Tornando un pochino in-topic, vi comunico che l'intervista a Vion è stata realizzata come da programma.
Si tratta di oltre quaranta minuti di registrazione che contengono una messe importantissima di informazioni: dati, fatti, persone, tutto va a prendere posto in quel mosaico incredibile che è la storia di Citroën!
Per quello che concerne le vostre domande, Vion ha detto che: il nuovo frontale DS ha modernizzato la linea della vettura senza stravolgerla, ha permesso alla DS vecchia di dodici anni di tornare ad avere una seconda giovinezza ed una politica dei prezzi aggressiva, assieme all'unificazione della plancia (voluta proprio da Vion che all'epoca era direttore generale del commercio -che poi si chiamerà marketing- a Parigi) ed alla scomparsa del nome commerciale ID, permetteranno alla DS un exploit di vendite sensazionale, tale da permettere importanti investimenti come quelli fatti per GS e per la sua produzione su mercati iperprotettivi come quello spagnolo.
Quanto a FIAT, ci ha detto Vion che è stato proprio questo successo di vendite DS a salvare Citroën dalle grinfie di Torino. Se Citroën fosse crollata sotto il peso degli investimenti di Bercot, la presa in mano da parte dell'azienda piemontese sarebbe stata inevitabile (dice Vion che l'intervento del governo francese non avrebbe certo impedito la vendita sotto altre forme del capitale Citroën da parte di Michelin al Lingotto). Nel '70 e '71, le catene di Javel che producevano la DS lavoravano su tre turni di otto ore ciascuno, per sette giorni alla settimana!
Gerard Vion dice anche che la FIAT si comportò sempre e comunque con una grande signorilità nei confronti di Javel: negli anni in cui la proprietà era quasi per metà degli Agnelli, i funzionari di Torino non chiesero neppure una scrivania a Parigi: avevano nella gestione Citroën una fiducia totale.
Diverso il discorso sul cosa sarebbe succeso se avessero superato il fatidico 50%: Vion ha aperto un largo sorriso ed ha detto chiaramente che la fiattizzazione di Javel sarebbe stata semplicemente inevitabile: Torino voleva ridurre i costi, questo risultato si ottiene unendo le piattaforme.
Infine Vion (che dopo il '74 è rimasto in Citroën per altri vent'anni) ci ha rassicurati sul rispetto che anche Peugeot ha avuto per il double Chevron: i progetti in corso sono tutti andati avanti, nessun prototipo è stato cancellato per colpa della casa del leone, l'unica Citroën "abortita" risale al periodo Michelin (suppongo si riferisse alla F), era una vettura media, concepita a metà degli anni '60, un progetto sviluppato sul piano industriale a... Milano (!) dove esisteva un'officina specializzata nei lavori di precisione (stampi) con oltre duecento maestranze altamente specializzate che avevano anche realizzato le catene di montaggio pronte a partire, fermate quando già le parti stavano affluendo allo stabilimento. La causa? La somiglianza eccessiva con una vettura Renault appena presentata. Ne è nata una querelle sulla paternità dei brevetti (per altro Bertoniani), finita anni dopo in una bolla di sapone.