Mi spiace che il topic si stia orientando secondo la vecchia e sterile diatriba DS vs. CX.
In realtà la natura del mio intervento non era ben distante da ciò.
Sono intervenuto quando ho letto che non sarebbe stata la CX a sostituire la DS, bensì una fantomatica SM a 4 porte.
Di ciò sono perplesso, in quanto una SM tipo "Opera" mai avrebbe potuto essere una berlina a "Grande Diffusione" cosa che la DS è stata ed è stata pure la T.A.
Citroen doveva sostituire DS con un'altra "V.D.G." come in effetti è stata CX e come poi negli intenti avrebbe dovuto essere XM.
Ma una SM a 4 porte tipo Opera, mai avrebbe potuto esserlo, semmai sarebbe entrata in competizione con Jaguar, Mercedes 600 e altre automobili di lusso a "tiratuta limitata" destinate a pochissimi.
Altresì mi suona comprensibilmente curioso pensare di muovere un simile barcone con il modesto 2175cc Becchia.
Mi spiace, vi prego di credermi tutti, che la mia perplessità abbia assunto il carattere di un attacco a Marini, mi spiace perchè non è così.
Oltrettutto di persona non ci detestiamo mentre sui forum sembra che siamo cane e gatto.
Ripeto: mi chiedo e voglio sapere se quanto ha esposto è il prodotto di una sua lecita supposizione, oppure se è scritto nero su bianco da qualche parte.
Mi sono informato da un amico che possiede i due tomi de "Les secrets du bureau d’ études Citroen" il quale mi ha detto che (per quel che ci ha capito lui) mettere un motore della serie D su una SM fu una delle tante idee di metà anni '60 senza poi sviluppi pratici, poco più di una battuta.
Da qui a dire che la DS sarebbe stata sostituita da una SM a 4 porte con motore "D" mi pare ne passi parecchia.
Ripeto ancora che sono dispiaciuto del carattere di astio che può aver preso questa cosa, ma credo e spero che il dubbio sia ancora ammesso.
E solo una chiara e storica documentazione può fugarlo.
Bene Mario, di al tuo amico di andare a pagina 94 del secondo tomo, troverà l'intervista a Truillet, progettista all'epoca impegnato nel progetto S (da cui uscirà poco più tardi la SM), il nostro amico dice testualmente: "La «S» era prevista con diverse motorizzazioni:
un motore 4 cilindri proveniente dalla DS ma migliorato e portato a 130cavalli [21 i.e., per l'appunto]. Un motore 4 cilindri con con albero a camme in testa, un V6 ed un V8 realizzati da Becchia. Come abbiamo visto più tardi lo spazio mancante per i motori a V fu ricavato da Né tramite l'inversione dei bracci di sospensione. Fu Hondet che intervenne per tutti i calcoli sulla resistenza». Questo è scritto nero su bianco.
A pagina 89 dello stesso volume si legge un'intervista a Bernard Derreumaux, ingegnere al Centro Studi che afferma piuttosto inequvocabilmente: «lo spazio disponibile nel bagagliaio? Si trattava di una coupé di lusso, non di una break. Dunque non ci preoccupammo dello spazio per i bagagli.
D'altro canto gli stilisti pensavano parecchio ad una versione quattro porte con un grande bagagliaio (la berlina da viaggio) che avrebbe potuto essere la DS di gran lusso (è quel voleva Bercot, vedi il capitolo a lui dedicato)».
E qui si passa a pagina 93 ma del primo tomo dei "segreti".
L'intervista
integrale fatta da Brioult a Bercot apparirà probabilmente su un prossimo «Le Citroën», ma la parte che ne pubblica lo stesso Brioult sul suo "i segreti" è chiarissima, ne riporto un passaggio: «
la Sm doveva essere per me una Super DS di lusso, ma costare al massimo il 10 o 15% in più della DS meglio equipaggiata. Doveva ricevere un motore DS ma a quattro valvole per cilindro (messo a punto da Becchia, il padre del motore della 2Cv) che gli permettesse di raggiungere 205km/h, oltre il motore V6 Maserati che doveva portarla a 240 km/h. Doveva essere proposta con con l'uno o con l'altro motore, sia come berlina a 4 porte che come coupé a 2, ebbe uno sterzo assistito speciale che avevamo già messo a punto nel 1960. L'avantreno fu invertito rispetto alla DS. In effetti la SM doveva restare nella famiglia DS ma essere più veloce, più sportiva».
Anche questo è nero su bianco e Pierre Bercot non era un apprendista al centro studi: era il presidente-direttore-generale del gruppo, l'uomo che con Puiseux permise l'uscita del "delirio" DS nel 1955 e che portò il gruppo al massimo del suo splendore prima della riorganizzazione voluta da Michelin con l'arrivo di Fiat a fine 1969.
Quindi Marietto procurati questi due volumetti perché sono soldi veramente ben spesi, già che ci sei fai un ulteriore sforzino: compranti anche "Les hommes de la DS, 1955-2005" più difficilino da trovare: è una raccolta di fotocopie delle memorie di tutti gli uomini che hanno attraversato il Centro Studi Citroën prima, durante e dopo la DS, una vera miniera di informazioni inedite e gustosissime.
Come Club mi piacerebbe riuscire a tradurlo tutto in italiano per farne omaggio ai Soci, devo solo capire come fare per ricompensare gli autori che sono un gruppo di simpaticissimi pensionati e la vendita del volumetto in francese va a pro della loro associazione. Conto di vederne qualcuno al prossimo Rétromobile.
Concludo dicendo che apprezzo molto il suo metodo galileiano di approcciarti ai misteri dell'universo, ma renditi conto che ci sono cose che esistono anche se tu non le hai mai viste ed altre che non vedrai perché semplicemente non possono essere mostrate.