In attesa del programma definitivo, giochiamo coi ricordi
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Già, la DS19 del '59...
La recuperammo all'inizio del '90, veniva da Cannes dove aveva percorso 60.000 km nei primi due anni per poi venir fermata in un garage a causa di non meglio precisati problemi al motore.
Ci fu venduta ad un prezzo irrisorio dal Lorenzi, un personaggio splendido: aveva lavorato per molti anni alla fabbrica di Quai de Javel prima di tornare in Italia, nella sua Prato per godersi la pensione.
Qua s'era accorto che c'era un crescente interesse attorno alle Citroën d'epoca e s'era reinventato "importatore", raccattando vetture in giro per l'esagono per portarle in Italia e rivernderle.
A gennaio del '90 una DS19 del '59 non più lucidissima e con qualche "grattone" da parcheggio sui fianchi, non era granché facile da vendere, così Lorenzi ce la cedette per un paio di milioni informandoci del fatto che era stata fermata all'epoca per problemi al motore "di non facile soluzione". In pratica, pareva fosse saltato un dente della distribuzione e l'auto andava in moto, ma girava malissimo.
La portammo ad Arezzo, a casa di un amico che aveva spazio per smanettarci, con l'intenzione di smontare la meccanica e revisionare il motore.
C'era ancora attaccato il cartellino dell'ultimo tagliando: 1961, 60.000km. Lo strumento ne segnava poche centinaia in più.
Smontammo il coperchio delle punterie e per scrupolo controllammo le valvole: erano completamente fuori regolazione, quelle di un cilindro erano così serrate che in pratica non arrivavano più a chiudersi, generando quell'andamento zoppicante che aveva fatto pensare a problemi più gravi.
In pratica, regolate le punterie, rifatta la carburazione e lavato l'impianto idraulico (che aveva della morchia maleodorante al posto dell'LHS), l'auto tornò in perfetta forma e ci accompagnò così al Saltino, ancora coi suoi segnacci sui fianchi ma spettacolare nel suo abbinamento cromatico azzurro/bianco con interno (perfetto) in Helanca verde acqua marina.
Sottomano ho solo questa foto (quanti secondi prima di trovarla su facciabuco senza citazione della fonte?) dove si vede il cielo riflesso sul cofano della ID "Cerretienne" ed uno spigolo della DS19 del '59 detta "Consonnienne":
Il 1991 fu l'anno del restauro della carrozzeria e l'auto tornò a farsi vedere al raduno di Santa Colomba di quell'anno, quando la fotografammo tutti davanti alla monumentale villa del Baldassarre Peruzzi:
Uno splendore, vero? Poi il tempo passa, le situazioni cambiano e Fabrizio si trovò a vendere la sua auto ad un appassionato di Prato (guarda il destino: quell'auto doveva tornare nella città dei telai) che la usò per qualche tempo prima di fermarla in garage dimenticando la marcia innestata. Quel piccolo problema, risolvibile facilmente (ne abbiamo parlato: basta alzare una ruota anteriore da terra ed il differenziale permetterà l'avviamento dell'auto senza andare a sbattere sul muro della rimessa), unito all'imperizia del neoproprietario generarono casini a catena: prima lo smontaggio sul posto del coperchio del cambio per togliere la marcia con danneggiamento del cambio stesso, poi una fila di lavori sulla cui utilità nutro personalmente molti dubbi ed alla fine l'auto murata viva in garage per paura di "restarci a piedi".
L'ho rivista nel garage di un appassionato aretino che doveva revisionargli il cambio (un'altra volta), poi l'ho incontrata vicino a casa di mia madre, esattamente nel pezzo di strada che nei primi anni '90 usavamo per la messa a punto.
Adesso è un'altra macchina: non ha più la sua pompa di bassa pressione, sostituita da un regolatore centrifugo, viaggia ad LHM anziché col suo vecchio liquido rosso, ha un cambio (blocco idraulico) moderno, una marmitta segata e ricollegata con un tubo dritto (perché sennò il centrifugo non c'entra), forse anche un congiuntore moderno che però carica ogni tre secondi...
Mi hanno chiesto "che ne pensi?".
Avrei voluto rispondere molto di peggio, ho solo detto "non è più la stessa auto, l'avete violentata".
Mi è stato risposto "è perché così è affidabile", come se tutte le DS fino al 1967 fossero rimaste chiuse in garage, invece di vincere i rally e le maratone della strada.
Per me un grande dispiacere vedere un'auto d'epoca che è un testimone della storia, ridotta ad un qualcosa di così diverso.
Va meglio, non lo metto in dubbio, ma andrebbe ancora meglio con un bel V6 turbodiZelconcambioautomaticosettemarcedoppiafrizione sotto al cofano: certamente sarebbe più affidabile.
Non me ne vogliano gli esimi maestri che hanno operato questa trasformazionetigiuroreversibile (qualsiasi cosa è
teoricamente reversibile, tranne la morte, dicono i saggi), ma questo resta il mio "Parere Personale".