Eppoi che gita...........passeggiare a bordo di dee in mezzo ai boschi con tutti i colori che madre natura ha a disposizione, dai gialli ai rossi, ai marroni, i verdi, sprazzi di azzurro in cielo, ciclamini, e i compagni di viaggio che negoziano curve con la maestria consumata di capitani di lungocorso; al caldo, nell'inverno accogliente, una fila di creature meccaniche che si seguono, come salmoni, su, su, lungo le cascate per risalire all'etimo delle loro origini, e le nostre belle fanno mostra di saggezza rinunciando alla volgarità della potenza per dimostrare quanto più affascinante sia l'elegante comodità del languido oscillare ad ogni impercettibile cambio di equilibrio nella traiettoria...E vedere il proprio io in una dea di colore diverso, rende l'esperienza ricca di sfumature. Ognuno HA ma intimamente ognuno è conscio di ESSERE posseduto dalla propria dea. L'intimo rapporto, la sacra attesa che lei compia le genuflessioni all'avvio, la stolida speranza in un viaggio senza problemi, la sfida che quindi comporta ogni spostamento medio lungo rende la dea ancora più attraente....non è omportante sapere dove stai andando, ciò che conta è che stai andando con lei, e già senti il piacere formicolarti nel corpo, corpo che dimentichi di avere, ormai sei centauro Citroen, non guidi, non pensi, vivi in sintonia di reciprocità con la tua DS. Solo in questi momenti si riesce a fugare ogni brutto ricordo, tutti gli avvilimenti che la vita ci offre, e, dimentichi delle circostanze ci muoviamo sospesi da un cuscino di regale umano intelletto puro, tirati e sospinti da una trazione imperitura, all'interno del più bel guscio umano, e sicuramente se l'uomo diventasse oviparo saprebbe quale forma dare al proprio ricovero prenatale....quello di una deaGiano.
Non ho consumato una colazione psichedelica, non ce n'è bisogno, basta guardarla, la dea, per sentirsi decisamente meglio.
Buona mattinata.
zen fischer