessa delle fiabe. Emozionante, unico, il rombo è un piccolo frastuono. Una figura sinuosa rivive, esce da un garage. Immortalo il momento con un foto impressa nel mio sguardo emozionato.
Le rive della Loira a contorno. Superbe!Gli occhi gialli dei fari si aprono al riflesso del verde intorno, alla luce di vigne mature. Ai miei occhi emozionati di sogno. Romba un po’ appesantita. Un rumore pieno e consistente riempie l’aria senza un grosso frastuono. C’è luce nel cielo, mi infilo sul sedile di guida come un ladro e riconosco dettagli delle foto, altri sono nuovi, l’impressione globale e’ positiva.
Ci sono tracce d’olio sui cartoni sporchi in garage, C’è odore strano. C’è aria polverosa. C’è idea di fermo. Remy si ostina a dire che tutto e’ ok. Nessuna perdita, ma su questo non riesco ancora a concentrarmi. Tra euforia e gioia del momento.
Entriamo nella giungla dei dettagli tecnici mentre io avrei solo voglia di sedermi e riposarmi, esplorando poco a poco le leve, carezzandole delicatamente, sentendo il suono del click tante volte azionato, in tanti anni, altrettante storie. Qualche foto, il cofano aperto sembra niente male. Inizia una confidenza che solo il viaggio potrà creare appieno. Ma il feeling c’è tutto. Proprio la mia combinazione preferita, cruscotto ad onda, più classico, fari carenati più moderni. Contrasti che creano identità.
E’ tempo dei primi metri, delle prime sterzate, della prima frenata indecisa come quella di un neopatentato. Ma e’ li. Ed ogni volta che alza le sue sfere e muove le sue pressioni meccaniche e’ come se si svegliasse felice da un sogno, da una fiaba, finalmente ripresa dall’incantesimo del morso di una mela.
Silvia, scatta foto, Andrea vive nei suoi sogni. Io sono preso dalla realizzazione dei miei.Inizio ad esplorare, tra tanti pregi noto anche imperfezioni, che però formano carattere, storia, piuttosto che rappresentare veri problemi, Esteticamente la dea ha un bel vestito grigio. Gli interni davanti non sono originali, la parte posteriore si. I sedili anteriori purtroppo mostrano un similpelle oro sbiadito da brivido (freddo e non caldo….) e saranno una delle prime cose che cercherò di migliorare dopo aver ricreato l’efficienza meccanica e risolto alcune pecche di carrozzeria. Le gomme sgonfie (e che cavolo almeno questo!!!), una batteria al limite, un rombo un po’ troppo forte per un problema di un bullone al collettore. Creo mentalmente una prima lista di interventi. E questo mi fa pensare al resto, a come altrettanti piccoli o grandi dettagli siano stati gestiti. Ma la struttura c’è. Il tetto rifatto, mostra qualche imperfezione nella verniciatura. Ma non c’è traccia di ruggine, anzi tutto sembra perfettamente rimesso a nuovo. C’è qualche piccola scollatura nel rivestimento interno, che noterò solo in viaggio, pazienza dovrò intervenire anche li ma per il momento e’ solo un dettaglio, un piccolo neo, cui porre rimedio. Parto, piano guardingo. Pensieroso su dove mi porterà la mia Dea dopo essere rimasta addormentata per tanto tempo. Il primo viaggio e’ breve. Pochi km, giusto per saggiare il mezzo. Siamo ancora in compagnia. Pranzo con il proprietario, la dea e’ li parcheggiata.
Il tempo scorre come l’acqua sulla Loira. Quei momenti. Infiniti.Si mangia e ci si conosce. Remy mi sembra una persona sincera. Sono contento di essermi fidato. Probabilmente e’ un mio desiderio che tutto ciò che mi sta raccontando, sia una commedia così vera, in cui l’attore principale (Remy) interpreti la sua parte così bene che lo spettatore (io) non possa che immedesimarsi nella realtà rappresentata. Ma ogni tanto ci sono piccoli segnali che se veri un po’ mi atterriscono. Non tanto per il problema meccanico o meno. Quanto sulla perdita parziale o totale della fiducia di una persona e di tutto quello che per me implica. Sarei stato semplicemente orgoglioso di ascoltare la sua storia vera se questa fosse stata descritta nei suoi particolari. Ora mi viene descrive un oggetto quasi vergine, solo 100.000 km alle spalle, nel pieno del ciclo di vita meccanica. Resto allibito, la carrozzeria e’ in perfetta forma, gli interni un po’ meno.
Iniziano e continuano i segnali. In alternanza, positivi e negativi.Il nome! Il nome! Marco e Simone, mi hanno suggerito “Great Squirtle”, dal mondo dei pokemon, io vorrei “Blue Turtle” ispirato da Sting, ma di blu proprio non ne vedo. Turtle ci deve essere, sono indeciso tra Grey or Great, ma alla fine prevarrà “Blue Turtle” perché un sogno anche se non e’ blu si può sempre realizzare.
Nascono le note di una melodia silenziosa che mi accompagnerà per il resto del viaggio: Blue Turtle!Parcheggio al ristorante. Noto una macchia. Sembra troppo estesa per la breve sosta. Sposto l’auto. La perdita e’ copiosa. Sale il livello d’allarme, ma per il momento e’ solo un giallo leggero. Prima di partire occorre rimediare un po’ di LHM. Non voglio avere problemi per una piccola perdita!
Piccola sì, se la confronto con quella anteriore che scoprirò a Barcellona! Frutto del viaggio o già esistente? Ripenso ai cartoni in garage e la risposta e’ una sola. Quindi l’impianto idraulico non e’ perfetto. Anzi. Risente di pause prolungate. Di percorrenze ridotte, di un logorio da uso e da non uso. Niente di grave, la pompa e’ efficiente. I correttori lavorano. Ma la perdita c’è. Però quella più grave non e’ di liquido verde, ma di fiducia che pian paino svanisce. Eppure si parla, c’è confidenza.
Ci sono scambi di idee, di opinioni, mi proietto nella sua posizione nel momento di distacco da un oggetto che evidentemente non ama più. Forse sono solo problemi pratici, oppure il vissuto ha già dato i suoi frutti e le sue sensazioni. Ed ora non resta altro che attendere e vivere il momento dell’addio, anche lui con la sua rilevanza.
Accompagno a casa Remy. Mi mostra tutta la documentazione che certifica i 100.000 km dichiarati. Tra le carte mi sfuggono due fogli che rimangono nel blocco e che mostrano invece una percorrenza di ulteriori 100.000 km… Purtroppo una grande bugia ma di questo fortunatamente o sfortunatamente non mi ne accorgo, perché talvolta e’ meglio continuare a sognare, se il sogno e’ bello, se il sogno e’ blu… Ma quando ci si sveglia la delusione, crea il suo brivido e questo brivido produrrà a sua volta una crepa.
Prendo l’auto, andiamo a comprare del liquido LHM, Remy decide che tocca a lui la spesa e ne compra un litro. Quando ci salutiamo, c’è ancora energia per credere che tutto sia a posto. Ma per prudenza ne compro altri 5 litri!!!