Oggi ho scoperto questa foto, per me inedita.
Credo sia, nella sua semplicità, la più bella e rappresentativa foto in tema DS che mi sia mai capitata sotto gli occhi.
Cosa ci vedo? Parliamone:
La trovo di un'eleganza sconvolgente. Il bianco e nero così contrastato tra i colori del cruscotto, le ombre sulla pedaliera e il vestito di
madame.E sono stupito dai dettagli verso i quali lo sguardo viene quasi spontaneamente attratto,
en tourbillon: la luce di posizione sul montante, l'orecchino della signora e la sfumatura di capelli poco vicino -che fa così anni '50-, la curva delle sopracciglia, il riflesso sul parabrezza, il selettore del cambio, l'attacco della razza sul volante, la chiavetta che pende, i piedi.
Ci vedo veramente rappresentate le parole che scrisse Roland Barthes e inquadro questo sogno negli anni '50, un periodo di vita della DS di cui non siamo abituati a parlare, e mi sembra così di scoprire un mondo nuovo, di vederla in un contesto inedito eppure così calzante. Improvvisamente il suono si fa gracchiante, i colori si stingono e si contrastano e compare una realtà dove l'eleganza è fuori dal tempo, dove gli incroci mentali riaccendono le fotografie su lastra scattate sulla
Normandie negli anni '30, le immagini si fanno veloci e l'orecchio sembra intuire al posto del cervello la musicalità e pienezza della parola
avant-garde, nell' immagine splendidamente contraddittoria del passato che sposa il contemporaneo.
Era veramente dannatamente
BELLA. Lei e la sua prima epoca in bianco e nero contrastato.
Bello è potersi innamorare così facilmente.