Maurizio, diciamocela tutta, in Citroen erano matti da legare. E' facile indicare la strada da seguire a posteriori ma che fosse - parlando solo di automobili - al solito di una gamma "sproporzionata" per la storia e la tradizione della marca e della sua utenza, è fin troppo evidente.
Prima dell'introduzione dell'Ami 6 nel 1961, l'utente Citroen che acquistava una 2CV se voleva salire di livello si trovava l'ID 19. E' ovvio che Citroen perdeva utenza. Si riuscì a recuperare molto con l'introduzione dell'Ami 6 ma rimaneva scoperto un vasto settore che andava dagli 800 cc ai 1600 cc, in un Paese, la Francia dove, data la situazione economica del Paese, il settore più remunerativo del mercato tendeva a salire sempre più, dai 400-1000 cc diciamo, ai 1000-1300 cc.
Quando nel 1961 Citroen lancia l'Ami 6, Renault mette in produzione R3 e R4, in listino poste appena sotto la Dauphine, ma solo un anno dopo, nel 1962, Renault lancia sul mercato la R8, una 1100 cc. appena sopra la Dauphine. Con una gamma così strutturata, l'utente medio poteva così passare dai 600 cc della R3 - subito uscita di produzione - ai 1100 cc della R8. Quando tre anni dopo, la Regie lanciò sul mercato la R16, una 1500 cc, l'utente tipo non si trovava il nulla tra la R8 e la nuova venuta ma un'altra vettura intermedia, la R10.
Quindi se da un lato l'utente Citroen passava attraverso 2CV, Ami 6 e l'ID 19, l'utente Renault poteva scegliere tra R4, Dauphine, R8, R10 e R16. E' vero che sopra i 1500/1600 cc della R16 non c'era nulla ma è altresì vero che i segmenti più remunerativi del mercato all'epoca erano altri. Tra Dauphine/Ondine, R8/R10, R16, Renault produce circa 6 milioni di auto.
E Peugeot, la più classica e per certi versi la meno innovativa tra le francesi ? 1.600.000 204, 1.200.000 403, oltre 2.500.000 404, tot., quasi 6 milioni di vetture prodotte.
Simca ? 2 milioni di 1000 e un milione tra 1300/1301 e 1500/1501, tot. circa 3 milioni.
Diciamo quindi un tot. complessivo di 15 milioni di vetture non Citroen. Se vi pare poco ...
Quando Citroen acquisisce Panhard, si carica sulle spalle una casa produttrice di vetture utilitarie dalle cilindrate ridicole e dai costi di una fuoriserie. Forse Citroen avrebbe potuto trasformare Panhard in una sorta di marchio sportivo, un pò come fece Renault con Alpine o Simca con Matra ma non se ne fece nulla. Nulla di nulla intendo dire.
Da notare che nessun costrutture francese negli anni '60 si impensierì mai del fatto di non potere contrastare le ID/DS. Dopo il fallimento della Fregate, Renault si guarderà bene dal proporre un'altra 2 litri. La stessa Peugeot, aveva nella sua vettura di maggior prestigio, la 404, un'auto di gamma inferiore alla ID 19 e solo con la 504 nel 1968, la casa di Sochaux si avvicinerà alla gamma ID/D. Non parliamo di Simca, dopo la Vedette - ereditata bella e fatta dalla Ford SAF - si dovrà attendere il 1970 perché la Chrysler - proprietaria del marchio Simca - si interessasse, con la Costituzione del marchio Crhysler France, ad un vettura concorrente della gamma D.
Forse, il vero guaio di Citroen, fu di aver concepito la DS.