Pericolosi? Ma no. Semmai pittoreschi, tuttalpiù ridicoli.
Isolarli? Ma noooo. Bisognerebbe promuoverli!
Se ipotizzo come faccio a farti nomi e cognomi? Che so potrei dirti il signor "Lecca Julio".
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Detto ciò posso portare anche io la mia esperienza diretta in merito a certo giornalismo, anzi certi giornalisti....
Diversi anni fa lavoravo presso una nuova casa motociclistica, ricoprivo il ruolo di Fleet Manager. A suo tempo, dovendo lanciare il prodotto sul mercato, l'allora AD che proveniva da Ducati, organizzò un lancio stampa alla grande (anche se un pò in fretta e furia), noleggiammo infatti la Galleria Sordi davanti al Parlamento e l'ufficio comunicazione e marketing invitò le maggiori testate italiane(ed anche qualcuna estera) in materia di motociclismo.
Dovemmo mettere a disposizione oltre 40 mezzi a due ruote per farli provare ai numerosi giornalisti intervenuti. Avevamo tanto di scorta dei Vigili, ambulanza e assistenza tecnica al seguito.
l'itinerario scelto fu un giro panoramico per le vie di Roma molto poco impegnativo.
Ebbene ci accorgemmo che alcuni dei giornalisti/e non solo non ne capivano niente di moto e meccanica ma probabilmente non erano mai saliti su una moto prima di allora.
Non sapevano quali erano i freni, mettere la freccia, fare manovra.....un disastro insomma! Finì che 9 o 10 mezzi rimasero danneggiati per le cadute o l'imbecillità di questi ultimi.
Mi ricordo addirittura che una povera disgraziata cadde 10 metri dopo essere partita e cercando di tenere su la moto le rimase l'acceleratore a manetta......un burn-out da paura!
Alla fine di tutto oltre la metà dei giornalisti che avevano partecipato ci chiesero se potevano tenere il casco (Momo Design) che gli era stato fornito in dotazione alla moto.
Chiaramente l'ordine imperativo fu di regalarlo anche a chi non lo aveva chiesto.
Morale della favola: ogni giornale o rivista uscì con il suo bell'articolo, un successone insomma!
Pochi mesi dopo l'azienda fallì e venne rilevata dagli inglesi. Il prodotto in effetti non era ancora maturo per essere lanciato sul mercato e ne eravamo tutti ben consapevoli, ma l' AD voleva vendere e a caro prezzo.
Strano! I giornalisti ne avevano parlato così bene e quasi tutti allo stesso modo! Sembrava si fossero copiati a vicenda.
Meditate gente!
L'obiettività, la passione e la coerenza sono una cosa....il commercio tutt'altro. E purtroppo nel commercio troppo spesso si lascia spazio a gente molto (ma anche poco) prezzolata.
PP
Vedi Federì, continui a parlare per categorie.
Io ho fatto anche il giornalista, come pubblicista prima all'Unità, poi a Tango ed infine a Cuore, prima con Sergio Staino, poi Michele Serra e infine Claudio Sabelli Fioretti.
Posso assicurarti che lì non c'era nessuno che somigliasse lontanamente all'identikit che hai tracciato. Anzi: nessuno ha mai invitato qualcuno di Tango o Cuore a presentazioni o viaggi-panino.
Certo che ne conosco di personaggi fatti come quelli che tu descrivi, ma sono una parte (non credo neanche maggioranza) del panorama giornalistico italiano, non certo il tutto.
Con l'operazione relativa alla Mehari di Siani ho avuto modo di incontrare gente che per le proprie idee ha messo in gioco più dello stipendio. Sono tanti, coraggiosi e -come si dice- a schiena dritta.
Poi ce ne sono tanti altri che io chiamo semplicemente CTRL-C CTRL-V.
Qualche volta è pigrizia, incapacità o "pronismo" al marchio di cui parlano. Altre volte, potrà sembrare strano, è fiducia in chi gli passa il pezzo; qualcosa del genere "mi fido di te, so che parli di cose che conosci meglio di me".
E ti pubblicano il pezzo così come glielo hai passato, anche se per te era solo una traccia su cui lavorare.
L'ultima volta mi è successo stamattina, con una notissima rivista che uscirà con uno speciale sulla DS il mese prossimo.
Mi ha chiamato il giornalista a cui avevo passato degli aneddoti perché li sviluppasse e ne ricavasse un pezzo. Mi ha detto "il testo va benissimo così, lo pubblico a tua firma, io non ho scritto nulla di tutto questo".
Non sono molti, ma ci sono.
Se dici "tutti i giornalisti sono dei prezzolati" è come affermare che tutti i politici sono dei corrotti.
E non è vero: è fare del triste qualunquismo, al pari dei legaioli quando dicono che tutti gli immigrati rubano, dimenticando (facilmente) Ellis Island ed il prodotto di maggior successo esportato nel mondo dal nostro Paese (dopo il cattolicesimo): la mafia.
Il qualunquismo è lo stesso che fa dire a molti che la mafia non esiste, il qualunquismo è incapacità di vedere le differenze.
Mi fermo qui, sono off topic e off forum. E tantomeno voglio offendere te o altri, cerco solo di esprimere un pensiero che arriva dalle mie personali esperienze.
Ma sono disponibile a proseguire la discussione faccia a faccia, davanti a birra o vino dei castelli. Mi sposto volentieri per queste cose.