I criteri di omologazione della F.I.V.A.

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Offline Andrea

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Re: I criteri di omologazione della F.I.V.A.
« Risposta #45 il: Maggio 25, 2008, 11:08:29 am »
1-Io circolo con auto scassate perchè non ho i soldi per restaurarle nel giro di 2 mesi come altri possono fare...al tempo stesso, voglio godermi la DS o la CX per quelle che sono. Le auto MIGLIORI MAI COSTRUITE (più la DS che la CX, ovviamente)...le normative FIVA vorrebbero che io usassi meno la DS della C2 di mia madre? E perchè?

Giacomino leggiamo assieme l'art. 1:

1.1 Un veicolo storico conservato è un veicolo a propulsione meccanica, fabbricato più di 25 anni fa, conservato e manutenuto in condizioni storiche corrette e custodito da una persona o un organismo che lo conserva per un interesse tecnico e storico e non come trasporto quotidiano e per il quale la FIVA rilascerà su domanda una carta d'identità FIVA.

Benissimo allora diciamo che è nell'ordine naturale delle cose che tutte le vetture costruite tra il 1885 e 1955 non circolino - salvo rarissime eccezioni - tutti i giorni. Indipendentemente che qualcuno lo affermi o meno. Diciamo che per le loro caratteristiche tecniche e meccaniche, il traffico odierno è più "tollerante" nei confronti delle auto costruite a partire dagli anni '60.

Ora, questo articolo mi pare che confermi quanto già avvenga nella realtà. Siccome dubito che la FIVA potrà mettere un proprio incaricato nei nostri garage a vigilare sulla percorrenza delle nostre auto, mi pare di dire che l'articolo in oggetto sentenzi quanto già si verifichi. Quindi non è affatto un problema che tu o Fede o Robyazz possiate usare la Dea tutti i giorni ...

Anzi, meglio per voi.
« Ultima modifica: Maggio 25, 2008, 11:15:36 am da Andrea »

Re: I criteri di omologazione della F.I.V.A.
« Risposta #46 il: Maggio 25, 2008, 01:50:48 pm »
1.1 Un veicolo storico conservato è un veicolo a propulsione meccanica, fabbricato più di 25 anni fa, conservato e manutenuto in condizioni storiche corrette e custodito da una persona o un organismo che lo conserva per un interesse tecnico e storico oltrechè per trasporto personale e per il quale la FIVA rilascerà su domanda una carta d'identità FIVA.

Ecco,scritto così non avrei avuto nulla da obiettare e non mi sarei mai preoccupato,la versione originale invece è assolutamente foriera di limitazioni e menate assortite,incaricati nei garage o meno. Siccome in questo paese rimanere fregati è un "amen",meglio pararsi il cosiddetto  [;)]

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Offline Martini

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Re: I criteri di omologazione della F.I.V.A.
« Risposta #47 il: Maggio 25, 2008, 04:28:47 pm »
Bene,bravo,bis !! Ecco che cominciano le rivendicazioni di anzianità del tipo "tu non sai chi sono io" o " ma dov'eri tu quando...".
Io so solo che per ora quando vado ai raduni Citroen non ci trovo,per fortuna,solo auto da 100.000 euro in su ed è questo,se non lo avevi capito,che mi agghiaccia. Se poi qualcuno vuole farsi la foto in uniforme non è certo questo che mi da fastidio,ci mancherebbe !
Tranquillo che se invece le cose dovessero evolversi malamente, tessere e certificati (che ho comunque consciamente,regolarmente,orgogliosamente e felicemente pagato) verrano stracciati quando deciderò che sarà opportuno farlo e non quando me lo dirai tu e soprattutto senza che ti debba chiedere il permesso. 
Vedo inoltre che i toni cominciano ad alzarsi un pochettino,spiacente se non tutti vi seguono come agnellini ma se fai attività pubblica sono fastidi da mettere in conto.

Sul forum RIASC hai inotre specificato che le norme FIVA non discrimineranno alcun veicolo,nemmeno quello meno conforme all'originalità. Qui parli di commissioni serie e "spietate" e i conti non mi tornano.
Quindi ti richiedo anche inquesta sede di spiegare a noi (a me) poveri corti di mente che cavolo di funzione abbiano a questo punto lenorme FIVA,perchè sinceramente mi sfugge.
Nel frattempo,magari,fatti una camomilla perchè nessuno ti sta insultando come invece hai cominciato a fare tu.   

Ma perché ti scaldi tanto? Il fatto che per te il RIASC sia una cosa relativamente nuova è un dato cronologico piuttosto pacifico, mica un offesa o una rivendicazione (de che poi?).
E' solo che l'aggettivo "agghiacciante" mi sembra adatto a ben altro genere d'immagine che non a quelle di quattro pirla che vanno in giro colle loro macchinette e che poi si scambiano coppe, coppette e trofei. Non ci vedo proprio nulla di "agghiacciante" in tutto questo e l'unico riferimento che trovo è quello relativo al valore delle auto fotografate, cosa di cui -con tutto il rispetto- me ne infischio un bel po'.
La sensazione che ho ricavato dalla lettura di quel che hai scritto è che tu (probabilmente in buona fede) ed altri (sicuramente in malafede) abbiate frainteso completamente il senso del discorso e che non abbiate letto con l'opportuna attenzione ciò che ho scritto addirittura in maiuscolo (che -ripetere giova- su un forum significa urlare).

Allora soddisfo l'ultima tua richiesta e spiego cosa intendo dire con commissione e criteri. Ti prego solo di non leggere tutto quello che scrivo come se in realtà intendessi dire cose diverse da quelle che leggi, non è così ed i preconcetti non aiutano a capirsi.

E' del tutto probabile che in un futuro nemmeno troppo lontano verranno approvate delle normative comunitarie precise che regoleranno la circolazione dei veicoli "inquinanti" (non statemi a dire che le nostre auto non inquinano, ho una mia opinione al riguardo ma ne la mia ne la vostra interessa granché a chi sta redigendo queste normative, mettiamocelo in testa pliz).
E' altrettanto leggittimo attendersi che queste normative conterranno delle deroghe e delle esenzioni per i veicoli d'interesse storico e che la definizione del termine "veicolo d'interesse storico" verrà mutuata (o almeno ispirata) da qualche regolamento esistente.

In Europa esistono varie lobby che operano all'interno del Parlamento di Bruxelles, il fenomeno è perfettamente noto e verrà persino regolamentato da un disegno di legge attualmente in approvazione.
Cosa sono le lobby? Sono gruppi di potere normalmente legati a grandi interessi economici e/o a personaggi molto potenti. In sostanza ci sono dei signori (i "lobbisti" appunto) che sono retribuiti regolarmente da questi gruppi di potere per influenzare leggi e normative tramite la loro opinione, spesso si tratta di consulenti regolarmente accreditati dal Parlamento e dalle sue Commissioni interne.
La F.I.V.A. è un'organizzazione potentissima che per altro opera fuori dal campo d'interesse dei gruppi automobilistici (fidatevi, come potete immaginare ho info di prima mano al riguardo) e per quanto ne so cerca di tutelare REALMENTE i propri iscritti e l'automobile storica in genere.
Per farlo ha scelto una linea di principio chiara che si ispira al buon senso e dice quindi che è meglio conservare un veicolo anziché consumarlo come un fiammifero. Anche qui, per favore, non discutiamo su cose che non ci riguardano: questo è quello che ha deciso la F.I.V.A., nessuno di noi (me compreso) è socio di quell'ente e discutere di certe scelte è come criticare tizio per il colore di casa sua: non ha senso.
La linea di principio della F.I.V.A. del resto rispecchia fedelmente gli scopi statutari di tutti i Club RIASC, ad esempio lo statuto IDéeSse (che risale al 1990) dice chiaramente: "curare l'immagine, la classificazione, la conservazione ed il restauro delle vetture". L'idea è la stessa.
Io non ho mai detto che il RIASC dovrà sposare i principi costitutivi della FIVA ma che saremo costretti (come tutti) a fare i conti con i suoi criteri di classificazione quando questi saranno incorporati in una legge comunitaria. Mi pare parecchio diverso. Poi ho anche detto che la penso come la FIVA riguardo al modo migliore di conservare un veicolo, ma questa è una mia personalissima opinione.

Quindi cosa succederà? Succederà che nel momento in cui dovesse entrare in vigore una normativa che richieda un "bollino" in più sui nostri mezzi, il Registro sarà in grado di CERTIFICARE lo stato di conservazione/restauro dei mezzi stessi e che (questo si) lo farà con la massima serietà e precisione.

Ora attenzione, perché il malinteso è tutto qui: la commissione non dirà "tu circoli" e "tu no", semplicemente dirà "questa è un'auto originale/conservata/restaurata/paciugata/devastata" sulla base dei criteri della legge che verrà (e se vi dico che saranno quelli FIVA è perché lo so già) ma il giudizio non sarà ne un pubblico editto ne un calcio nel culo al proprietario. Il RIASC per come conosco le persone che compongono si limiterà a stampare un CERTIFICATO a norma delle future leggi e lo farà per TUTTE le auto sottoposte alla Commissione. A quello mi pare logico e corretto allegare una nota per il proprietario che contenga tutti quei consigli atti ad elevare la qualità del restauro del proprio veicolo per conseguire un punteggio migliore.
Aggiungo anche che al momento non si parla di poter circolare solo con certi punteggi, ma di rendere la "carta d'identità" obbligatoria per tutti i veicoli omologabili.

Quindi tutto tranquillo. No. Non tutto.
E' molto probabile che si verifichi una delle peggiori paure di Francesco Giovannelli: esiste una "zona d'ombra" dove si trovano tutte quelle eurozero che non hanno ancora raggiunto il venticinquesimo anno d'età e quindi non sono storiche secondo i criteri FIVA. Per quelle saranno cavoli amari ed è possibile che ne verrà limitato l'uso sino al venticinquesimo compleanno.
Per quelle non vedo soluzioni diverse dal gas (sia metano, gpl o "biogas" di mucca), ma questa è veramente un'altra storia.

Ringraziandovi per aver letto tutte queste pagine, resto disponibile a darvi ogni altro chiarimento che venga richiesto civilmente e senza giocare sui doppi sensi.

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Offline Martini

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Re: I criteri di omologazione della F.I.V.A.
« Risposta #48 il: Maggio 25, 2008, 05:48:00 pm »
Per quelli che chiedono "nero su bianco" delle garanzie sulla F.I.V.A., ho questo piccolo cadeau: un buffo documento emesso dagli snob della Federazione riguardo ai temi che tanto ci interessano, diretto proprio al Parlmanento Europeo e utilizzato anche dal sottoscritto nelle trattative con la Regione Lombardia. A voi le conclusioni.

Già che sono in ufficio di domenica a far niente, vi omaggio di una sommaria traduzione.

I risultati del progetto di ricerca economica e culturale della FIVA sono stati presentati ai Politici ed alla stampa il 4 ottobre all'Hotel de Ville di Bruxelles

La ricerca, iniziata nel giugno 2005, ha riguardato undici Paesi: Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Francia, Germania, Ungheria, Irlanda, Italia, Olanda, Svezia e Regno Unito.
Lo scopo del progetto era ottenere dati oggettivi per promuover il movimento dei veicoli storici e come sussidio nella discussione con Politici e Legislatori nella protezione della nostra eredità mobile.

I dati raccolti tramite i questionari compilati dai Club, singoli membri e dai comemricanti sono stati analizzati ed estrapolati per comprendere tutti i 23 Paesi rappresentati nella FIVA allo scopo di produrre un report realmente pan-europeo.

Il Presidente della FIVA, Michel de Thomasson, ha cominciato così il più significativo ed importante sforzo mai intrapreso dalla Federazione.

Il risultato mostra che il movimento dei veicoli storici porta circa 16 miliardi di euro alla Comunità Europea, con un'esportazione di più di 3 miliardi di euro.

Oltre 55.000 persone, la maggior parte a tempo pieno, sono impiegate nel business legato al movimento. Questi lavoratori operano in aziende stabili che, nella maggior parte dei casi, esistono da oltre dieci anni.

Il mito che i veicoli storici sono un passatempo per ricchi è sfatato. I risultati indicano che quasi un terzo dei proprietari ha guadagni annui inferiori ai 30.000 euro e che i loro veicoli valgono nella maggior parte dei casi meno di 15.000 euro. [NdT: è il costo di una Panda accessoriata].

Riguardo all'ambiente, dalle ricerche è emerso che i veicoli storici rappresentano meno dell'1% del totale dei veicoli. La maggior parte viaggia per meno di 1.500 chilometri all'anno e confrontati con la loro controparte moderna, percorrono meno dello 0.1% del chilometraggio totale di tutti i veicoli.

Direttore del Progetto: Geoff Smith 6. Derwent Close Leamington Spa CV32 6PA England Tel: +44 1926 424386; Email: gasdot@aol.com

Segretario Generale della FIVA: Richard Sanders Duckets House Steeple Aston Oxfordshire OX25 4SQ Tel: +44 1869 340 077 Email: fivasecgen@aol.com



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Offline roby3

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Re: I criteri di omologazione della F.I.V.A.
« Risposta #49 il: Maggio 25, 2008, 05:56:33 pm »
una tempesta in un bicchier d'acqua quindi...siamo pochi, viaggiamo pochissimo in media, a prescindere da chi fà 50.000 km e chi 1.000, siamo l'ultimo dei problemi per la salute del pianeta ... :) :)
speriamo nel buon senso dei legiferatori, europei e non....
ROBERTO

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Offline Martini

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Re: I criteri di omologazione della F.I.V.A.
« Risposta #50 il: Maggio 25, 2008, 06:04:26 pm »



Ciao gianluca, mi spiace (ma non mi cruccio più di tanto) vedere che di fronte alla palese evidenza (nel mio intervento di ieri, alle ore 12:27, ho riportato PAPALE PAPALE le frasi e ed i FATTI scritti da VOI con tanto di date e luogo dove sono state scritte, niente di inventato, e l'hanno letto tutti, anzi il buon Martini ha anche riconfermato dopo che al riasc piacerebbe affiliarsi alla FIVA) invece di discutere da persone adulte tu, che poi oltretutto sei anche moderatore, vada ad attaccare gli altri utenti che hanno semplicemente una visione diversa dalla tua additandoli come spargitori di merda e altre zozzerie del genere. Guarda, per me potrebbbe essere merda tutto quello che sostenete voi ma ho la decenza, nel dubbio, di non andare a dirvelo come argomentazione della mia idea, ma provo ad argomentare il mio pensiero partendo da documenti e fatti ripresi TESTUALMENTE dai vostri interventi,vabbè, io son felice e sereno, ma tanto anche!

No Federico, non hai riportato TESTUALMENTE o PAPALE PAPALE proprio nulla, ti sei divertito ad invertire il senso delle mie parole (e te l'ho scritto).
L'arte d'avere ragione (o girar le frittate, come preferisci) è una roba che non riusciva neppure a Schopenhauer che -perdonami- forse aveva qualche numero in più, leggo invece un buffo modo d'applicare la teoria del "pessimismo cosmico" ma solo sugli altri. Anche qui senza grandi successi.

Ti ho già detto più volte che il RIASC è un'ente parecchio democratico: è amministrato dai Presidenti che sono a loro volta eletti dai Soci dei Club e che rispondo alle Assemblee Sociali delle singole comunità.
Vuoi dire la tua contro il RIASC o il suo operato? Usa gli strumenti della democrazia: iscriviti e vai alla prima Assemblea Sociale. La tua voce varrà esattamente quanto quella di tutti gli altri iscritti, anche di più se riesci a farti eleggere Presidente di qualche Club.

Re: I criteri di omologazione della F.I.V.A.
« Risposta #51 il: Maggio 25, 2008, 08:01:56 pm »
Ma perché ti scaldi tanto? Il fatto che per te il RIASC sia una cosa relativamente nuova è un dato cronologico piuttosto pacifico, mica un offesa o una rivendicazione (de che poi?).

Ora attenzione, perché il malinteso è tutto qui: la commissione non dirà "tu circoli" e "tu no", semplicemente dirà "questa è un'auto originale/conservata/restaurata/paciugata/devastata" sulla base dei criteri della legge che verrà (e se vi dico che saranno quelli FIVA è perché lo so già) ma il giudizio non sarà ne un pubblico editto ne un calcio nel culo al proprietario. Il RIASC per come conosco le persone che compongono si limiterà a stampare un CERTIFICATO a norma delle future leggi e lo farà per TUTTE le auto sottoposte alla Commissione. A quello mi pare logico e corretto allegare una nota per il proprietario che contenga tutti quei consigli atti ad elevare la qualità del restauro del proprio veicolo per conseguire un punteggio migliore.
Aggiungo anche che al momento non si parla di poter circolare solo con certi punteggi, ma di rendere la "carta d'identità" obbligatoria per tutti i veicoli omologabili.

Quindi tutto tranquillo. No. Non tutto.
E' molto probabile che si verifichi una delle peggiori paure di Francesco Giovannelli: esiste una "zona d'ombra" dove si trovano tutte quelle eurozero che non hanno ancora raggiunto il venticinquesimo anno d'età e quindi non sono storiche secondo i criteri FIVA. Per quelle saranno cavoli amari ed è possibile che ne verrà limitato l'uso sino al venticinquesimo compleanno.

Mi scaldo perchè tu ti scaldi,semplice. Se mi mandi a quel paese invitandomi a stracciare tessere e certificati perchè avete fatto una foto vestiti di rosso,ne ho tutti i motivi.
Sono iscritto al RIASC da 4 anni (forse non lo sai),se ti sembrano pochi per poter esprimere un giudizio o un'opinione,elevatevi su un piedistallo e promulgate la vostra superiore capacità di decisione dall'alto della vostra inarrivabile esperienza. Polemica chiusa.

Ho letto MOLTO ATTENTAMENTE ciò che hai scritto a proposito dei certificati e continuo a non capire che senso abbia dare punteggi se non devono servire a un a mazza di niente. Dov'è la differenza con l'attuale certificato ? Che ci sono persone stipendiate (da chi,per cosa?) per emettere giudizi che dal punto di vista legale valgono zero ?
No,Maurizio,scusa ma non mi ci trovo,non riesco a fidarmi ma non tanto di te,ma di tutto il meccanismo.
Spero ovviamente di sbagliarmi ma finchè non vedo nero su bianco a livello legale (e le tue spiegazioni purtroppo non lo sono) io resto in campana e continuerò a rompere i cosiddetti.
Pessimo,poi,il imite dei 25. Si rischiano di perdere decine di vetture pluriventennali (proprio nel senso di rottmazione) come se già fra blocchi e incentivi non ci fossero abbastanza pressioni in questo senso.
Non sono tranquillo,per nulla.
« Ultima modifica: Maggio 25, 2008, 08:03:33 pm da Robyazz »

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Re: I criteri di omologazione della F.I.V.A.
« Risposta #52 il: Maggio 25, 2008, 08:18:42 pm »
Vedi, l'attuale pezzo di carta che il RIASC rilascia altro non è che una trascrizione in bella delle dichiarazioni del proprietario.
Io potrei inventarmi possessore di una DS Cabriolet, prendere due foto da internet, fare un po' di photoshop ed ottenere -per venti euro- un certificato (attestato) dal RIASC con cui assicurare un'auto inesistente. Se questo preoccupa me, puoi immaginare quanto stia preoccupando le compagnie assicurative...

Quindi il punto è distinguere le caccavelle dalle auto storiche in mano ad appassionati che tengono al meglio (anche con punti di vista diversi) il proprio veicolo.
Se hai letto il testo che mi sono premurato di tradurre, avrai forse notato come gli intenti della FIVA sono diversi da quelli del gruppo di commendatori azzimati cui avete gridato tu, federico e gray, forse giudicando in modo perlomeno affrettato un ente di cui sapete pochino, probabilmente se rileggi anche i criteri che ho pubblicato in cima a questo topic, capirai che le cose non sono così nere come ti sembrano. E -permettimi d'aggiungerlo- prima di sparare a zero su chi ha un concetto di conservazione e preservazione diverso dal tuo, è meglio contare almeno fino a dieci.

Tornando alla tua domanda, il certificato emesso da una commissione seria e competente ha diverse ragioni d'esistere: anzitutto testimonia il tuo interesse verso il veicolo e la sua storia, fa capire che sei iscritto ad un Club che a sua volta fa parte di una federazione e che hai quell'auto non per risparmiare sull'assicurazione o sul bollo, ma perché ti piace e intendi preservarla (altrimenti perché lo Stato dovrebbe esentarti dalla tassa di possesso e le assicurazioni farti pagare di meno???). Significa anche che la tua auto è al punto X in una scala di originalità e conservazione ed in caso di sinistro la compagnia sa cosa valeva la tua auto all'atto della certificazione. Infine è uno sprone al miglioramento del tuo veicolo nel senso che potrai in futuro sottoporre nuovamente la tua auto alla commissione per valutare lavori eventualmente fatti e conseguire un punteggio migliore.

Quanto al valore legale, è tutta li la differenza: un certificato RIASC, oggi come oggi non ne ha (dice solo che la tua auto è stata "censita" all'albo del RIASC), un certificato emesso da una commissione su criteti ritenuti validi a livello mondiale è un'altra cosa. Tutta un'altra cosa.

Infine devo rinnovarti l'invito a leggere: io ho detto che istituire la commissione ed adottare i criteri FIVA per la classificazione delle vetture è un percorso da intraprendere se effettivamente le normative europee lo richiederanno, altrimenti tu Socio RIASC potrai tenerti i tuoi attuali attestati e lasciare che gli altri (quelli che voglio farlo) a loro spese sottopongano l'auto alla commissione.
Non mi pare che questo debba preoccuparti. O sbaglio?

Re: I criteri di omologazione della F.I.V.A.
« Risposta #53 il: Maggio 25, 2008, 11:23:31 pm »
Vedi, l'attuale pezzo di carta che il RIASC rilascia altro non è che una trascrizione in bella delle dichiarazioni del proprietario.
Io potrei inventarmi possessore di una DS Cabriolet, prendere due foto da internet, fare un po' di photoshop ed ottenere -per venti euro- un certificato (attestato) dal RIASC con cui assicurare un'auto inesistente. Se questo preoccupa me, puoi immaginare quanto stia preoccupando le compagnie assicurative...

Dai Maurizio,stavolta l'hai detta davvero grossa grossa: col numero di telaio si può subito andare a scovare chi dichiara minchiate e fino a prova contraria per l'iscrizione RIASC è richiesta fotocopia del libretto di circolazione col nome del propietario ben visibile.
Ora capisco che questa cavolo di certificazione su criteri FIVA sia un passo in più,però non mi sembra nemmeno logico che tu stesso,mente suprema del RIASC,vada screditando quello che a tutt'oggi è un documento di censimento che assegna comunque una nota ufficiale di serietà alle nostre storiche,riconosciuto da varie assicurazioni e perfino utile in caso di sinistro (casi già verificatisi). 
Per quanto riguarda il modo differente di intendere il collezionismo,spiacente ma a me certe logiche non sono mai piaciute e mai mi piaceranno,permettimi di sperare di non essere mai costretto ad averci nulla a che fare,poi ognuno si scelga i raduni che vuole.   
Magari prima o poi riusciremo a parlarne di persona in modo più efficace ed evitando fraintendimenti dovuti al linguaggio limitato della tastiera,però non dirmi che devo leggere...lo so fare piuttosto benino.

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Re: I criteri di omologazione della F.I.V.A.
« Risposta #54 il: Maggio 26, 2008, 11:36:44 am »
Dai Maurizio,stavolta l'hai detta davvero grossa grossa: col numero di telaio si può subito andare a scovare chi dichiara minchiate e fino a prova contraria per l'iscrizione RIASC è richiesta fotocopia del libretto di circolazione col nome del propietario ben visibile.
Ora capisco che questa cavolo di certificazione su criteri FIVA sia un passo in più,però non mi sembra nemmeno logico che tu stesso,mente suprema del RIASC,vada screditando quello che a tutt'oggi è un documento di censimento che assegna comunque una nota ufficiale di serietà alle nostre storiche,riconosciuto da varie assicurazioni e perfino utile in caso di sinistro (casi già verificatisi). 
Per quanto riguarda il modo differente di intendere il collezionismo,spiacente ma a me certe logiche non sono mai piaciute e mai mi piaceranno,permettimi di sperare di non essere mai costretto ad averci nulla a che fare,poi ognuno si scelga i raduni che vuole.   
Magari prima o poi riusciremo a parlarne di persona in modo più efficace ed evitando fraintendimenti dovuti al linguaggio limitato della tastiera,però non dirmi che devo leggere...lo so fare piuttosto benino.

Si, hai ragione, sembra proprio che stiamo parlando lingue diverse: quello che ti ho fatto (e l'ho scritto!!!) è un esempio per assurdo. L'esempio (per altro giustissimo, perché se decido di fare un po' di copia incolla con photoshop sulla fotocopia della carta di circolazione ti ci invento qualsiasi numero di telaio dello stesso anno e modello) serve solo a spiegarti che quello che il RIASC sta portando avanti è soltanto un censimento dei veicoli e si basa su ciò che dichiara il proprietario e sulla sua buona fede. Quindi stampando l'attestato il RIASC non certifica un bel niente, dice solo che TIZIO il giorno X ha presentato scheda, fotocopie (sai che valore legale hanno?) e fotografia (spesso paciugata, sfocata o parziale) di un determinato veicolo. Da qui a poter attestare che quell'oggetto esiste ed ha valore Y ce ne passa.
Il fatto che le assicurazioni accettino i nostri certificati è dato esclusivamente dalla seguente equazione: TIZIO è iscritto ad un Club ABC che certifica che la sua auto targata AB 123 CD è storica, questo vuol dire (sempre secondo il teorema che le assicurazioni hanno accettato) che TIZIO è uno che alla sua auto ci tiene.
Quello che sta tenendo sempre meno è proprio questo teorema e presto le assicurazioni chiederanno qualcosa di più. Non è che lo "suppongo", questo lo so per certo.
Per finire due note importanti: io non sono la "mente suprema del RIASC", sono uno che ha contribuito a crearlo e cerca di dare il suo contributo a farlo funzionare al meglio e (per quanto pare difficile) farlo crescere, la filosofia che mi ha sempre ispirato quando si parla di RIASC (e lo facciamo dalla nascita dell'IDéeSse nel 1990) è far si che il Registro sia una struttura credibile, qualificata e che possa in un futuro quanto più possibile prossimo essere parificata all'ASI sotto tutti i punti di vista.
Nell'ASI (come nel futuro RIASC) non è obbligatorio far omologare la vettura dalla commissione tecnica, chi sceglie questa strada lo fa per sua personale decisione e a suo costo, non vedo come questo possa cambiare la vita a chi (come te) non vuol farlo.

Se continuiamo a credere che con gli strumenti attuali la nostra credibilità sia pari a quella delle altre strutture, siamo sulla strada sbagliata: l'arroganza non ci porterà un passo più avanti di dove siamo adesso ed ogni mossa fatta nel rispetto del patrimonio esistente (nessuno parla -lo ripeto- di chiudere l'attuale censimento) è soltanto un guadagno per il Registro e per tutti i suoi iscritti.
Per questo la commissione ed i meccanismi di certificazione andranno avviati PRIMA che la legge entri in vigore, per la semplice ragione che solo con gli strumenti attivi e funzionanti avremo la necessaria credibilità per permettere ai nostri Soci di circolare quando vi saranno leggi atte ad impedirlo e basate (altra cosa sicura) sui criteri di omologazione delle FIVA.

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Offline Andrea

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Re: I criteri di omologazione della F.I.V.A.
« Risposta #55 il: Maggio 26, 2008, 11:43:01 am »
e fotografia (spesso paciugata, sfocata o parziale) di un determinato veicolo.

Talvolta le foto in oggetto raffigurano immagini di auto prese dal web così a casaccio, In un'occasione ricordo tizio che come sua vettura inviava una foto di un'auto dell'Admin ritratta nel giardino di casa sua  ;D

Re: I criteri di omologazione della F.I.V.A.
« Risposta #56 il: Maggio 26, 2008, 12:10:49 pm »
Vabbè ragazzi,cosa volete che vi dica ? Si falsificano anche i passaporti e le carte di credito così come si falsificheranno gli attestati FIVA,se uno ci si mette.
Non è certo questo il ragionamento che mi convincerà dell'utilità dei procedimenti,è meglio se puntate su altri teoremi.
Le assicurazioni, se vogliono, hanno tutti gli strumenti per controllare i dati dalla carta di circolazione e se al momento dell'incidente qualcosa non torna,non preoccupatevi che si guarderanno bene dal pagare i danni. Dai,siamo seri,vogliamo insegnare ai pescecani a nuotare nel mare ???!!
In realtà contnua a delinearsi un accanimento assolutamente ingiustificato contro le vetture storiche come ben riportato anche dal testo che maurizio ha fornito proprio a propoisto delle FIVA e contro questo,secondo me Don Chisciotte  [:fiu],bisognerebbe realmente battersi.
E' come teorizzare l'abolizione del diritto alla malattia per i lavoratori perchè ci sono i coglioni che se ne approfittano...ma vi rendete conto ?
Continuo poi a credere che,Maurizio,questa sui certificati RIASC potevi evitarla proprio perchè sei davvero, e lo affermo senza alcuna ironia,uno degli assi portanti del RIASC e non m i è sembrato carino svilirne così il documento ufficiale.Sempre opinioni personali, eh... 
« Ultima modifica: Maggio 26, 2008, 12:14:58 pm da Robyazz »

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Re: I criteri di omologazione della F.I.V.A.
« Risposta #57 il: Maggio 26, 2008, 12:21:44 pm »
Vabbè ragazzi,cosa volete che vi dica ? Si falsificano anche i passaporti e le carte di credito così come si falsificheranno gli attestati FIVA,se uno ci si mette.
Non è certo questo il ragionamento che mi convincerà dell'utilità dei procedimenti,è meglio se puntate su altri teoremi.
Le assicurazioni, se vogliono, hanno tutti gli strumenti per controllare i dati dalla carta di circolazione e se al momento dell'incidente qualcosa non torna,non preoccupatevi che si guarderanno bene dal pagare i danni. Dai,siamo seri,vogliamo insegnare ai pescecani a nuotare nel mare ???!!
In realtà contnua a delinearsi un accanimento assolutamente ingiustificato contro le vetture storiche come ben riportato anche dal testo che maurizio ha fornito proprio a propoisto delle FIVA e contro questo,secondo me Don Chisciotte  [:fiu],bisognerebbe realmente battersi.
Continuo poi a credere che,Maurizio,questa sui certificati RIASC potevi evitarla proprio perchè sei davvero, e lo affermo senza alcuna ironia,uno degli assi portanti del RIASC e non m i è sembrato carino svilirne così il documento ufficiale.Sempre opinioni personali, eh... 


Roberto cerco solo di essere oggettivo e non sminuisco nulla: la "fase due" era nei programmi del RIASC già nel 1995 ed il CENSIMENTO non si chiama così a caso.
Il testo che ho fornito dovrebbe dare un'idea un po' più precisa dell'operato della FIVA, capisci che avrebbero potuto dire "solo le nostre vetture sono veramente storiche" e col potere che ha l'ente riuscire anche a far passare teorie del genere?
Il RIASC sinora ha fatto tutto quello che poteva con gli strumenti che aveva in mano, percorrendo strade di "lotta e di governo" (mi si passi). Se non andiamo avanti dotandoci delle strutture necessarie, domani saranno i Soci ad abbandonarci perché costretti ad iscriversi altrove, allora si che sarà svilito il lavoro svolto sino ad oggi. Possiamo permettercelo?

Comunque -proprio perché la "mente" del Registro sono i Signori Presidenti dei Club federati- non sta a me decidere questo futuro, io sto semplicemente prospettando una strada da seguire in maniera "indolore", senza cioé perdere nulla di quanto fatto sino ad oggi e senza che un'eventuale scelta in questo senso gravi sui Club o sugli Associati non interessati.

Re: I criteri di omologazione della F.I.V.A.
« Risposta #58 il: Maggio 26, 2008, 12:27:23 pm »
ti porto un esempio.

la mia dspecial era registrata riasc con il numero 17.

alla registrazione era una macchina di uso quasi giornaliero, piuttosto in ordine ed assolutamente originale e non pastrocchiata. dopo una sosta di anni tre dovuta  a problemi miei personali è andata venduta per 1600 euro compresa una cassonata di ricambi.

dopo tre mesi passava su ebay a 5000 e rotti appena riverniciata e senza ricambi.

aldilà della speculazione, cosa che non mi riguarda, era anche stata modificata quindi non piu rispondente alle caratteristiche che aveva alla registrazione riasc. e non credo che il nuovo proprietario si sia preoccupato di comunicarlo ad una eventuale assicurazione.

ecco cosa vuol dire certificare, anzichè registrare e basta.

io la vedo come una garanzia. te come un freno.

l'importante e non essere obbligati a nulla. a fare scelte si, ma questo è un'altro discorso.

ciao

ps, va da se che dopo tre anni di abbandono completo lo stato rifletteva la cifra da me richiesta...... un sommario maquillage da parte dell'acquirente e via così.....

« Ultima modifica: Maggio 26, 2008, 12:29:50 pm da rugginoso »

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Offline Gianluca

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Re: I criteri di omologazione della F.I.V.A.
« Risposta #59 il: Maggio 26, 2008, 12:45:37 pm »
...
io la vedo come una garanzia. te come un freno.


Ecco, appunto.
Onestamente, nella mia sconfinata ingenuità, inizio a chiedermi quali siano le motivazioni di tutte queste proteste e barricate. Davvero non ci arrivo.
Il forte accanimento rimane naturalmente un'opinione diversa dalla mia che merita rispetto almeno quanto la mia e forse anche di più però, quello che mi incuriosisce e mi manca, è il "motivo del".


« Ultima modifica: Maggio 26, 2008, 12:54:29 pm da Gianluca »
Le masturbazioni cerebrali le lascio a chi è maturo al punto giusto, le mie canzoni voglio raccontarle a chi sa masturbarsi per il gusto...