La mia domanda è questa:
Se l'accordo con Fiat nel 1968 fosse andato in porto secondo le intenzioni italiane - quindi senza alcun veto da parte del governo francese su un controllo italiano - quale sarebbe stato il futuro di Citroen ? Citroen produceva all'epoca vetture utilitarie [2CV, Dyane, Ami e Mehari] e vetture di alta gamma [ID e DS], Fiat aveva una produzione ben più articolata e convenzionale - ma comunque più remunerativa - di modelli [500, Bianchina, 600, 850, 1100, Primula, 124, 125, Dino e Campagnola] in attesa di lanciare sul mercato - nel 1969 - i nuovi modelli 128, A111, A112 e 130, si sarebbe Citroen "Fiatizzata" ? Questa "Fiatizzazione" avrebbe comportato la fine della rivoluzione idropneumatica ? E l'avventura del Wankel ? Sicuramente questo progetto non sarebbe stato portato avanti. Difficile invece pensare il contrario, cioé in una "Citroenizzazione" di Fiat.
Alla luce di come andarono le cose - ma in questo caso il controllo di maggioranza di Fiat non ci fu - la perplessita di Giovanni Agnelli espressa all'assemblea degli azionisti Fiat tenutasi il 27 aprile 1973 verteva proprio sulla mancata sinergia tra le due società:
"I nostri rapporti con la Citroen, iniziati nel 1968, non sono preceduti come speravamo perché noi avevamo dell'utilizzazione ottimale degli impianti loro e nostri una concezione di economia di scala, cioé la concezione di poter fare probabilmente prodotti più simili utilizzando maggiori volumi di produzione. Loro intendimento invece era di mantenere al massimo possibile l'identità aziendale Citroen". (C. Mariani, Fiat-Citroen divorzio in vista, "Quattroruote" n. 7, luglio 1973, p. 51).