Ecco il comunicato stampa emesso da Citroën riguardo l'apertura del museo.
Varese, 10 maggio 2007
Inaugurato a Varese il primo museo italiano dedicato a Flaminio Bertoni
André Citroën era solito ripetere che è necessario, per riuscire, considerare in anticipo quello in cui si è sicuri di riuscire. E' sicuramente il caso di Leonardo Bertoni che oggi con l'inaugurazione del museo dedicato alla straordinaria figura del padre, corona vent'anni di impegno e dedizione, anni spesi nella costante ricerca e recupero delle testimonianze lasciate dal genio di Flaminio.
Un genio rinascimentale quello di Flaminio: pittore, scultore, architetto e inventore, uomo che seppe legare il suo nome anche a molti oggetti d'uso quotidiano, tra questi l'automobile, di cui Flaminio Bertoni fu eccezionale interprete.
Prima l'inconfondibile Traction Avant, modellata da Bertoni sopra un telaio straordinario, privo dell'albero di trasmissione grazie alla trazione anteriore che permise la realizzazione di una berlina spaziosa ed al contempo bassa e filante, prima auto priva dei predellini laterali ormai inutili in un veicolo che non somiglia più ad una carrozza.
Poi la 2Cv, l'auto che ha cambiato il panorama della Francia (e non solo): semplice, razionale ed economica, costruita nelle sue varianti in oltre cinque milioni di esemplari, con molti aggiornamenti tecnici e poche innovazioni stilistiche, sopravvissuta persino ad auto -come la Dyane- nate appositamente per sostituirla.
Alla vettura più economica nel mercato d'oltralpe, Citroën fece seguire il lancio di un'altra opera di Flaminio Bertoni: la DS19, indubbiamente la più rivoluzionaria vettura nella storia dell'automobile, fu un autentico laboratorio viaggiante che alla sua apparizione impressionò persino personaggi del calibro di Roland Barthes. La DS fu prodotta per vent'anni con poche variazioni nella linea ed è tutt'oggi un veicolo preso a modello per
funzionalità e bellezza.
Citroën non ha certo dimenticato il contributo di Flaminio Bertoni: l'eredità del suo lavoro è oggi tutelata in quello che è stato istituzionalmente definito il “Conservatorio del Patrimonio Citroën”, intendendo con il termine “patrimonio” proprio quell'insieme di progetti, modelli ed idee generati in massima parte dal centro studi della marca di cui il laboratorio di Rue du Theatre fu parte integrante.
Il Conservatoire non è un museo nell'accezione classica del termine, è invece un luogo pensato prima di tutto per coloro che lavorano alla progettazione delle vetture Citroën, una fonte di spunti, un archivio di soluzioni e di concetti validi oggi come sessant'anni fa; forse è anche grazie ad un certo lavoro di recupero dell'identità della marca -cui il Conservatoire non è certo estraneo- che Citroën vive oggi un momento particolarmente positivo.
La nascita qui in Italia di un museo dedicato a Flaminio Bertoni rappresenta un’ulteriore valorizzazione del patrimonio storico della Marca, un evento cui il Conservatoire partecipa con visibile impegno: sono qui presenti infatti tre vetture provenienti dal Patrimonio Citroën che integrandosi con quelle messe a disposizione dallo stesso Leonardo Bertoni, rappresentano l'intero percorso creativo di Flaminio: dalla Traction Avant del 1934, attraverso 2Cv e DS sino all'ultima sua creazione: la berlina Ami6.