Credo che Scarabeo abbia ragione. Da noi il collezionismo, in generale, è arrivato tardi rispetto ad altri paesi, idem per il collezionismo di auto d'epoca sviluppatosi in Inghilterra fin dagli anni '30. All'epoca le auto d'epoca che si conservavano erano quelle che noi oggi chiamiamo Veteran, veterane, le auto di fine '800 primi '900.
Da noi invece è solo dagli anni '50-'60 che si sono incominciati a raccogliere le vetture anteguerra, ma solo quelle di prestigio perché alcune vetture popolari in versione berlina, camioncino, furgoncino ed altro, circolavano ancora per le strade d'Italia svolgendo il loro compito quotidiano. Inutile dire che i collezionisti di auto d'epoca degli anni '50-'60 raccoglievano solo Alfa Romeo, Lancia, Isotta Fraschini, etc., ed erano solo individui dotati di un reddito superiore. Poi negli anni '70-'80 si sono sdoganate le auto degli anni '50-'60 senza però che, fino a qualche anno fa, venissero avviate misure per alleggerire il collezionista di alcuni gravami che potevano rendere dura la conservazioni di questi beni considerati di "lusso".
Da noi non si è avuta, da subito intendo, la conservazione delle vetture popolari anteguerra, rendendo il fenomeno del collezionismo d'auto elitario, perché le auto popolari semplicemente non c'erano. La motorizzazione di massa in Italia non ci fu che nel secondo dopoguerra grazie all'introduzione nel 1955 della Fiat 600 e nel 1957 della Fiat Nuova 500. La crescita dei redditi, l'introduzione della vendita rateale favorì l'acquisto della prima automobile. L'impiegato di banca inglese che negli anni '50 conservava con cura una vecchia Austin Seven o una Ford Popular o una Standard 8 degli anni '30 non conosceva un equivalente in Italia dove la prima automobile lo stesso impiegato di banca la stava comprando in quel momento ed era una Fiat 600.
Autentici sucessi automobilistici registratisi in Inghilterra o in Francia negli anni '20-'30 come la Austin Seven, la Morris 8, la Citroen 5 CV e la Peugeot Quadrilette non ci furono in Italia semplicemente perché in Italia non c'era un mercato, non c'erano i consumatori ... ergo non ci furono le auto. Se pensiamo che prima dell'introduzione della Fiat 600 la vettura più prodotta in Italia, nel ventennio compreso tra il 1936 e il 1955 in 500.000 unità circa fu la Fiat 500 Topolino [A-B-C] e la versione di gran lunga più venduta fu quella con carrozzeria giadinetta, la dice lunga sull'utilizzo di quell'auto come mero strumento di lavoro mentre in Francia, nel medesimo periodo [1934-1957] la Citroen Traction Avant totalizzava 750.000 unità prodotte in un segmento di mercato ben diverso di quello della Topolino ...
Noi non abbiamo avuto un fenomeno collezionistico "sportivo", in cui l'auto d'epoca era un qualcosa da sfoggiare quotidianamente, come è avvenuto negli USA, in Francia ed in Inghilterra, da noi l'auto d'epoca è stata vissuta come un qualcosa di elitario e tutti - secondo me - se ne sono approfittati, commercianti, ricambisti, artigiani, fisco [redditrometro]. Che tu abbia una Fiat 1100 o una Lancia Aurelia B20 GT ... Poco importa ...
Ancora oggi sulle strade italiane non si vedono circolare le vetture d'epoca che si possono incontrare in California, a Londra o a Parigi ... Da noi le vetture escono per andare ad un raduno o per fare una gita al lago non per andare al supermarket a fare la spesa ...
Detto questo Internet ha potuto rendere possibile l'impossibile, quel paraurti visto da Scarabeo a 58 eu può essere, grazie al web, da me acquistato tramite un catalogo on-line o tramite E-bay e adornare la mia DS del '58 [che io però non ho].