I criteri di omologazione della F.I.V.A.

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Offline Lanfranto

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Re: I criteri di omologazione della F.I.V.A.
« Risposta #15 il: Maggio 22, 2008, 09:49:46 am »
Ma chi sarebbe a premere fra gli appassionati ad usare meno ? E dove ? E quando ?

A me sembrerebbe chi ha redatto i criteri FIVA (vedi punto 1.1).
Anch'io non riesco a spiegarmi perchè uno che tiene l'auto in maniera impeccabile, rispettando tutte gli altri punti del regolamento, non possa usarla per il trasporto quotidiano...

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Offline Andrea

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Re: I criteri di omologazione della F.I.V.A.
« Risposta #16 il: Maggio 22, 2008, 10:01:46 am »
Non credo che per trasporto quotidiano intenda 20 gg. a maggio 30 gg. a giugno ... Credo si intenda tutti i giorni dell'anno in ogni condizione climatica, su ogni strada e per lavoro ...

Hai un Lancia Esatau e ci trasporti il cemento tutti i giorni dalla cava al cantiere è ovvio che difficilmente il caro vecchio Lancia potrà essere in impeccabili condizioni, non solo per la FIVA - e sarebbe il meno - ma anche per la preservazione del veicolo storico in sé.

Del resto anche per visitare il "Cenacolo" o il "Giudizio Universale" si passa attraverso dei contingentamenti, delle limitazioni ...

Comunque né questo forum, né il RIASC, vuole limitare la circolazione di alcun veicolo.

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Offline Samuds

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Re: I criteri di omologazione della F.I.V.A.
« Risposta #17 il: Maggio 22, 2008, 10:18:11 am »
Non lo so mi pare assurdo che mi debba limitare nell'uso dei miei veicoli storici (tra i quali anche delle motociclette) solo per evitare che diventino come dei soprammobili.
Io la DS la uso sempre o meglio sempre quando non piove e vorrei poter continuare a farlo, in questo spero anche che il metano mi dia una mano [:fiu]
Ovvia...
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Offline Andrea

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Re: I criteri di omologazione della F.I.V.A.
« Risposta #18 il: Maggio 22, 2008, 10:24:07 am »
Anche tu però ti poni dei limiti "sempre o meglio sempre quando non piove" già questo ti pone come possessore di auto storiche, diversamente da un utente "ordinario".

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Offline cristiano

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Re: I criteri di omologazione della F.I.V.A.
« Risposta #19 il: Maggio 22, 2008, 10:30:02 am »
"Comunque né questo forum, né il RIASC, vuole limitare la circolazione di alcun veicolo."

...però si nota un certo "avvicinamento" a taluni ambienti elitari che vedono l'automobilismo d'epoca più legato a fatto di costume per le domeniche (che ritengo di aver bene riassunto nel tipic parallelo sul sito Riasc) che a sana passione anche quotidiana (che però non crea indotto per gli organizzatori della "mille miglia" di turno con cronoscalata, albergo a 5 stelle, trofeo,ecc...).
Che poi l'uso quotidiano (quando poi é quotidiano...) come si definisce: andarci al lavoro una o due volte la settimana percorrendo 10 chilometri in tutto (a benzina, a gas, a petrolio agricolo ecc.)?
Per me proprio questo non va demonizzato, neanche sotto il profilo ambientale come "qualcuno" sta cercando di fare e per scopi ben lontani dal rispetto per l'ambiente...
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Offline Gianluca

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Re: I criteri di omologazione della F.I.V.A.
« Risposta #20 il: Maggio 22, 2008, 10:35:27 am »
A me sembrerebbe chi ha redatto i criteri FIVA (vedi punto 1.1).

Ecco. Magari nelle intenzioni di chi ha redatto i criteri FIVA si. Qui nel forum non mi pare di aver letto messaggi tesi alla limitazione di alcunché.

Le masturbazioni cerebrali le lascio a chi è maturo al punto giusto, le mie canzoni voglio raccontarle a chi sa masturbarsi per il gusto...

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Offline Gianluca

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Re: I criteri di omologazione della F.I.V.A.
« Risposta #21 il: Maggio 22, 2008, 10:49:22 am »
Cristiano io ti capisco però le condizioni attuali sono queste:

- aumento del parco veicoli storici con conseguente aumento di agevolazioni per bollo e assicurazione. aumento purtroppo dei furbetti che se ne  approfittano (nessuno qui dentro si senta additato per favore).

- giro di vite sull'inquinamento. Inutile, interessato, fazioso, tutto quello che volete però c'è e sarà sempre peggiore.

Signori qui chi ci governa non scherza affatfo! Se non ci diamo una mossa prima o poi ci ritroviamo davvero a tenere le automobili in salotto e basta. Di fronte al presagio di far rimanere storici solo veicoli "da museo", cosa deve fare un povero club di citroen ?

Adeguarsi a delle normative europee che gli consentirebbero di salvare le auto dei propri iscritti pagando qualche compromesso oppure fare una battaglia al grido : "Noi amiamo le citroen e vogliamo essere rispettati e vogliamo usarle come ci pare, quando ci pare, non pagare bollo e assicurazione perché siamo appassionati senza SE e senza MA" ?

Io non ho poteri direttivi nel club Ideesse né (tantomeno) nel registro RIASC dunque sono esattamente nella tua condizione: sto alla finestra e guardo. Però personalmente, pur preferendo (e grazie tanto) la seconda strada, ritengo che la prima strada porti a risultati ben migliori della seconda.

« Ultima modifica: Maggio 22, 2008, 11:02:34 am da Gianluca »
Le masturbazioni cerebrali le lascio a chi è maturo al punto giusto, le mie canzoni voglio raccontarle a chi sa masturbarsi per il gusto...

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Offline Samuds

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Re: I criteri di omologazione della F.I.V.A.
« Risposta #22 il: Maggio 22, 2008, 11:11:32 am »
Io credo che prima chi può, cioè il RIASC, debba fare la voce grossa per cercare di permetterci di usare le nostre auto come vogliamo poi se proprio non si arriva a nulla ma ci si scontra con un muro di gomma magari passare a più miti consigli cercando, in qualche modo, di mediare per arrivare ad una soluzione che possa andare bene allo Stato ma anche a noi. O no?
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FALANGE TOSCANA

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Offline Andrea

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Re: I criteri di omologazione della F.I.V.A.
« Risposta #23 il: Maggio 22, 2008, 11:21:25 am »
...però si nota un certo "avvicinamento" a taluni ambienti elitari che vedono l'automobilismo d'epoca più legato a fatto di costume per le domeniche (che ritengo di aver bene riassunto nel tipic parallelo sul sito Riasc) che a sana passione anche quotidiana (che però non crea indotto per gli organizzatori della "mille miglia" di turno con cronoscalata, albergo a 5 stelle, trofeo,ecc...).

Non mi pare che le nostre auto siano così elitarie a livello di costi di acquisto e di esercizio [forse di esercizio sì] e nemmeno che i nostri incontri siano all'insegna di cronoscolate, alberghi a 5 stelle, trofei, etc.

Noi diciamo, visto che il legislatore ci chiederà di elencare le auto storiche con annessa una certificazione - probabilmente sarà quella allegata da Martini o molto simile perché assai ragionevole - che le auto per dirsi storiche rispondano a determinati criteri.

Che abbiano per esempio un numero di telaio, spero che nessuno vorrà negarmi il piacere di annotare un numero di telaio. Senza numero di telaio non c'é un'auto, d'epoca o moderna che sia ... Per esempio ...

Il discorso sull'utilizzo è più simile credo all'esempio da me fatto sopra con il camion del '51 costretto a sobbarcarsi tonnelate di ghiaia ogni giorno piuttosto che al tizio che con la sua Fiat 1100 D famigliare trasporta i bonsai dalla sua serra al suo negozietto. Certo se quest'auto è relitto è probabile anche che non farà mai richiesta di certificazione.

Comunque a suo tempo il RIASC darà indicazioni in merito, chi vorrà aderire aderirà, chi non vorrà non aderirà.

Non soffermiamoci alla frase "(...) che lo conserva per un interesse tecnico e storico e non come trasporto quotidiano (...)" ma soffermiamoci sulla frase "(...) conservato e manutenuto in condizioni storiche corrette (...)".

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Offline cristiano

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Re: I criteri di omologazione della F.I.V.A.
« Risposta #24 il: Maggio 22, 2008, 11:58:26 am »
Cristiano io ti capisco però le condizioni attuali sono queste:
- aumento del parco veicoli storici con conseguente aumento di agevolazioni per bollo e assicurazione. aumento purtroppo dei furbetti che se ne  approfittano (nessuno qui dentro si senta additato per favore).
- giro di vite sull'inquinamento. Inutile, interessato, fazioso, tutto quello che volete però c'è e sarà sempre peggiore.

Eh si, questo bisogna ammetterlo facendosene una ragione, il grande fratello (amministrativo e anche assicurativo) sta sicuramente misurando i numeri finali, fregandosene delle nostre fregnacce gas si/gas no (e inserirà anche limitazioni all'uso delle auto a gas non catalizzate, credetemi, fregandosene delle considerazioni ambientali vere, come si dice sopra)...
Però secondo me c'é anche un'altra leva che si potrebbe sfruttare, come ho già accennato in altro topic, ovvero le potenzialità della casa madre nel dialogare con le istituzioni: é indubbio che per molti costruttori non emergenti sia di interesse anche commerciale curare e salvaguardare il proprio patrimonio storico (che gli emergenti non hanno), per la maggior parte affidato agli appassionati...sia quelli che corrono la mille miglia...sia quelli che prediligono altre forme di collezionismo meno gridato, ma a mio parere non meno convenienti. Ebbene, mi sembra giunto il momento (per le case sopracitate) di impegnarsi concretamente su questo fronte secondo il detto "do ut des".

Non mi pare che le nostre auto siano così elitarie a livello di costi di acquisto e di esercizio [forse di esercizio sì] e nemmeno che i nostri incontri siano all'insegna di cronoscolate, alberghi a 5 stelle, trofei, etc.
Se sono ancora capace di scrivere e tu di leggere...il riferimento non é all'attività di Riasc e clubs collegati (al cui operato vanno sempre i miei complimenti)...ma a certaltri modelli di collezionismo elitario ( più di costume, che di sana passione fatta di mediocre quotidiano) che mi sembra la maggior parte della platea non desideri emulare.
Che poi sia prevedibile e necessaria (per i motivi ben chiariti da Marini) una sistematicizzazione dei criteri di censimento  secondo la dicitura "conservato e manutenuto in condizioni storiche corrette", su questo posso esser d'accordo.
Però sempre nel solco di un collezionismo "fatto di modesto quotidiano non gridato", ovvero nei termini che la platea sembra voler prediligere, se possibile...

« Ultima modifica: Maggio 22, 2008, 12:05:15 pm da cristiano »
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Offline hal9000

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Re: I criteri di omologazione della F.I.V.A.
« Risposta #25 il: Maggio 22, 2008, 03:13:37 pm »
Credo si intenda tutti i giorni dell'anno in ogni condizione climatica, su ogni strada e per lavoro ...

 [:cont]  ATENZIUN!!!!

tengo a precisare una cosa (e magari sto spiegando... "l'acqua calda"), che vale almeno per certi contratti di assicurazione d'epoca... e magari dovrebbe valere in assoluto, ossia anche per altri enti

l'"uso quotidiano" e' diverso dall' "uso per lavoro": ossia, io posso usarla tutti igiorni, ma non per lavoro....

questo significa che posso usarla come mezzo per RECARMI sul posto di lavoro ma, se devo ad esempio trasportare materiali o andare in visita ad un cliente per lavoro o peggio SONO RAPPRESENTANTE non posso usarla xche l'assicurazione non copre...  [B)]

questo quanto spiegatomi dagli assicuratori... magari vale anche per la FIVA o si spera che sia cosi'

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Offline Andrea

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Re: I criteri di omologazione della F.I.V.A.
« Risposta #26 il: Maggio 22, 2008, 03:27:29 pm »
E' probabile, vedi l'esempio da me fatto sul camion carico di ghiaia ...

Re: I criteri di omologazione della F.I.V.A.
« Risposta #27 il: Maggio 22, 2008, 04:00:59 pm »
Io vado al lavoro alle 22.15,percorro 9 KM di rettilineo ritorno a casa alle 7.00 del mattino rifacendo il medesimo tratto. Anche usassi quotidianamente la mia storica commetterei qualche crimine ?
No perchè,Andrea,sul RIASC hai preso spunto da questo vincolo,unito al "corretto mantenimento storico",per affermare che di conseguenza il GPL probabilmente non sarebbe stato accettato.
Scusa Cristiano,ma le "fregnacce" GPL si/no per me non sono affatto fregnacce e preferisco chiarire subito le questioni prima che mi cadano in testa.

Per quanto riguarda la fissa dell'uso col contagocce,ho letto svariate volte arditi sostentori di questa logica in entrambi i forum. Se vuoi,Gianluca,quando mi avanza un pò di tempo ripesco i topic relativi.
Non mi sembra nemmeno una buona strategia dire "meglio prenderlo a 45° che a 90° " (e scusate il francesismo) quando un club, o tanto più federazione di essi come il RIASC,ha il diritto e soprattutto il DOVERE di tutelare AL MASSIMO TUTTO (e non fatemi specificare rottami esclusi,per favore) il patrimonio automobilistico di TUTTI I SOCI. 
Una volta si chiamavano "battaglie di retroguardia" e la storia insegna che volando basso si arriva ancora più in basso,senza per questo,sia ben chiaro,invocare barricate o sanguinose guerriglie (è una metafora).
 

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Offline Andrea

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Re: I criteri di omologazione della F.I.V.A.
« Risposta #28 il: Maggio 22, 2008, 04:04:59 pm »
Io vado al lavoro alle 22.15,percorro 9 KM di rettilineo ritorno a casa alle 7.00 del mattino rifacendo il medesimo tratto. Anche usassi quotidianamente la mia storica commetterei qualche crimine ?

Secondo me nessun problema per chi vuole/può farlo ...
« Ultima modifica: Maggio 22, 2008, 04:08:13 pm da Andrea »

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Offline cristiano

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Re: I criteri di omologazione della F.I.V.A.
« Risposta #29 il: Maggio 22, 2008, 04:31:01 pm »
Roby...intendo fregnacce non per chi vive di modesto quotidiano come noi, ma per "chi" ci guarda molto da sopra e studia il fenomeno come economico/commerciale/politico/sociologico e via discorrendo.
Per dire che la questione va ben oltre il gas si/gas no, come giustamente premesso in apertura di topic.
Se questi poi decideranno (in nome dell'inquinamento...già qualche voce c'é) che le non catalizzate, anche se a gas subiranno pure loro forti limitazioni alla circolazione, Riasc o altro nn ci sarà molto da fare e il problema non sarà se l'auto a gas può essere censita negli "appositi registri".
Sembra di capire che, secondo i famosi elitari che si sono citati (ripeto, non il Riasc e clubs collegati, almeno per come sono ora), le auto storiche (a benzina, a gas, a carbonella, a legna) dovranno, oltre che essere censite negli appositi registri, poter circolare solo nelle feste comandate=in occasione di raduni autorizzati...possibilmente con prenotazione pranzo, cena di gala, albergo a cinque stelle, cronoscalata, coppa, medaglia, cappello...e solo se puoi fregiarti di un titolo nobiliare...
« Ultima modifica: Maggio 22, 2008, 04:51:35 pm da cristiano »
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