Il tema in oggetto mi appassiona, fermo restando che sulla DS all'originalità dell'anteriore si somma un posteriore forse anche più ardito, si veda per esempio il lunotto posteriore incassato tra il tetto e la bauliera e i montanti laterali che sorreggono quelle trombette ospitanti i lampeggi, anche su altre auto si possono trovare esempi di code innovative. Ne citerò, come esempio, almeno tre tra loro differenti per filosofia. Il primo innovativo e destinato a fare scuola, il secondo assai equilibrato ed in linea coi suoi tempi, il terzo un puro esercizio di stile senza alcun secondo fine.
Il primo caso è quello relativo all'Alfa Romeo Giulia [nella foto un'Alfa Romeo Giulia TI Super]. Presentata nel 1962, la linea a coda tronca mise gli stilyst dell'Alfa Romeo, di fronte al problema di una superficie drammaticamente piatta. Per far risaltare i fari si decise di creare un gioco di volumi incornicianti fari e targa, il tutto a sua volta incorniciato da un profilo avvolgente l'intero posteriore, bagagliaio compreso. Nelle prime versioni questi volumi erano ulteriormente appesantini dall'introduzione di una infelice cornice cromata [vedasi foto], successivamente scomparsa. Se all'inizio questa soluzione non fu esente da critiche, successivamente venne compresa e accettata pienamente da critici e automobilisti.
Un altro esempio di posteriore assai particolare, seppur in modo diverso, è quello proposto dalla filiazione tedesca della Ford Motor Company sul suo modello di punta Taunus 17M - P3 - presentato nel 1960 [nella foto è la vettura all'estrema destra]. Le linee morbide della vettura portano i progettisti a riproporre nel posteriore, in maniera quasi speculare, quanto già visto sull'anteriore in modo però tutt'altro che scontato. Con pochi tocchi la vettura riesultò equilibrata e tutt'altro che priva di una certa eleganza.
Come ultimo esempio, un'auto che ha invece nel retro le sue maggiori particolarità. Nella vettura sperimentale a turbina Chrysler A 831 del 1963, il torinese Ghia realizza un posteriore talmente stridente rispetto all'anteriore da lasciare esterefatti. Due coppie di fari, piatti a forma di guglia rovesciata i primi, cilindrici e sporgenti i secondi, vengono posizionati entro alloggiamenti ovoidali scavati fino a rientrare nel bagagliaio. La rientranza genera una protuberanza simile ad un naso e la mancanza di paraurti rende il tutto assolutamente più stridente. In questo caso però, le particolarità di questa vettura laboratorio realizzata artigianalmente in pochi esemplari - cinquantacinque - per fare testare ad alcuni clienti le particolarità del propulsore a turbina, rendono questa creazione più simile ad una dream car che ad un'auto di serie.
Detto questo, nessuna di queste auto visse per vent'anni ... Immutata nella coda.