Eh. E a Taiwan non sono cinesi nel senso che a Torre del Greco non sono napoletani?
Non ho detto "Made in (People's Republic of ) China"
Vai un po' a dirglielo ad un napoletano di piazza del plebiscito........
Status politico di Taiwan
Da Wikipedia.
La controversia riguardante lo status politico di Taiwan è imperniata sulla questione se Taiwan, le Penghu, Kinmen e le Matsu debbano rimanere effettivamente indipendenti come territorio della Repubblica di Cina (RDC, un'entità politica distinta ma legata alla Repubblica Popolare Cinese), diventare unificate ai territori ora governati dalla Repubblica Popolare Cinese (RPC) oppure dichiarare formalmente l'indipendenza e diventare la Repubblica di Taiwan. La controversia sullo status politico della Repubblica di Cina è incentrata quindi sulla legittimità della sua esistenza come stato sovrano e sul suo riconoscimento da parte della comunità internazionale.
Attualmente, Taiwan, le Penghu, Kinmen, le Matsu e alcune altre isole minori formano in effetti la giurisdizione dello stato con il nome ufficiale di Repubblica di Cina, ampiamente conosciuto in Occidente come "Taiwan". La RDC, che assunse il controllo di Taiwan (comprese le Penghu e altre isole vicine) nel 1945, governava la Cina continentale e rivendicava la propria sovranità sulla Mongolia Esterna (ora Mongolia) e su Tannu Uriankhai (parte del quale è l'odierna Tuva, Russia) prima di perdere la Guerra civile cinese e di ricollocare il suo governo a Taipei, Taiwan, nel dicembre 1949.
Da quando la RDC perse il suo seggio alle Nazioni Unite in qualità di rappresentante della "Cina" nel 1971 (sostituita dalla RPC), la maggior parte degli stati sovrani hanno spostato il loro riconoscimento diplomatico alla RPC, riconoscendo o ammettendo che quest'ultima è la sola rappresentante legittima di tutta la Cina, anche se molti evitano deliberatamente di affermare chiaramente quali territori credono che la Cina includa. A gennaio 2008, la RDC mantiene relazioni diplomatiche ufficiali con 23 stati sovrani,[1] sebbene relazioni de facto siano mantenute con quasi tutti gli altri. Agenzie come l'Ufficio Rappresentativo Economico e Culturale di Taipei e l'Istituto Americano a Taiwan operano come ambasciate de facto senza uno status diplomatico ufficiale.[2]
Il governo della RDC in passato ha perseguito attivamente la rivendicazione di essere il solo governo legittimo della Cina continentale e di Taiwan. Questa posizione cominciò ad essere in gran parte corretta all'inizio degli anni 1990 quando fu introdotta la democrazia e furono eletti i nuovi capi taiwanesi, passando a un atteggiamento che non contesta attivamente la legittimità del governo della RPC sulla Cina continentale. Tuttavia, con la rielezione del Kuomintang (KMT, "Partito Nazionalista Cinese") al potere esecutivo nel 2008, il governo della RDC ha cambiato ancora la sua posizione affermando che "anche la Cina continentale è parte del territorio della RDC".[3] Sia la RPC che la RDC conducono le relazioni attraverso lo stretto mediante agenzie specializzate (come il Consiglio per gli Affari Continentali della RDC), piuttosto che attraverso i ministeri degli esteri. I diversi gruppi hanno diversi concetti di quella che è l'attuale situazione politica formale di Taiwan.
Per giunta, la situazione può essere confondente a causa dei diversi partiti e dello sforzo da parte di molti gruppi di trattare la controversia in modo deliberatamente ambiguo. La soluzione politica accettata da molti degli attuali gruppi è la cosiddetta prospettiva dello status quo: cioè, ufficiosamente trattare Taiwan come uno stato e mantenendo un basso profilo, ufficialmente non esprimere alcun sostegno per il governo di questo stato, evitando una dichiarazione formale di indipendenza. In che cosa consisterebbe una dichiarazione di indipendenza non è chiaro e può essere confondente, dato il fatto che la Repubblica Popolare Cinese non ha mai controllato Taiwan a partire dalla sua fondazione e che la Repubblica di Cina, il cui governo controlla Taiwan, è ancora uno stato sovrano come stabilito a Nanchino in 1911, ma il suo territorio è limitato alla provincia di Taiwan, alle Penghu, a una parte delle Isole Nansha e alle Isole Diaoyutai. Lo status quo è accettato in gran parte perché non definisce lo status giuridico o lo status futuro di Taiwan, consentendo a ciascun gruppo di interpretare la situazione in un modo che è politicamente accettabile per i suoi membri. Allo stesso tempo, questa politica dello status quo è stata criticata come pericolosa, precisamente perché le diverse fazioni hanno diverse interpretazioni di quello che è lo status quo. Tuttavia, un errore di valutazione delle conseguenze insite nell'una o nell'altra politica potrebbe riflettersi pesantemente sui fragili equilibri dei rapporti fra Taiwan e la Repubblica Popolare Cinese, come dimostra la storia degli ultimi anni, in cui si sono avuti momenti di escalation della tensione, che talvolta hanno adombrato addirittura il rischio (fortunatamente sempre rientrato) di confronti armati. Penso che sia questo il motivo perchè su alcune gomme ci sia scritto MADE IN CHINA e in altre MADE IN TAIWAN............. ovviamente è un mio parer personale .