I criteri di omologazione della F.I.V.A.

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I criteri di omologazione della F.I.V.A.
« il: Maggio 21, 2008, 11:54:31 am »
La F.I.V.A. è l'organismo internazionale cui fanno capo la maggior parte dei Club e dei Registri storici a livello internazionale. E' l'ente di riferimento del Parlamento Europeo ed ha a disposizione (diciamolo) molti lobbisti nei posti che contano.

La F.I.V.A. ha stabilito una serie di criteri per la definizione (e l'omologazione) dei veicoli storici e -considerata la premessa- è molto conveniente per ogni associazione che voglia poter godere dei benefici di legge attuali e futuri, adeguarsi a questi criteri di classificazione.

Vediamoli assieme:

CODICE TECNICO INTERNAZIONALE FIVA

1. DEFINIZIONE E REGOLE GENERALI


L'obiettivo principale è preservare e mantenere in condizioni di marcia tutti i veicoli che rientrano nel periodo di classificazione FIVA.

1.1 Un veicolo storico conservato è un veicolo a propulsione meccanica, fabbricato più di 25 anni fa, conservato e manutenuto in condizioni storiche corrette e custodito da una persona o un organismo che lo conserva per un interesse tecnico e storico e non come trasporto quotidiano e per il quale la FIVA rilascerà su domanda una carta d'identità FIVA.

1.2 I veicoli dovranno, in linea di principio, essere conservati ed utilizzati come furono consegnati dal costruttore al pubblico, compresi tutti gli accessori e le opzioni offerte dal costruttore o vendute generalmente durante la vita normale del veicolo.

2.MODIFICHE

2.1 Tutte le altre modifiche, alterazioni o cambiamenti dovranno essere evitati. Se assolutamente necessario, dovranno essere effettuati nello spirito dell'epoca in cui il veicolo era normalmente utilizzato ed in maniera tale che il veicolo possa essere riconvertito alle sue condizioni originali col minimo sforzo e costo possibili.

2.2 Le modifiche, alterazioni ed altri cambiamenti devono, in linea di principio, limitarsi a quelli richiesti dalle autorità per assicurare la circolazione su strada del veicolo o dove sia impossibile trovare ricambi adeguati o rifabbricarli a costi ragionevoli.

2.3 Tutte le modifiche, alterazioni o cambiamenti dovranno essere documentati in modo che i futuri proprietari possano sapere in cosa il veicolo differisce dalla condizione d'origine.
Queste informazioni dovranno comparire a pagina 4 della carta d'identità FIVA.

3. CLASSIFICAZIONE TECNICA DEI VEICOLI

3.1 definizione dei veicoli

Tipo A: STANDARD. Veicolo con le caratteristiche di serie tale a come è stato fornito dal costruttore. Per i veicoli dei gruppi di conservazione da 2 a 4, le opzioni e le modifiche d'epoca d'abbellimento minore e gli accessori tipici disponibili sul mercato all'epoca sono accettabili.

Tipo B: MODIFICHE D'EPOCA. Veicolo di fabbricazione speciale o modificato all'epoca per uno scopo specifico. Tipico nel suo genere e dunque d'interesse storico proprio. Solo per i gruppi da 1 a 4, il fabbricante di tale veicolo è considerato come "costruttore".

Tipo X: ECCEZIONE. Veicoli che sono stati modificati a partire dal loro standard di produzione fuori dal periodo storico. Le modifiche non dovranno riguardare ne lo "chassis roulant" [NdT: telaio, gomme, motore, trasmissione, sterzo e simili] ne la piattaforma, dovranno essere conformi alle regole del paragrafo 2.1 e fare ricorso a pezzi del periodo appropriato o rifabbricati con le stesse specifiche (definizione, materiali e prestazioni).

Tipo C: RIPRODUZIONI. Veicoli costruiti dopo la loro epoca, con o senza pezzi originali, che imitano un modello dell'epoca. Tali veicoli dovranno essere identificati in maniera che sia chiaro che si tratta di una riproduzione. Il fabbricante di tali veicoli è considerato come un "costruttore" per quel che concerne le definizioni del gruppo di conservazione 4.
Teli veicoli non potranno essere datati diversamente dalla loro data di fabbricazione secondo i criteri di datazione FIVA.
Prima di concedere una carta d'identità FIVA per un veicolo di questo tipo, l'ANF responsabile dovrà riferirsi al Comitato Tecnico FIVA per la decisione finale.

3.2 GRUPPI DI CONSERVAZIONE DEI VEICOLI

Classe 1: AUTENTICO. Un veicolo tale e quale al prodotto d'origine, poco deteriorato, completamente originale, comprese le finiture interne ed esterne eccetto i pneumatici, le candele, la batteria e gli altri elementi di consumo.

Classe 2: ORIGINALE. Un veicolo utilizzato, mai restaurato, con una storia conosciuta, in condizioni originali, eventualmente deteriorato.
Le parti che si deteriorano normalmente per l'uso possono essere state sostituite con parti aventi le specifiche dell'epoca. La verniciatura, il trattamento delle superfici e la selleria possono essere state rifatte nel tempo.

Classe 3: RESTAURATO. Un veicolo con idenittà nota, totalmente o parzialmente smontato, rimesso a nuovo e rimontato. Con scarti minimi in rapporto alle specifiche d'origine del costruttore solo nel caso di indisponibilità di parti o materiali. Se disponibili, dovranno essere utilizzati dei ricambi originali, ma possono essere sostituiti da altri con le stesse caratteristiche. Le finiture interne ed esterne potranno essere recenti, ma conformi per quanto possibile alle specifiche d'origine.

Classe 4: RICOSTRUITO
Parti di uno o più veicoli del medesimo modello o del medesimo tipo, assemblati in un solo veicolo comunque conforme per quanto possibile alle specifiche del costruttore. Delle parti possono essere fabbricate nel corso della ricostruzione o fuori dal periodo storico del modello (come la carrozzeria, il blocco motore, la testata o altre parti comunque prive di identificatore d'identità [NdT: il numero di serie]). Le finiture interne ed esterne dovranno comunque essere conformi per quanto possibile alle specifiche dell'epoca.

4. CLASSIFICAZIONE DEI VEICOLI PER PERIODO

Per le manifestazioni FIVA, i veicoli sono tradizionalmente divisi nelle seguenti classi:

Classe A (Ancêtres) veicoli costruiti prima del 31 dicembre 1904
Classe B (Vétérans) veicoli costruiti tra il 1 gennaio 1905 ed il 31 dicembre 1918
Classe C (Vintage) veicoli costruiti tra il 1 gennaio 1919 ed il 31 dicembre 1930
Classe D (Post-Vintage) veicoli costruiti tra il 1 gennaio 1931 ed il 31 dicembre 1945
Classe E (Après-guerre) veicoli costruiti tra il 1 gennaio 1946 ed il 31 dicembre 1960
Classe F veicoli costruiti tra il 1 gennaio 1961 ed il 31 dicembre 1970
Classe G veicoli costruiti tra il 1 gennaio 1971 ed il limite d'età FIVA
come definito al paragrafo 1.2

Spero d'aver fatto un po' di chiarezza, chi volesse leggersi il regolamento completo in francese -sono 5 paginette soltanto- può scaricarselo dal sito FIVA a questo indirizzo: http://www.fiva.org/F/Downloads/Code%20Technique%20FIVA%20-%20Jan%202004.pdf

Per chi si fosse perso qualche puntata, ricordo che sia il RIASC che l'Amicale Citroën Internationale hanno fatto domanda d'affiliazione alla FIVA. Entrambe le domande sono state rifiutate: quella dell'Amicale non è stata accettata perché trattasi di organismo internazionale, quindi non federabile (la FIVA opera nei singoli Stati), quella del RIASC è stata rifiutata con una letterina del segretario belga della FIVA che ci ricordava come in Italia ci fosse già l'ASI (che è ovviamente federata FIVA) e che il vicepresidente della FIVA si chiama Roberto Loi...

Ciò non di meno, questi saranno i criteri da cui nessun governo europeo potrà prescindere nella stesura di disegni di legge per la preservazione delle vetture storiche, la Commissione Tecnica RIASC dovrà necessariamente adeguarsi. Se non lo farà i risultati saranno due: 1) il Costruttore [leggi Citroën] dovrà necessariamente riconoscere un'altra struttura per poter garantire agli appassionati della Marca la tutela opportuna (e questa non è una mia ipotesi), 2) le certificazioni RIASC avranno il valore della carta straccia.

In quest'ottica tutti i litigi gas-si-gas-no nome-si-nome-no e simili che in questi anni hanno diviso il RIASC ed i Club che lo compongono sono trastulli per bambini.
Le sfide che ci attendono richiedono un'unità del gruppo RIASC e dei Soci dei singoli Club al fine di costituire un referente certo e univoco per le istituzioni nazionali ed europee, nessuno ha detto che una DS confort con l'interno in pelle non è un veicolo storico, avrà semplicemente una diversa valutazione nel rispetto dei criteri di valutazione. Stesso vale per gli impianti a gas, per le radio mp3-dvd-cd-rds-abs-esp montate bucando plancia o longheroni, per la scritta "pallas" su una Dluxe e per tutti quegli orpelli che possono fare la felicità del proprietario.

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Re: I criteri di omologazione della F.I.V.A.
« Risposta #1 il: Maggio 21, 2008, 01:42:30 pm »
"In quest'ottica tutti i litigi gas-si-gas-no nome-si-nome-no e simili che in questi anni hanno diviso il RIASC ed i Club che lo compongono sono trastulli per bambini.
Le sfide che ci attendono richiedono un'unità del gruppo RIASC e dei Soci dei singoli Club al fine di costituire un referente certo e univoco per le istituzioni nazionali ed europee, nessuno ha detto che una DS confort con l'interno in pelle non è un veicolo storico, avrà semplicemente una diversa valutazione nel rispetto dei criteri di valutazione. Stesso vale per gli impianti a gas, per le radio mp3-dvd-cd-rds-abs-esp montate bucando plancia o longheroni, per la scritta "pallas" su una Dluxe e per tutti quegli orpelli che possono fare la felicità del proprietario."


 [:I] ehm.... non mi e' del tutto chiaro quest'ultimo pezzo: cioe', io che ho GPL, spinte elettr., interni in pelle non orig (anche se di colore credo uguale al tabac originale), vernice nera (perche ho cambiato carrozzeria) e qualche rele' in piu' qua' e la' per maggiore sicurezza dovro' rinunciare all'iscrizione ("In quest'ottica tutti i litigi gas-si-gas-no nome-si-nome-no e simili che in questi anni hanno diviso il RIASC ed i Club che lo compongono sono trastulli per bambini.") o avro' solo una certificazione "minore"?

e poi, non e' che dopo posso usarla solo ai raduni?

no perche se no mi iscrivevo direttamente all'ASI (anche se avrei dovuta metterla complet. originale)....  [V]

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Re: I criteri di omologazione della F.I.V.A.
« Risposta #2 il: Maggio 21, 2008, 02:11:34 pm »

 [:I] ehm.... non mi e' del tutto chiaro quest'ultimo pezzo: cioe', io che ho GPL, spinte elettr., interni in pelle non orig (anche se di colore credo uguale al tabac originale), vernice nera (perche ho cambiato carrozzeria) e qualche rele' in piu' qua' e la' per maggiore sicurezza dovro' rinunciare all'iscrizione ("In quest'ottica tutti i litigi gas-si-gas-no nome-si-nome-no e simili che in questi anni hanno diviso il RIASC ed i Club che lo compongono sono trastulli per bambini.") o avro' solo una certificazione "minore"?

e poi, non e' che dopo posso usarla solo ai raduni?

no perche se no mi iscrivevo direttamente all'ASI (anche se avrei dovuta metterla complet. originale)....  [V]

Ciao Hall,
se non ho capito male, l'iscrizione la puoi fare con qualsiasi mezzo che abbia più di 25 anni, l'unica cosa è che in base all'originalità, viene suddiviso in varie categorie.

Il problema comunque mi sembra che sia solo che il RIASC, pur rientrando nei parametri della FIVA, ne è esonerato  [B)]

   [:hello]
"Io restai lì a chiedermi se l'imbecille ero io che la vita la pigliavo tutta come un gioco, o se l'era lui che la pigliava tutta come una condanna ai lavori forzati, o se l'eravamo tutt'e due"....... (Amici miei)

http://www.tackfilm.se/?id=12599

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Offline Andrea

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Re: I criteri di omologazione della F.I.V.A.
« Risposta #3 il: Maggio 21, 2008, 02:35:10 pm »
Dove devo firmare ?

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Offline Andrea

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Re: I criteri di omologazione della F.I.V.A.
« Risposta #4 il: Maggio 21, 2008, 02:45:06 pm »
Comunque se consideriamo questi due punti:

1.2 I veicoli dovranno, in linea di principio, essere conservati ed utilizzati come furono consegnati dal costruttore al pubblico, compresi tutti gli accessori e le opzioni offerte dal costruttore o vendute generalmente durante la vita normale del veicolo.

2.MODIFICHE

2.1 Tutte le altre modifiche, alterazioni o cambiamenti dovranno essere evitati. Se assolutamente necessario, dovranno essere effettuati nello spirito dell'epoca in cui il veicolo era normalmente utilizzato ed in maniera tale che il veicolo possa essere riconvertito alle sue condizioni originali col minimo sforzo e costo possibili.

Si capisce come un faro antinebbia aftermarket d'epoca non crei particolari problemi di omologazione tanto più perché - eventualmente - facilmente asportabile.

NON E' UN REGOLAMENTO COSI' RIGIDO, MI SEMBRA SOPRATTUTTO IMPRONTATO AL BUON SENSO.
« Ultima modifica: Maggio 21, 2008, 02:46:37 pm da Andrea »

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Offline Martini

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Re: I criteri di omologazione della F.I.V.A.
« Risposta #5 il: Maggio 21, 2008, 02:47:25 pm »
Ovviamente non sto dicendo cosa il RIASC deve fare adesso, sto parlando del futuro: di quando la Commissione Tecnica (che ora manco esiste) sarà costituita ed inizierà la fase 2: quella che trasfoermerà su richiesta ed onere dei proprietari, gli attuali censimenti in omologazioni.

Attualmente il RIASC censisce (e quindi registra) tutti i veicoli Citroën nello stato in cui si trovano. Quando sarà operativa la Commissione verranno organizzate sedute di omologazione (come fa l'ASI, del resto) in giro per il Paese per i modelli specifici. Tipo: domenica XX ottembre a Mancolicani di Sotto si riunisce la commissione della Sez.D.
Gli interessati pagano una cifra Y (che poi è quella che copre i costi della commissione stessa, ovviamente non ci sarà lucro per il Registro) e fanno periziare l'auto.
Gli esperti che costituiranno la commissione dovranno poi rilasciare un documento (la carta d'identità del veicolo) dove certificano lo stato e lo classificano secondo i criteri sopra esposti.
Ovviamente tutti i veicoli sono certificabili e altrettanto ovviamente i giudizi saranno diversi.

Non parlerei di "migliore o peggiore", piuttosto direi "diversi": qualsiasi giudizio della Commissione non potrà prescindere dal fatto che l'auto deve rispondere prima di tutto al gusto del proprietario e non verranno certo stilate graduatorie.

Infine preciso che la comissione dovrebbe essere formata da esperti non legati al commercio e neppure ai singoli Club, salvo forse il Responsabile di Sezione di quello specifico modello e che tutte le commissioni di tutte le sezioni dovrebbero avere un unico "capo" (la butto la: Mario Maiocchi?) che dovrebbe garantire parità di criteri.

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Offline Martini

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Re: I criteri di omologazione della F.I.V.A.
« Risposta #6 il: Maggio 21, 2008, 02:48:28 pm »
Comunque se consideriamo questi due punti:

1.2 I veicoli dovranno, in linea di principio, essere conservati ed utilizzati come furono consegnati dal costruttore al pubblico, compresi tutti gli accessori e le opzioni offerte dal costruttore o vendute generalmente durante la vita normale del veicolo.

2.MODIFICHE

2.1 Tutte le altre modifiche, alterazioni o cambiamenti dovranno essere evitati. Se assolutamente necessario, dovranno essere effettuati nello spirito dell'epoca in cui il veicolo era normalmente utilizzato ed in maniera tale che il veicolo possa essere riconvertito alle sue condizioni originali col minimo sforzo e costo possibili.

Si capisce come un faro antinebbia aftermarket d'epoca non crei particolari problemi di omologazione tanto più perché - eventualmente - facilmente asportabile.

NON E' UN REGOLAMENTO COSI' RIGIDO, MI SEMBRA SOPRATTUTTO IMPRONTATO AL BUON SENSO.

E io che vado dicendo da giorni?

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Offline cristiano

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Re: I criteri di omologazione della F.I.V.A.
« Risposta #7 il: Maggio 21, 2008, 03:42:52 pm »
Però a mio parere finché il Riasc (con la costituenda commissione) non viene parificato per LEGGE NAZIONALE (codice della strada/futura Magnalbò-Salvi) agli ASI-Fiat-Lancia-Alfa-FMI e riconosciuto in sede europea dalla FIVA é inutile che stiamo a parlarne.
Pure apprezzando e ringraziando per quanto é stato fatto in ambito leggi regionali anti-inquinamento con il famoso "escamotage" di cui si é parlato.
Ovvero, già la faccenda scricchiola per un certificato Riasc che non si sa poi bene se così com'é garantisce il famoso censimento negli "appositi registri storici" valido per circolare senza infrangere la nascenti leggi regionali antiinquinamento (anche se il regolamento di attuazione di quegli articoli in Lombardia ancora non c'é, per fortuna...), figuriamoci se pago una commissione per valutare e censire il veicolo secondo i dettami Fiva testé illustrati e l'attestazione non ha alcun valore legale.
Che si vuole comunicare?
« Ultima modifica: Maggio 21, 2008, 03:46:25 pm da cristiano »
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Offline Martini

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Re: I criteri di omologazione della F.I.V.A.
« Risposta #8 il: Maggio 21, 2008, 04:36:28 pm »
Si vuole comunicare che ogni legge nazionale o internazionale non può più (e qualunque avvocato saprà spiegarvelo meglio di me) fare riferimento a quello a quell'altro ente: nella nuova legge quadro sulle auto storiche dovrà prendere questi o quei criteri, quello che volevo dire è che con tutta probabilità (diciamo certezza) i criteri europei saranno quelli della F.I.V.A., per almeno due validi motivi: 1) sono oggettivamente i migliori e più completi, 2) il peso che ha la F.I.V.A. a livello lobbistico è più grande di quello che potete immaginare.

Ciò significa che non serve (e come ho scritto non è possibile) federarsi F.I.V.A., basta (come stanno facendo tutti in Europa) sposarne i criteri.

Per quello che concerne il RIASC, stiamo utilizzando tutti i mezzi e tutte le "amicizie" lecite per avere informazioni di prima mano sui lavori parlamentari e quando questi ripartiranno, saremo li a far sentire la nostra voce.

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Offline cristiano

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Re: I criteri di omologazione della F.I.V.A.
« Risposta #9 il: Maggio 21, 2008, 04:51:06 pm »
Quindi se come Riasc aderisco ai dettami Fiva richiamati da una legge nazionale (che speriamo esca...) che non farà più esplicitamente riferimento a nomi di registri, ma a criteri, dovrei avere che il Riasc assume tutti i requisiti per essere parificato ad ASI e compagnia?
Quindi, anche la dicitura adottata nelle leggi regionali antinquinamento (veicoli censiti negli appositi registri) ricomprenderebbe inequivocabilmente anche il Riasc?
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Offline Martini

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Re: I criteri di omologazione della F.I.V.A.
« Risposta #10 il: Maggio 21, 2008, 04:54:27 pm »
Quindi se come Riasc aderisco ai dettami Fiva richiamati da una legge nazionale (che speriamo esca...) che non farà più esplicitamente riferimento a nomi di registri, ma a criteri, dovrei avere che il Riasc assume tutti i requisiti per essere parificato ad ASI e compagnia?
Quindi, anche la dicitura adottata nelle leggi regionali antinquinamento (veicoli censiti negli appositi registri) ricomprenderebbe inequivocabilmente anche il Riasc?

Eh si.
Se poi la legge nazionale dovesse (in barba ai criteri di democrazia) riconoscere solo enti specifici con tanto di nome e cognome, siamo pronti a farci inserire in lista con ottime motivazioni.

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Offline cristiano

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Re: I criteri di omologazione della F.I.V.A.
« Risposta #11 il: Maggio 21, 2008, 05:21:08 pm »
Letta così appare convincente.
A patto che 'sta legge esca (che brutto però alzare a venticinque...) e che il meccanismo della lobby non si ingigantisca e si "perfezioni" passando da un ambito nazionale che ben conosciamo ad uno europeo tutto da immaginare...
E anche che venga inequivocabilemente recepita (qui però se il diritto funziona...) da leggi e regolamenti regionali e locali.
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Offline mecca

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Re: I criteri di omologazione della F.I.V.A.
« Risposta #12 il: Maggio 22, 2008, 03:02:35 am »
 la questione,tanto,e' tutta da definire,ma io,e non mi vergogno affatto di metterlo in piazza,non navigo nell'oro,ma la ds la voglio prendere ogni volta che mi pare,e non solo la domenica per farmi vedere,perche'mi sta' anche sul c.... che tutti mi guardino.per girare tutti i giorni,ho una AX o una lancia Y,ma se devo fare un viaggio lungo,o stare fuori diverso tempo,posso muovermi solo in DS,e visto che la mia e' una 23, quando potro',montero' un impianto a gas,e se il riasc,non dovesse accettarmi,allora pazienza.obtorto collo,mi trasferiro' da chi me lo fara' fare.
claudio

Re: I criteri di omologazione della F.I.V.A.
« Risposta #13 il: Maggio 22, 2008, 06:17:14 am »
Bene,sono contento che ci sia qualcuno che le storiche ha voglia di godersele e di non fare le sfilatine domenicali, tipo "vestito bello in chiesa".
Qui non è questione di GPL o meno,sono filosofie diametralmente opposte che si scontrano,ove una vuole che ci adeguiamo tutti alla muffa e alle passerelle,mentre l'altra,in fondo,chiede solo di poter far circolare liberamente essendo riconosciuti come appassioanti storici,ciò che magari è anche costato sacrificio (e nemmeno io mi vergogno,come del resto ho detto più volte,di essere un semplice lavoratore dipendente che deve guardare i 100 euro) senza togliere nulla a chi invece è per i "KM 0".
Trovo e troverò sempre allucinante che degli appassionati premano per utilizzare meno e sempre meno gli oggetti della passione stessa  :(.

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Offline Gianluca

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Re: I criteri di omologazione della F.I.V.A.
« Risposta #14 il: Maggio 22, 2008, 09:17:14 am »
...Trovo e troverò sempre allucinante che degli appassionati premano per utilizzare meno e sempre meno gli oggetti della passione stessa  :(.

Ma chi sarebbe a premere fra gli appassionati ad usare meno ? E dove ? E quando ?
Le masturbazioni cerebrali le lascio a chi è maturo al punto giusto, le mie canzoni voglio raccontarle a chi sa masturbarsi per il gusto...